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di Giuseppe Sciascia

Prepara le valigie in chiave azzurra Marco Passera nell'imminenza della partenza per il raduno della Nazionale A che tra Roseto degli Abruzzi, Atri e Verona lo impegnerà da domenica fino al prossimo 10 giugno. Sicuramente una piccola ma tangibile soddisfazione quella scaturita dalla considerazione di Carlo Recalcati - che già chiamò l'atleta varesino nel novembre 2007 - sia pure in un raduno ampiamente "sperimentale" in attesa degli azzurri impegnati nei vari playoff.

«Sono molto contento dell'opportunità di tornare in azzurro, sicuramente una bella soddisfazione al termine di una stagione nella quale tutto è andato storto per Varese - conferma il play della Cimberio -. Nel momento in cui le cose andavano male ho provato a tenere a galla la barca: anche se non è stato sufficiente per salvare la squadra, è bello notare che i miei sforzi siano stati apprezzati. Certo resta la grande amarezza per la retrocessione che neppure questa convocazione in Nazionale può cancellare».

Comunque positivo il bilancio personale di Passera al termine della stagione d'esordio in serie A1, pur con la consapevolezza di avere ancora della strada da compiere prima di conquistare la "consacrazione" definitiva: «Nel complesso sono abbastanza soddisfatto del mio rendimento e del minutaggio che ho avuto a disposizione: se si eccettuano quei due mesi tra metà novembre e metà gennaio ho sempre avuto spazi importanti. Ovvio che giocare 20 minuti di media in una squadra da playoff è diverso rispetto a una che retrocede in LegAdue, avrei preferito giocare meno e ottenere la permanenza in serie A1, quindi il mio bilancio personale passa in secondo piano rispetto al risultato ottenuto sul campo. Per questo primo anno nel massimo campionato mi sono dedicato specificamente ai compiti di difendere e mettermi al servizio dei compagni, sacrificando le mie iniziative personali perché con tanti giocatori votati all'attacco non sarebbero state utili per il bene della squadra; credo di poter fare meglio al di là del problema del tiro da fuori, sul quale sicuramente c'è lavorare, anche se quando le cose non vanno bene, tirare con fiducia diventa molto difficile».

Nella ipotetica graduatoria dei "colpevoli" della retrocessione unanime il giudizio nel collocare Passera negli ultimi posti visto il rapporto tra aspettative e rendimento, pur tuttavia la "cartina di tornasole" dei pessimi risultati della Cimberio potrebbe manifestarsi attraverso l'utilizzo per quasi 25 minuti di media del play del 1982, "costretto" a fare il titolare in regia, viste le delusioni Capin e Brown...

«Sicuramente ho giocato più di quanto mi aspettassi, il concetto è in parte vero, anche se a mio avviso la squadra non era così scarsa come evidenziato dalla classifica ma è stata condizionata dagli atteggiamenti negativi di troppi giocatori nel corso della stagione. Personalmente ho sempre provato a fare gruppo perché finchè sono all'interno di una squadra, per me i compagni sono come fratelli, ma non sempre questo atteggiamento è stato condiviso da tutti, al di là del peso delle sconfitte che, chiaramente, hanno contribuito a rendere il clima pesante. Resto dell'idea che in una situazione ambientale migliore anche io avrei potuto esprimermi a livelli maggiori rispetto a quelli raggiunti».

E in vista del prossimo anno il play di Casciago - con Boscagin l'unica certezza della Cimberio 2008/2009 - stabilisce subito chiaramente le "linee-guida" a livello ambientale per far bene in LegAdue: «Attendiamo le scelte della società per quanto riguarda l'allenatore e i programmi del prossimo anno ma soprattutto si dovrà cancellare la negatività della stagione 2007/2008 e remare tutti dal primo giorno in un'unica direzione con l'obiettivo di giocare un gran campionato.

Quelli di noi che verranno confermati dovranno mettersi a disposizione dei nuovi per farli ambientare sin dall'avvio e far capire che da parte nostra c'è voglia di riscatto: nessuno dovrà permettersi le libertà di quest'anno, tutti dovranno lavorare in palestra col sorriso sulle labbra, sono certo che creare un ambiente del genere sia fondamentale per disputare una stagione vincente. Dobbiamo metterci in testa che dovunque andremo, tutti giocheranno al massimo per battere Varese: ci aspetta una bella sfida ma se si vorrà vincere, bisognerà fare le cose per bene, mettendo giorno dopo giorno le basi per costruire qualcosa di duraturo».

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