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Penultimo posto obiettivo minimo


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di Giuseppe Sciascia

Sospesa tra un presente "drammaticamente" fosco e un futuro da ridisegnare praticamente "ex novo" la situazione della Cimberio Varese nell’ultima pausa della stagione in vista delle ultime 12 partite di una stagione 2007/2008 sinora praticamente da dimenticare per i colori biancorossi. La pausa per le Final Eight di Coppa Italia "fotografa" una situazione di classifica quasi irrimediabilmente compromessa per la formazione biancorossa, che a due terzi del cammino sembra avere un piede e mezzo in LegAdue con 4 sole vittorie nel "carniere" dopo 22 gare disputate. Troppi gli errori commessi tra costruzione e correzione di una squadra che ha sempre faticato ad essere tale, sia per oggettivi limiti tecnici che per scarsa "chimica" sin dall’avvio della stagione. Dalla conferma "prematura" di Fernandez a fianco di Galanda e De Pol alla fiducia eccessiva riposta nelle qualità di Capin le premesse estive sono state "fallaci", così come sbagliate si sono rivelate le scelte sugli americani per Melvin, Hodge e Beck.

E nel "taglia e cuci" per mettere toppe ai problemi iniziali esacerbati dagli infortuni di "Gek" e del play sloveno l’unica mossa azzeccata è stata quella di Skelin, pilastro in campo e soprattutto in spogliatoio purtroppo "sbriciolatosi" insieme col ginocchio del centrone croato in quel di Siena. Tardivo il cambio di allenatore se davvero si credeva ad un problema di "manico" (col senno di poi - cambiare per cambiare - non sarebbe stato più utile puntare su Fabrizio Frates dopo la bruciante sconfitta di Milano?), così come nella stessa ottica tardivo e rivedibile l’innesto dell’esterno americano "slittato" per aspettare la nuova guida tecnica: laddove poi Brown si è confermato giocatore di valore ma di difficile collocazione tattica, "bruciando" di fatto il valore tecnico di Capin e pagando probabilmente la lunga inattività di oltre 12 mesi con il problema muscolare anti-Treviso poi costato due assenze pesantissime nelle gare pre-Coppa Italia. Porte girevoli chiuse soltanto dopo 4 mesi con l’ultima scelta di puntare sul figliuol prodigo Holland, anche questa "slittata" di qualche settimana rispetto alla reale possibilità di puntare le ultime "fiches" sull’ala ex Teramo e Virtus Bologna: ora la squadra avrebbe un’identità, un senso tattico e soprattutto un tasso atletico accettabile per il livello medio del campionato, ma 8 punti di svantaggio da recuperare in 12 giornate sembrano francamente troppi...

Credere ancora nella salvezza è dunque più doveroso che logico guardando a quanto è accaduto sinora, pur con la possibilità che possano variare le "carte in tavola" (leggi possibile cessione di Mason Rocca da parte di Napoli) e che una Cimberio sinora palesemente "zoppicante" impari a correre negli ultimi 70 giorni (per sperare nel "miracolo" servono almeno 8 vittorie nelle ultime 12 partite, considerando indispensabile il raid al PalaBarbuto ribaltando pure il meno 6 dell’andata). Dopo l’inopinato scivolone contro Teramo che ha rappresentato la più classica delle "gelate sul raccolto" successiva alle prove confortanti (ma non vittoriose...) contro Udine e Rieti, Valerio Bianchini ha fatto ancora professione di fede nelle possibilità del gruppo di ingranare "magicamente" la marcia. Giusto che il "condottiero" indichi la strada alla truppa, auspicando che la sfortuna delle ultime settimane possa abbandonare l’ufficio ormai preso in carico a Masnago e che Varese possa giocarsi almeno al completo le sue ultimissime chances nel "poker" Fortitudo-Biella-Napoli-Milano. E fino a quando ci sarà un "barlume" di speranza sia pure soltanto matematica, l’intero ambiente che ruota attorno alla Cimberio ha il dovere e l’obbligo morale di crederci, anche se allo stesso tempo è lecito che sul "ponte di comando" della società si pensi già ad un futuro che - se lo spirito della squadra non cambierà diametralmente rispetto alla "partitaccia" anti-Teramo - sarà inevitabilmente l’argomento principale da oggi al 27 aprile.

Mentre il gruppo di Bianchini proverà a tener viva la fiammella della speranza, l’uomo forte del domani Cecco Vescovi starebbe già "guardandosi attorno" per anticipare i tempi di una possibile rifondazione a 360 gradi in vista di una eventuale retrocessione in LegAdue, senza comunque dimenticare la necessità di fare il possibile per chiudere la stagione al penultimo posto e tenersi pronti nel caso in cui la Fip dovesse sollevare il telefono a metà luglio e proporre alla Cimberio di tornare in A1 a tavolino causa "defezioni" altrui.

Forti i "rumors" sulle frequenze di radio-mercato che vorrebbero il futuro responsabile dell’area tecnica biancorossa "indirizzato" su Alessandro Ramagli per la guida della Varese edizione 2007/2008: sondaggio "esplorativo" con il tecnico di Livorno lunedì scorso a Codogno in occasione del raduno della nazionale Under 22 LNP che al momento non ha ovviamente alcun valore "assoluto", ma serve comunque a far intendere come Varese stia già guardando oltre l’ordinaria amministrazione a livello tecnico e societario (si parla di possibili ingressi di soci "minoritari" a supporto degli sforzi della famiglia Castiglioni). Tutte evoluzioni di natura assolutamente "embrionale" che dimostrano un certo qual "fermento" a dispetto di una classifica "tragica": fare di tutto per rimanere in A1 è una necessità inderogabile, ma lo è anche predisporre i mezzi per tornarci il prima possibile qualora accadesse il peggio...

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