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"Vescovi è il gm di Varese. Aspettiamo la Polisportiva"


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di Francesco Caielli

VARESEC'era bisogno di chiarezza, c'era bisogno di vedersi e parlarsi, c'era bisogno di dire, una volta per tutte, come stanno le cose. Da troppo tempo sulla testa della Pallacanestro Varese regnava la confusione più totale, voci discordanti, spifferi fastidiosi, notizie preoccupanti.

RIUNIONE CHIARIFICATRICE

Da una parte la proprietà: combattuta tra la volontà di continuare a regalare alla città il suo sogno più bello, mantenendo viva la passione della palla a spicchi, e le necessità stringenti di costi sempre più alti, di bilanci da far quadrare, di aziende da mandare avanti per garantire migliaia di posti di lavoro. Dall'altra la novità di un progetto da portare avanti, lanciato da una serie di imprenditori locali e spinto con entusiasmo dal sindaco Fontana, con il sogno-obiettivo di creare una polisportiva ad azionariato popolare sul modello delle società sportive britanniche, in grado di garantire il futuro alla pallacanestro e agli altri sport minori che faticano a stare a galla.

IL TERRORE DELLA CITTA'

Da una parte il lavoro portato avanti da Cecco Vescovi, calato nel suo ruolo di general manager, impegnato a costruire la squadra che avrà il compito di risollevare le sorti della Pallacanestro Varese dopo una retrocessione sanguinosa. Dall'altra le mosse dei potenziali nuovi soci, pronti a scendere in campo tra le mille difficoltà insite in un progetto di questa portata.

C'era bisogno di una risposta chiara, di una presa di posizione netta e definitiva da parte della società, nella persona del presidente Claudio Castiglioni che, negli ultimi tempi, ha scelto di tenere un profilo basso restando nell'ombra. Non era però più possibile restare in silenzio, di fronte alla richiesta - legittima e pressante - di una città intera che pretende di capire che cosa sta accadendo, terrorizzata all'idea di perdere la sua realtà più bella.

AL TAVOLO ANCHE CECCO

E la risposta è arrivata, al termine di un incontro chiarificatore e sincero, tenutosi tra Gianmarco Faija (rappresentante e portavoce degli uomini che stanno portando avanti il "progetto polisportiva"), Francesco Vescovi, e lo stesso Claudio Castiglioni. Incontro nel quale Faija ha ribadito la serietà delle intenzioni dei potenziali nuovi soci, e ha espresso le idee del gruppo anche al Cecco, con il quale fino a ieri non aveva mai parlato.

Ne è venuta fuori la voce del presidente, che per prima cosa ha voluto finalmente dare ufficialità al nuovo ruolo di Vescovi, che da gennaio sta lavorando da general manager senza che nessuno lo abbia pubblicamente investito di questa responsabilità.

«Il Cecco - dice Claudio Castiglioni - è ufficialmente il nostro general manager: lo voglio dire chiaro e tondo, e allo stesso tempo lo voglio ringraziare per il lavoro che ha svolto finora, in condizioni ambientali particolari».

Parliamo del futuro. Quali sono le intenzioni della vostra famiglia?

Da sette anni siamo alla guida della società, e siamo sempre stati soli: abbiamo fatto mille errori, ci siamo tolti qualche soddisfazione e sono arrivate anche delle brutte delusioni, ma ci siamo sempre stati e abbiamo speso parecchi soldi. Ora, però, è diventato impossibile continuare così.

Si spieghi, cosa intende?

Intendo dire che la nostra volontà è quella di continuare, ma la mia famiglia da sola non può e non vuole andare avanti. La pallacanestro, lo abbiamo detto mille volte, è solo l'ultima delle nostre attività: abbiamo un gruppo aziendale da mantenere, e quella deve essere la nostra priorità.

Avete intenzione di mollare?

A volte la tentazione sarebbe quella di mandare tutto al diavolo, ma la Pallacanestro Varese è una realtà troppo importante per questa città ed è un dovere di tutti cercare di mantenerla viva.

Da qualche mese si è affacciata la novità del progetto di creare una polisportiva. Come giudica questa cosa?

Ritengo che l'idea sia ottima e il progetto interessante, e sono convinto che la costituzione di una polisportiva sia l'unica strada percorribile per garantire un futuro alle realtà della città, pallacanestro su tutte.

Siete aperti, dunque, alle proposte del gruppo rappresentato da Gianmarco Faija?

Apertissimi, e faremo di tutto per agevolare e facilitare la buona riuscita di questo progetto, se ci saranno le condizioni. In tutti questi anni non ci siamo mai chiusi alla possibilità di fare entrare in società nuove persone, in grado di dare una mano: e non lo faremo nemmeno ora.

Parliamo di tempi. Cosa succederà nei prossimi giorni?

La costituzione di una nuova società non è una cosa che si fa in una settimana, e prima di ogni cosa dovremo valutare la possibilità del trasferimento del titolo sportivo al nuovo soggetto, alla polisportiva. Le scadenze imposte dalle regole federali e dal campionato, però, ci impongono di continuare a lavorare su due livelli.

Ovvero?

Da un lato continueremo a darci da fare per iscrivere la squadra alla prossima stagione di LegaDue, per trovare un allenatore e per costruire un gruppo valido. Da questo punto di vista Vescovi sta lavorando benissimo e gode della nostra dotale fiducia.

E dall'altro lato?

Parallelamente lavoreremo, insieme a Faija e ai suoi soci, per far sì che il progetto vada a buon fine: nessuno è qui mosso da interessi personali, ognuno di noi ha sempre operato per il bene della Pallacanestro Varese e della città. Ben venga chiunque che, con serietà, abbia voglia di darsi da fare.

Francesco Caielli

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