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«Ora è una bella Cimberio»


Lucaweb

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di Massimo Turconi

In bilico tra sogni impossibili e parole scontate, Delonte Holland guarda il lento e strano fluire di una stagione che, per lui, è stata finora una doppia delusione. Dare un senso ad un’annata così, partita all’insegna di mirabolanti avventure tutte da vivere in campionato e in Eurolega, sembra difficile. Certamente complicato.

«Mi viene in mente uno spot girato, prima dell’inizio della stagione, insieme ai miei ex-compagni della Virtus Bologna. In quel breve filmato, una volta, dicevamo: "La vita è bella, non giocartela…". Riprendo quel motto, lo cambio un po’ è dico: il basket è bello, prova a giocartelo fino in fondo!". Perché il senso del mio e nostro campionato dev’essere proprio questo: impegnarsi al massimo e tirar fuori il meglio possibile dalle undici giornate che ci rimangono. Per quanto mi riguarda, è bello vedere, come è successo domenica sera dopo il match contro Biella, la gente di Varese andare via da Masnago col sorriso sulle labbra e contenta per la vittoria ottenuta. L’entusiasmo dimostrato dai tifosi della Cimberio è incredibile e, per certi versi, sorprendente: lo scorso anno, con la squadra che andava bene, era facile affezionarsi e riconoscersi in un gruppo. Un po’ meno quando, come in questo campionato, le cose vanno abbastanza male e la classifica è risultata problematica fin dall’avvio. Invece i tifosi sono sempre sulle tribune, pronti a sostenere la squadra. Proprio una bella sensazione…».

- La cronaca di Cimberio-Angelico descrive alla perfezione le "onde" che lei ha prodotto nel corso della gara, ma i suoi 26 tiri, sui 73 totali della squadra, non saranno, come ha fatto rilevare coach Bianchini, un po’ troppi?

«Può essere, ma quando sono sul campo penso solo a vincere e l’unica cosa che mi interessa è portare a casa i due punti. In quei momenti cado in uno stato di "trance" agonistica e vedo solo il canestro, quindi può capitare che qualche volta io vada fuori dai binari di gioco tracciati. Tuttavia è sicuro che io debba lavorare per migliorare la qualità delle mie scelte, anche perché, rivedendo la partita che ho giocato contro Biella, mi mordo le mani per non aver dato, in situazioni di raddoppio, qualche assist facile in più ai miei compagni».

- Biella aveva preparato, contro di lei una gara con ben undici obiettivi difensivi...

«Sarei disonesto se negassi le attenzioni che le squadre avversarie mi rivolgono. Attenzioni che, da quando sono tornato a Varese, si sono moltiplicate. Allo stesso modo non sarei sincero se dicessi che queste cose non mi fanno piacere perché, è chiaro, avere gli occhi puntati addosso significa che sei un giocatore importante. La cosa che conta, però, è non trasformare queste situazioni in duelli personali perché a basket si gioca in cinque, anche se io ogni tanto, per le ragioni che spiegavo prima, mi dimentico di questo concetto...».

- Da quando lei è alla Cimberio il bilancio parla chiaro: 2 vinte, 3 perse, una ai supplementari a Rieti e una di misura contro la Fortitudo. Ce n’è abbastanza per scatenare rimpianti...

«In effetti questa Varese non è affatto male. Siamo una squadra abbastanza completa, competitiva, con tanti tasselli tecnici e psicologici messi al punto giusto. Tutto ciò considerando anche il fatto che per qualche giornata abbiamo fatto a meno di Tierre Brown e Hafnar. Insomma, la squadra mi pare più che attrezzata e i rimpianti per non aver potuto vedere prima all’opera questo gruppo credo siano legittimi».

- Accantonate le lacrime, occorre pensare solo a Napoli. Per lei, un altro brutto ricordo: sconfitta casalinga in maglia Virtus e prestazione orribile, 0/7 al tiro e polemiche. Sabato sera cosa sarà? Aria di rivincita?

«Nessuna rivincita perché stiamo parlando di situazioni estremamente diverse tra loro e, comunque, la Virtus andava male con Holland e va anche peggio senza di me. Napoli è una tappa importante solo per la Cimberio ed è una gara che, giocando con l’intensità espressa nelle ultime partite, possiamo vincere. A patto di stare in campo con la giusta mentalità per tutti i quaranta minuti, mettendo da parte le paure e soprattutto i cali di concentrazione. Quelli che manifestiamo, fin troppo spesso, nel terzo periodo sono l’unica cosa che mi preoccupa. Un aspetto che va assolutamente cancellato…».

- La società sta programmando il futuro: intenbde far parte di questo progetto o esclude la possibilità di scendere in LegAdue?

«Per principio non escludo alcunchè ma in questo momento preferisco concentrarmi sulle partite che restano da giocare. C’è poi da valutare la mia situazione contrattuale con la Virtus Bologna. Se ne riparlerà in estate».

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