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di Giancarlo Pigionatti

Tutti attorno a un tavolo. Tutti? Cioè in tre, quanti sono il presidente e i nuovi soci, che sono due. Le cordate sono rimaste sul monte Rosa, mentre qui, dei tanti imprenditori, che qualcuno ha immaginato in fila alle porte del club biancorosso, nemmeno l’ombra.

Il panorama cittadino quasi mai ha offerto slanci imprenditoriali nello sport, lo dimostra il Varese calcio, avvitato su se stesso, tant’è che abbiamo sempre dato relativa eco a certi movimenti intorno al club biancorosso. Ma considerazioni a parte, sono da elogiare gli interlocutori della famiglia, rappresentati più volte dal dottor Faija, auspice il sindaco. Morale, sono note le parti che trattano con i Castiglioni per delineare un nuovo corso, ieri abbiamo citato la Whirlpool, allineata ma coperta da un riserbo voluto da chi la rappresenta, oggi insistiamo, pur senza conferme ma neppure smentite, sul prestigioso gruppo multinazionale di Comerio. L’altro socio potenziale, dichiaratissimo da tempo, su più fronti sportivi della città, resta Filippo Maggio (DiVetture). Si tratta di figure "vecchie", a dispetto di clamorose e grandi strombazzate novità, non certo su queste colonne, tant’è che le parti in questione sono già partners, seppur in versioni e dimensioni diverse, della società biancorossa. Oggi è previsto un nuovo incontro, restando aperta la questione, non ancora affrontata, relativa all’entità finanziaria di queste partecipazioni per quote, di capitale e di potere, quindi di responsabilità e cariche.

Dunque, l’operazione, sottolineata dagli stessi Castiglioni, soddisfatti dai preliminari e dal primo vero incontro, dovrebbe entrare nella sua fase più acuta e decisiva ai fini di nuovi assetti societari, dopo di che potremo parlare sul serio di un cambiamento o di un effettivo nuovo corso con alleati vecchi e noti. Questa, a meno di clamorosi colpi di scena, sempre possibili, è la realtà con sue venature e sfaccettature, nel frattempo il club biancorosso continua a tessere rapporti di lavoro, dovendo un po’ ricominciare da capo, dovendosi proporre, dal basso di una LegAdue e in concorrenza con i club di serie A, a figure note e di spicco, come nel caso di certi allenatori.

Val bene allora il suo progetto lungo e creativo, seppur con qualche trepidazione dovuta all’ambizione di una piazza ancor più esigente nella sua voglia di risalita, che nessun tecnico può fingere di ignorare.

Ci risulta che a Stefano Pillastrini piaccia la proposta di Cecco Vescovi, potendo anche mettervi mano in tema di scelte tecniche in un mercato sommerso e giovane, avendo tratto da queste frontiere i risultati migliori della sua carriera. Se davvero Pillastrini tiene a questa chance, si può chiudere presto per non rischiare un lungo e snervante balletto di allenatori.

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