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E se la rivoluzione-polisportiva fosse già alle porte?


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di Francesco Caielli

VARESEOre importanti e giorni frenetici, tra un campionato senza senso da terminare e un grande futuro da costruire. Ormai, ed è così da un paio di mesi, si lavora più in ufficio che in palestra: a questa stagione e a questa squadra nessuno ha più nulla da chiedere, meglio guardare avanti, alla Varese che sarà.

UN SOGNO CHIAMATO POLISPORTIVA

L'obiettivo non è cambiato, così come è rimasta la stessa l'idea di fondo: il futuro dello sport varesino non potrà che passare dalla costituzione di una polisportiva. Una realtà in grado di raggruppare tutte le forze imprenditoriali della città, capace di coinvolgere la forza di una grande banca, legata alle istituzioni cittadine. Non è un sogno, ma è già qualcosa di più: il progetto è stato lanciato e ripreso più volte nelle ultime settimane proprio dalle persone che ci stanno lavorando.

UOMINI E GARANZIE

Dal sindaco Fontana, innanzitutto, che si è preso a cuore il futuro sportivo della sua città - non solo quello della pallacanestro - e sogna la costruzione di una cittadella dello sport dove radunare e fare giocare le squadre delle discipline tradizionalmente care ai varesini. Da Filippo Maggio, che con i suoi marchi Di Vetture e VerdeVetture è già sponsor praticamente di tutte le realtà sportive della città, e che da tempo si sta impegnando per portare avanti questo progetto, senza paura di pensare in grande. Da Toto Bulgheroni, storico presidente della Pallacanestro Varese, che nei giorni scorsi si è detto disponibile a mettere a disposizione la sua esperienza e le sue competenze nella costituzione di una polisportiva. «È l'unica soluzione praticabile - ha dichiarato Bulgheroni a «La Provincia» - e seguire questa direzione vorrebbe dire compattare la città e le sue aziende, pubbliche e private, attorno a passioni condivise». E ancora: «Affiancherei con entusiasmo qualcuno che, più giovane e preparato di me, prendesse a cuore il progetto: metterei a disposizione la mia esperienza».

UN DOMANI POSSIBILE

Giorno dopo giorno arrivano segnali positivi, che parlano di persone che stanno effettivamente lavorando per portare avanti, seriamente, il progetto. Difficile, al momento, dare delle scadenze precise anche se l'impressione è che la grande macchina si sia già messa in moto, pronta ad uscire allo scoperto.

QUALE FUTURO

Al momento la famiglia Castiglioni resta comunque l'unica proprietaria della Pallacanestro Varese, con il presidente Claudio già attivo nella costruzione di quella che sarà la squadra del prossimo anno. È operativo - anche se non è mai stato ufficializzato - Cecco Vescovi nel ruolo di general manager, che ha scelto in Max Ferraiuolo il suo braccio destro e in Alessandro Ramagli l'allenatore che dovrà guidare Varese alla rincorsa della serie A perduta. L'accordo tra la società e l'ex allenatore di Biella, Pesaro e Treviso è già praticamente raggiunto: manca solo la firma sul contratto. Firma che viene rimandata di giorno in giorno. I Castiglioni, da sempre aperti all'ingresso in società di nuovi soci, potrebbero venire affiancati dalla cordata di imprenditori alla guida della Pallacanestro Varese, ma qualcuno dice che sarebbero pronti anche a farsi da parte.

RISPUNTA SACCHETTI

Accanto al nome di Ramagli, che in più occasioni abbiamo indicato come l'uomo giusto dal quale partire per un progetto serio e a lungo termine, potrebbe spuntare la figura di Meo Sacchetti. L'ex giocatore della DiVarese, attualmente coach della splendida favola di Capo d'Orlando, sarebbe sponsorizzato dalla nuova cordata, soprattutto se nel suo viaggio di ritorno verso Varese dovesse portare con sé dietro Gianmarco Pozzecco. Un'ipotesi azzardata o un futuro possibile, lo scopriremo presto.

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