Lucaweb Posted July 20, 2008 Share Posted July 20, 2008 di Giancarlo Pigionatti Sono i giorni delle ceneri, non si scappa. Solo a Masnago non s’avverte l’odore acre d’un campo di battaglia con morti e feriti, non vi sono stati mai, per dirla tutta, i carri in cerchio, a difesa di una bandiera. Nessun eroe ma tanti soldatini di piombo. Ma che colpa abbiamo noi, potrebbero sostenere alcuni, tra i biancorossi, malcapitati, a loro dire, in un guazzabuglio tecnico. Già, a commettere errori così tragici è stato chi ha collezionato... questi giocatori, aggravandone poi lo schieramento con dubbie o insensate scelte nel tentativo di cancellare un peccato originale. Cose dette e ridette, anzi scritte e riscritte in tempi non sospetti, almeno per una sentenza di condanna, passata ora in giudicato. In verità tutti, secondo un proprio modo di pensare, incline più alla ricerca dei difetti del compagno che all’ammenda personale, hanno torto marcio. Dunque, per la Pall. Varese sarà questo il mese più imbarazzante della storia, dovendo vivacchiare la squadra nell’ignominia e davanti al proprio grande pubblico, "mazziato" nei suoi entusiasmi e nei suoi amori. In via Sanvito il clima sembra surreale: già si lavora per costruire un futuro diverso e migliore in una realtà che martella gli astanti biancorossi e che non si può scansare. Non c’è infatti pensiero che non grondi di riferimenti all’ancora aperta e sciagurata stagione. E il primo a cospargersi il capo di cenere è il presidente, pronto a rifilarsi un bel quattro in pagella per la sua gestione, non è più basso solo e semplicemente perché egli non s’è occupato in presa diretta di questioni e scelte tecniche. «Ma ho commesso l’errore di scegliere uomini sbagliati da collocare in posti giusti - spiega Claudio Maria Castiglioni -. E conosciamo i risultati, che mortificano la mia famiglia e umiliano un’intera piazza». - Una retrocessione resta per sempre nell’albo, anzi nel libro nero e accanto comparirà il suo nome. Con quale stato d’animo un presidente "sconfittissimo" sta vivendo questo momento? «Di estrema delusione e amarezza. Come i tifosi, anzi più di loro, nei cui confronti mi sento colpevole». - C’è un pensiero che più di altri l’assale? «Sono diversi ma più mi fa rabbia il rammarico secondo cui non ci voleva poi molto per salvarci. Intendo un sedicesimo posto, già deludente e orribile ma buono per non finir giù, all’inferno». - Provi a definire la sua gestione... «Poco attenta o molto distaccata. Ho delegato troppo - continua il presidente della Pall. Varese - di fronte a quelle scelte di squadra che determinano poi il risultato di un’intera stagione». - Già, i campionati si vincono e si perdono d’estate e lei, in quel momento, ha passato ad altri, pur rispondendone in prima persona, le chiavi.... Quando ha capito che la Cimberio avrebbe rischiato grosso? «A novembre. Cioè quando non si vinceva una gara, nemmeno dopo sfide aperte. A spaventarmi furono, soprattutto, le sconfitte a Masnago, laddove, anche in anni non esaltanti, portavamo a casa l’osso». - Quando, invece, ha creduto di retrocedere sul serio? «Dopo il match di Rieti e, chiaramente, in casa contro Teramo: fu quella una resa scioccante». - S’è mai per caso illuso, nonostante tutto, in una salvezza ancora possibile, magari da acciuffare per i capelli o a tavolino? «Confesso d’aver sperato - osserva Claudio Maria Castiglioni - dopo la gara con la Benetton a Masnago, sembrandomi Brown e Holland (che, in quell’occasione, non fece alcuna differenza) veri e concreti ricostituenti». - Se potesse tornare indietro, che cosa farebbe, anzi che cosa non farebbe? «Rispondere sarebbe troppo facile ma non sparo sulla gente in cui credevo e che è mancata clamorosamente nel proprio compito». - Chi o che cosa l’ha delusa di più? «Il gruppo che non s’è mai comportato come tale». - A pesare, però, nelle premesse d’un campionato fallimentare sono i limiti tecnici e atletici dei giocatori scelti, poi gravati dal loro mal assortimento. Non è d’accordo?. «Innegabilmente la strategia di mercato è stata un po’ la madre di tutte le colpe ma ognuno, poi, come uomo, ha lasciato a desiderare parecchio. Anche chi su cui avrei scommesso la casa. Veda, fra un mese, questi signori cambieranno aria e andranno in vacanza, mentre noi restiamo tra la nostra gente, a "smazzarci" dolori e sofferenze». - In una notte così fonda ha mai trovato un lumicino? «Una cosa mi è chiara: chi sono gli amici e chi sono i nemici, quelli veri». - Che cosa succederà ora nella squadra che ci è rimasta sotto gli occhi? «Passerà uno tsunami. Voglio dire che faremo piazza pulita, resteranno solo un paio di elementi». - Che è facile individuare in Passera e Boscagin. Le novità, se abbiamo capito bene, saranno molte... «Esse caratterizzeranno società e squadra. Anch’io potrei fare un passo indietro: un presidente sconfitto e bastonato, se può, lascia. La mia famiglia, nel bene e nel male, ha sempre affrontato enormi sacrifici, stavolta anche indicibili tormenti ed ora metterà faccia e soldi per riscattarsi ma, pure, ci auguriamo l’ingresso di altre persone che, a loro volta, un giorno, possano garantire la continuità della Pall. Varese. Un pubblico così immensamente civile, sportivo e appassionato si merita una grande società e adeguati risultati. Già stiamo lavorando con fresche energie di uomini nuovi, affinché la LegAdue sia molto... passeggera». Cecco Vescovi general manager e Massimo Ferraiuolo direttore sportivo sono le "prime pietre" di una ricostruzione che prenderà una sua precisa forma con l’allenatore, aspettando una risposta da Ramagli. La "nuttata" deve ancora passare. Link to comment Share on other sites More sharing options...
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