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Castiglioni vuole soci veri non di fantasia...


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di GIANCARLO PIGIONATTI

Oggi, innanzitutto, si vota. Visto il sistema elettorale, Caligola riuscirebbe a rieleggere senatore il suo cavallo, stavolta attraverso il popolo. Il voto è un diritto e un dovere. Dunque, tutti alle urne secondo coscienza e le proprie attese.

Attese che, a Varese, si vivono anche sotto i canestri: la famiglia Castiglioni, pronta a tuffarsi nel futuro con le prime operazioni, aspetta di conoscere l’entità di nuove attenzioni da parte di Filippo Maggio (Di Vetture) e di scoprire altri non meglio identificati imprenditori per avere un’idea chiara in merito a eventuali ingressi in società. Dell’argomento abbiamo parlato ieri, seppur con secchezza britannica, possiamo solo augurarci che, se novità debbano esserci, siano credibili, quindi non dannose perdite di tempo e che, se siano praticabili, non abbiano un giorno l’esito che segnarono anni fa, e tristemente, il Varese calcio.

Retrocedere, nel basket, per Varese non esiste proprio ma è successo e resta una vergogna. Tant’è che Claudio Maria Castiglioni dà l’impressione d’essere in ginocchio, in un angolo, eppure la sua famiglia garantisce fior di continuità, anzi promette una riscossa solenne. Il presidente aveva affermato di voler aprire la società a nuovi soggetti ed ora sta mantenendo la sua parola, purché essi non siano solo di fantasia ma questo è anche il momento dell’azione che presuppone le ufficializzazioni di Cecco Vescovi general manager e di Massimo Ferraiuolo direttore sportivo, mentre il tecnico scelto dalla società, vale a dire Alessandro Ramagli, da giorni, aspetta un incontro. A suo tempo propendemmo per il varesino Meo Sacchetti ma, come sempre, per coerenza, al di là di un eccepire legittimo, non abbiamo alcun pregiudizio sulla figura di un tecnico diverso, la cui bontà di azione, a parte le eccezioni, dipenderà soprattutto dalla squadra che guiderà. La quale si plasmerà attraverso gli italiani già in casa (resta aperta la partita su Galanda che ha ancora un anno di contratto e che, verosimilmente, potrebbe interessare a qualche club illustre), quindi il nuovo tecnico dovrà dare indicazioni sui due americani e sul comunitario, previsti in legAdue, vale a dire quei tocchi di classe che dovranno far lievitare il rendimento potenziale della futura squadra. Oggi, nella stretta attualità, cabina elettorale a parte, ci giochiamo il presente sempre che possa valere qualche cosa, per esempio Cecco Vescovi punta su un penultimo posto, a suo dire, disperato ma ancora possibile. E Scafati, paradossalmente, tifa per Varese, avendo i campani ancora a tiro le "Vu Nere", fors’anche più deludenti della squadra biancorossa, stando al rapporto rendimento - prezzo e ai suoi smaniosi progetti. Certo è che la retrocessione ammazza ogni raffronto. Oggi la Virtus Bologna si ritroverà pure tra i piedi l’ingombrante Holland (viste le sue cifre sotto il Sacro Monte) sul quale Varese, se in "formato famiglia", tanto per ricordare la sua prova contro Montegranaro, punterà per dare senso a una sfida che resta storica. Il "cannoniere" americano nulla ha a che fare con i suoi trascorsi di Bologna, peccato non averlo avuto qui, al fianco del massiccio Skelin, un rammarico in più tra maledizioni senza fine. Holland tornò a Varese quando poté, probabilmente sarebbe dovuto arrivare qualche giorno prima (per esordire a Udine), quindi chi sostiene altre cose, non dice il vero. Fu decisivo patron Sabatini il quale a nessun altro club avrebbe concesso la sua talentuosa ala. E’ lo stesso Castiglioni a ricordarlo, anche se non cambia l’amara realtà.

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