Lucaweb Posted July 19, 2008 Share Posted July 19, 2008 di Francesco Caielli Il fisico, nervoso e asciutto, è lo stesso di sempre. Lo stesso di sempre è quel tiro in sospensione, morbido e vellutato, testimone concreto di un talento puro e genuino, che nessuno si è mai sognato di mettere in discussione. Eccolo, Delonte Holland: ultima mossa disperata di una società disperata che prova a venir fuori da una situazione disperata. Un mese di inattività - l´ultima sua partita in bianconero lo scorso 13 dicembre a Kaunas - non sembra avere lasciato scorie sui garretti d´acciaio dell´ala di Greenbelt, tornato nel suo vecchio palazzetto per dare una mano alla squadra che lo ha lanciato nel basket che conta. Un po´ tardi, verrebbe da obiettare: senza andare indietro fino alla scorsa estate, quando una sua conferma era stata chiesta a gran voce da Mrsic e tentata fino all´ultimo da Gianni Chiapparo, sarebbe stato tanto bello vedere Holland in biancorosso un mesetto fa. Varese - ne siamo certi - avrebbe qualche punticino in più in classifica e la situazione sarebbe meno drammatica. Il tempo, ormai, è davvero poco: quindici partite da giocare in apnea, cercando di vincerne il più possibile - non importa dove, come e con chi - per poi fare i conti e vedere cos´è successo. La quota salvezza è sempre lì, lontana ma non irraggiungibile, con un penultimo posto da porsi come obiettivo minimo nella speranza - neppure così campata in aria - di qualche altrui sventura estiva. Holland è arrivato, forte nella sua sicumera del ragazzo convinto di cambiare davvero le cose, è si è allenato agli ordini di coach Bianchini. Si è allenato di fianco a un Romel Beck - il Vate, nella partitella finale, ha pure provato a farli giocare insieme - sempre esemplare nella sua professionalità: il messicano resterà aggregato alla squadra in attesa di sviluppi della sua situazione. Non si è invece visto Capin, reietto per i compagni e traditore per tutti gli altri, messo ufficialmente fuori squadra: si sta allenando da solo, in compagnia del preparatore atletico Pilori, aspettando che qualcuno venga a portarselo via. Intanto Varese prega Delonte Holland santo subito, ultima fede alla quale si aggrappano i cuori infranti di un popolo che ancora vuole crederci, per una salvezza da festeggiare come uno scudetto. Sperando non sia davvero troppo tardi. "No - ribatte deciso Delonte - non è affatto tardi". Ma ha visto la classifica della Cimberio, prima di decidere di venire? Certo. So che la situazione non è delle migliori, ma io non ho nessuna intenzione di retrocedere in LegaDue: quindi, se ho scelto di tornare qui, significa che credo ci siano buone possibilità di salvarsi. E cosa glielo fa credere? Questa è una squadra ricca di talento, dalla quale dobbiamo cercare di tirare fuori il meglio. So che Varese ha perso pareccchie partite all´ultimo secondo, o ai supplementari, per pochi punti: io posso dare una mano in questo, nel segnare i canestri nei momenti caldi. Qui si parla del suo arrivo da almeno un mese. Ci dica la verità: quando ha preso la decisione? La notte scorsa. Scherza? No, anche se ci pensavo da un po´ di tempo. Insomma: a Varese lo scorso anno mi sono trovato benissimo, e i miei agenti mi hanno consigliato di tornare. Il loro parere è stato importante nella mia decisione. Eppure, l´estate scorsa decise di andare a Bologna. Perché? Solo ed esclusivamente perché là avevo la possibilità di giocare l´Eurolega. Altrimenti sarei rimasto a Varese, senza alcun dubbio. Certo, partito il suo nemico Magnano... Ma no - sghignazza - Magnano è una brava persona. Ma cosa è successo a Bologna? Di cose - continua a ridere - ne sono successe parecchie: ma tutte sono state esperienze positive, che mi hanno fatto crescere. Varese riuscirà a salvarsi? Io dico che faremo il possibile, e anche qualcosa di più. Link to comment Share on other sites More sharing options...
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