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Varese è in movimento ma per il tecnico il club farebbe bene a decidersi subito


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di Giancarlo Pigionatti

Quante società salteranno per aria? Una, due, tre o nessuna? La domanda è da un milione di euro, quanto magari uno dei club più chiacchierati deve scovare per ripianare il proprio deficit di gestione. Nessuno si illuda da queste parti, tuttavia il presidente Claudio Maria Castiglioni, ieri a Roma per lavoro (anche il basket c’entrava, tant’è che era accompagnato da Cecco Vescovi che non si intende certo di valvole e rondelle), è attento a ogni evoluzione che possa spianare un ripescaggio con la Cimberio Varese in pole position, non certo per effetto dell’ultimo posto ma per sue volontà e capacità finanziarie.

Che il giovane Castiglioni abbia incontrato Petrucci? Può darsi o no, interessa soprattutto sapere che la società biancorossa tenga a riportare la squadra laddove le compete, se poi troverà buone mani che l’aiutino ad alleggerire la gerla degli oneri, come pare, dopo l’incontro a Palazzo Estense dei giorni scorsi, auspice il sindaco, tanto meglio. Nell’occasione, com’è noto, padre e figlio Castiglioni hanno aperto ufficialmente le porte del club a eventuali nuovi soci fra i quali figura da tempo Filippo Maggio (DiVetture), molto interessato - insieme con altri imprenditori (quanti? Lo scopriremo presto) - a una partecipazione diretta nella Pallacanestro Varese. Certo è che la proprietà è attenta a ogni movimento di gravità nella sua orbita e senza preclusione alcuna, pronta a condividere il suo cammino futuro, a garanzia della continuità, con altre persone le cui quote di partecipazione si evidenzieranno a tavolino secondo il reale peso di ciascuno nella gestione finanziaria della società. Sin qui nulla di nuovo sotto il sole, se non la "spedizione" del presidente e del general manager ieri a Roma, neppure vi sono novità sul conto dell’allenatore designato dal progetto triennale biancorosso, vale a dire Alessandro Ramagli il quale, dopo alcuni incontri ravvicinati di un certo tipo, secondo cui avrebbe già dovuto accettare e firmare il bel contrattino garantito due anni, più uno, ha cominciato invece a emulare Fabio Massimo il Temporeggiatore...

A quale fine? Non lo sappiamo, anzi lo possiamo immaginare, avendo la sensazione che Ramagli non sia troppo persuaso dalla riuscita di un impegno gravoso in una piazza così importante e intensa la quale si aspetta una promozione che, oggi, però nessuno può assicurare.

Morale, stia a casa sua. O comunque s’accasi altrove, nessun medico l’ha ordinato a Varese, vista peraltro la sua stagione fallimentare a Treviso.

Le voci corrono, quindi i tanti amici, che hanno incontrato Ramagli, incaricato dalla Fip alla guida della Nazionale Under 18, mormorando sostenendo che qui il tecnico toscano non metterà piede. Se ciò fosse vero, tanto vale scoprirlo con un aut aut per darci un taglio.

Una società si dimostra forte in queste cose. Come dire: chi le crede, la segua fortemente, sennò amici come prima.

Ci sembra inutile perdere del tempo prezioso, potendo il nuovo allenatore già lavorare in presa diretta con il manipolo di giovani biancorossi al fine di valutare la loro attendibilità tecnica e atletica in vista di un campionato di LegAdue. Non stiamo insegnando ai gatti ad arrampicarsi, peraltro la Pall. Varese sta pensando a Stefano Pillastrini il quale, stando ad altre voci, sarebbe tentato da esperienze in Europa.

Personalmente insistiamo per Lino Lardo al di là di altre offerte che il tecnico ligure ha per le mani e non da club di LegAdue: un tentativo non costerebbe nulla. E’ da anni che suggeriamo invano Lardo, nel frattempo egli ha guidato Milano a una finale scudetto, fallendo, è vero, l’anno dopo, quindi Rieti, portandola in serie A e salvandola pure nonostante un roster non certo trascendentale e qualche disagio economico.

Gira e rigira, sono questi gli allenatori, oggi liberi e di un certo nome, potendo Varese garantire un posto di lavoro ben rimunerato e lungo. Meglio di così.

Certo, se un "pacchetto" del genere, lo si proponesse e Fabrizio Frates, già artefice di una promozione con Reggio Emilia (guarda caso con Giorgio Boscagin) e in gara in questi giorni con Caserta, l’architetto milanese, ne siamo certi, lo accetterebbe al volo, avendo la possibilità di tornare a casa.

Vescovi sa il fatto suo, ha pure un "braccio destro", di cui si può fidare, come Max Ferraiuolo, quindi mediti in santa pace per chiudere in tempi ragionevoli la questione del tecnico cui toccherà un certo pronunciamento sulla nuova squadra.

La società è sovrana e resta, gli allenatori dipendono e passano.

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