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"Ho davanti Delonte? Amen: conta salvarsi"


Lucaweb

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di Francesco Caielli

Il giorno della speranza che non muore mai, il secondo allenamento di

Holland in vista della partita di sabato con la Benetton per cui le

prevendite vanno a gonfie vele. Il giorno delle notizie che

rimbalzano da Siviglia, con l´ex coach biancorosso Ruben Magnano

esonerato dal club catalano dopo un magro bilancio di quattro

vittorie in diciassette partite. Il giorno di Romel Beck, che in

attesa di capire quale sarà il suo futuro continua a lavorare con il

gruppo incurante delle voci di un taglio imminente e continua a fare

canestro, strappando gli applausi e i complimenti di una città che

gli vuole sempre più bene. Quando glielo si fa notare, lui si chiude

nel suo sorriso timido, e abbozza: "Ma io qui a Varese mi sono sempre

trovato bene, e la gente mi è sempre stata vicina".

Vero. Però contro la Snaidero lei ha dato una dimostrazione di

professionalità e attaccamento alla maglia mica da ridere, che ha

stupito tutti: se ne rende conto?

Ma io non credo di avere fatto nulla di strano: ho fatto di tutto per

aiutare la squadra a portare a casa una partita importante. Fin da

quando ho iniziato a giocare mi è sempre piaciuto soltanto vincere:

negli uno contro uno che giocavo da bambino con mio padre, alle sfide

interminabili ai campetti con gli amici, fino alle partite con la

squadre della scuola e al college. Vincere, sempre e comunque: e di

tutto il resto, chi se ne frega.

Certo, la sua non è una situazione facile. Con l´arrivo di Holland

non si sente in discussione?

Non sono un cretino e so quali sono le regole: in campo possono

andare al massimo quattro extracomunitari, noi siamo in cinque. E

Delonte gioca nel mio ruolo.

Quindi?

Quindi staremo a vedere. Io vorrei tanto restare qui, perché mi trovo

bene e l´ambiente mi piace, nonostante le troppe sconfitte. E poi

perché sono responsabile di questa classifica e tocca anche a me

cercare di venirne fuori: non voglio scappare.

Accetterebbe di restare senza la garanzia di giocare sempre?

Io sono giovane, e ho tanta voglia di migliorarmi e di crescere. Ho

bisogno di giocare e amo giocare, quindi soffrirei come un cane a

starmene in tribuna. Non ho ancora parlato con la società e con il

mio agente del mio futuro prossimo, quindi non posso dire cosa mi

succederà tra qualche giorno.

Accetterebbe di tornare a Varese il prossimo anno, A1 o LegaDue che

sia, per una stagione da protagonista con questa maglia?

L´idea di un futuro qui a Varese mi stuzzica, ma al momento non

saprei cosa dire. Di certo non accadrà nulla per caso: se il prossimo

anno giocherò ancora qui, sarà perché l´avrò deciso io, valutando la

scelta migliore per il mio futuro.

Si è parlato di uno screzio tra lei e alcuni tifosi, all´uscita del

palazzetto, dopo la partita con Roma. Cosa è successo?

Venivo da una settimana d´inferno, nella quale ero stato malissimo, e

avevo giocato una brutta partita: ero triste e arrabbiato. All´uscita

qualcuno mi ha gridato una cosa in italiano, io non ho capito nulla,

e ho reagito. Ho sbagliato, me ne scuso, e non accadrà più: ora ho

capito che i tifosi italiani sono diversi rispetto a quelli che ci

sono in America.

Varese riuscirà a salvarsi?

Ha tutte le possibilità per riuscirci. Sia che io resti, sia che io

me ne debba andare, continuerò a sperare con tutto il cuore che

questa squadra si salvi. No - dice indicando i vessilli appesi al

soffitto - Varese non può andare in LegaDue.

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