Lucaweb Posted July 20, 2008 Share Posted July 20, 2008 di Massimo Turconi La stagione più breve, quella più brutta, quella delle prime volte. Prima volta senza fare la preparazione pre-campionato, prima volta senza disputare i playoff e prima retrocessione in carriera. Ancora quaranta minuti e l’anno “orribile” di Giacomo Galanda andrà in archivio accompagnato dalle sgradevoli sensazioni per una una stagione perdente e per fuggevoli cabale legate all’"anno bisesto, anno funesto”… «Non ho mai creduto a queste cose ma - osserva l’ala forte della Cimberio -, in questa stagione le circostanze negative sono state tali e tante da far vacillare anche il mio pragmatismo. Di sicuro, nella mia carriera, non mi era mai capitato di dover assistere a una serie così lunga di acciacchi, infortuni, scelte sbagliate, clamorosi errori arbitrali, madornali magagne da parte nostra, episodi sfortunati e, davvero, chi più ne ha, più ne metta». - Oltre a queste “piccole imperfezioni”, ci si mette un finale di campionato buono solo per alimentare rimpianti. Una volata in cui lei, quasi ci avesse ascoltato, con un filotto di buonissime prestazioni, sta urlando la sua insoddisfazione. «In effetti, come avete scritto, dopo la gara contro la Virtus Bologna, quel lasciarsi scivolare in un finale anonimo andava stoppato e la tendenza - continua l’azzurro della Cimberio - assolutamente invertita. Devo sottolineare che il mio ritorno sulla scena da protagonista va messo in relazione alle buone prove offerte dalla squadra e a un pizzico di ritrovata coralità perché, poche storie, se al sottoscritto o ad altri compagni non arrivano palloni giocabili, è difficile poter dare un contributo sensibile alla squadra. Nelle ultime gare abbiamo giocato meglio e più uniti in attacco ma, soprattutto, abbiamo dato il massimo in difesa e i risultati, sia in termini di quantità, sia di qualità si sono visti...». - O forse avete solo un po’ più la testa sgombra.... mentre gli avversari, come ha osservato il dirigente senese Minucci, credono di fare una scampagnata... «Sul fatto che sia più semplice giocare con il cervello libero da pensieri è una realtà, invece sulla presunta scampagnata della Montepaschi Siena avrei qualcosa da ridire a Minucci perché, dagli atteggiamenti che ho visto sul campo, non mi sembrava che Stonerook e compagni fossero a Varese in gita turistica. Certo, loro a Masnago non hanno giocato la miglior partita dell’anno ma i loro errori sono stati anche provocati dalla nostra buona difesa, credo che ciò debba essere riconosciuto». - Già, domenica pomeriggio, contro Scafati, questo ardore dovrà diventare determinante... «E’ chiaro, per vincere di almeno 26 punti contro la Legea, quindi conquistare il penultimo posto, dovremo puntare tutte le nostre carte sull’intensità difensiva che dovrà essere asfissiante, spietata e senza pause per tutti i 40 minuti. I campani verranno a Varese per disputare la classica gara di contenimento e, immagino, per limitare i danni. A margine di queste considerazioni aggiungo che è brutto pensare di doversi giocare le residue speranze di ripescaggio in una sola gara che, per di più, ha il sapore di una "Mission Impossible” ma piangere sul latte versato è inutile e irragionevole. Credo allora che sia opportuno prepararsi mentalmente a una battaglia da affrontare con tutta la rabbia del mondo. Ritengo che, con questo spirito, già adesso si possa declassare la “missione” da impossibile a “difficile”». - Domenica 27 aprile, alle ore 20.30 circa, comincerà il turbinio di considerazioni sul futuro. Lei, oggi, come lo disegnerebbe? «Un paio di mesi fa, lo ricorderete, di questa situazione non volevo nemmeno parlare. Adesso che, almeno dal punto di vista sportivo, c’è qualche certezza in più, dico che prima di intavolare qualsivoglia trattativa, vorrei parlare con i responsabili della Pallacanestro Varese. Perché è giusto ed, essendoci un contratto in corso, è formalmente doveroso. A questa società, che mi ha dato fiducia, devo molto. Quindi mi piacerebbe conoscere i programmi societari e le reali prospettive, mentre sotto il profilo tecnico vorrei avere un dialogo con il nuovo allenatore per capire quali potranno essere gli spazi d’impiego e le responsabilità. Queste considerazioni, oggettivamente, avranno una ricaduta enormemente diversa nel caso in cui si dovesse partecipare alla LegaDue o, magari, speriamo, alla serie A. Nella prima ipotesi, infatti, mi troverei a giocare, per la prima volta a 33 anni, in un campionato che non conosco e che, forse, da quello che vedo e sento dire, per le mie caratteristiche fisiche e atletiche, presenta vantaggi da un lato e svantaggi dall’altro con la consapevolezza che, anche lì, si gioca pur sempre a pallacanestro. Bisognerà sviscerare bene e con serenità tutti gli argomenti ma un punto fermo in questa storia c’è già, riguarda innanzitutto l’impegno con Varese». Link to comment Share on other sites More sharing options...
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