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Pillastrini, fumata bianca


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di Giuseppe Sciascia

Stefano Pillastrini a cuore aperto ed a ruota libera sul suo passato, presente e futuro in "salsa" varesina. Ufficializzato ieri l’accordo che legherà il 47enne coach nativo di Cervia alla Pallacanestro Varese per i prossimi tre anni, il nuovo tecnico della Cimberio scaccia subito i "cattivi pensieri" relativi alla "fumata nera" all’ultimo momento dell’ottobre 2003, quando sembrava in predicato di sbarcare sotto le Prealpi alla guida dell’allora Metis poi guidata da Giulio Cadeo: «Cinque anni fa era una situazione totalmente diversa, trattandosi di un subentro in corso alla guida di una squadra fatta da altri ma che mi piaceva molto. Questa invece è una situazione totalmente diversa che pur partendo dalla LegAdue, dunque da un livello non abituale per Varese, vuole arrivare a livelli importanti pur essendo totalmente da pianificare».

Un accordo pluriennale accompagnato da un ampio mandato sotto il profilo tecnico e "gestionale" per il tecnico "bi-campione" dell’A2 alla guida di Montecatini e Montegranaro: di fatto sarà proprio Pillastrini la "pietra angolare" del progetto di ricostruzione avviato da Cecco Vescovi, che sul coach romagnolo ha puntato con decisione sin dal primo incontro.

«La cosa che mi è piaciuta di più e che mi ha convinto a scegliere Varese è stata proprio la centralità del ruolo dell’allenatore nel progetto impostato dalla società. Il mio non è narcisismo, credo invece che sia molto importante che al giorno d’oggi un progetto a lungo termine parta dalla scelta di un tecnico che possa impostare una programmazione pluriennale seguendo le linee-guida della società: si tratta di una certezza che le idee condivise da subito tra me e Vescovi saranno perseguite anche qualora le cose non dovessero andare bene all’inizio».

Sintonia immediata tra il neo-GM varesino ed il tecnico del 1961, che per "sposare" la causa biancorossa nel contesto di un programma ampiamente condiviso con la società non ha esitato a scendere in LegAdue, preferendo la destinazione Varese alle "sirene" di Eurolega con Avellino: «Nei confronti con Vescovi e con la proprietà ma abbiamo espresso prevalentemente aspetti relativi alle strategie ed alla filosofia con cui procedere nella costruzione del progetto.

Nonostante sia all’esordio nell’incarico da GM Cecco ha espresso idee molto chiare che coincidono con i miei principi e penso che potremo lavorare molto bene insieme. Anche per questo mi è piaciuto molto il programma proposto da Varese: per me scendere di categoria non è mai stato un problema, a convincermi è stata tl’idea di un progetto con una logica di costruire qualcosa di duraturo senza farsi assillare dall’esigenza di fare risultato. Con questo so benissimo che i risultati saranno fondamentali, ma so anche che facendo le scelte secondo logica e senza affrettare le situazioni i risultati invariabilmente arrivano...».

Di sicuro il mandato pluriennale di cui è stato investito un allenatore "da palestra" come Pillastrini rappresenta un evidente segnale di "discontinuità" in termini di strategia di programmazione da parte della società biancorossa, «Dopo una retrocessione così inattesa come quella della Cimberio credo che sia logico pensare ad una svolta, impostando una programmazione a lungo termine che a Varese mancava da qualche anno. Nel basket di oggi cercare di fare risultato in questo modo non è molto frequente, ma sono fermamente convinto che sia questa la strada giusta per creare qualcosa di duraturo. Molto importante sarà mettere subito basi solide in sede di costruzione della squadra, perchè infortuni a parte sono dell’idea che meno si cambia in corsa e meglio è. La cosa importante è scegliere gente contenta di giocare a Varese e costruire una squadra che abbia talento sufficente per competere al vertice della LegAdue, cercando di creare un nucleo che almeno in parte possa far parte del progetto per più di un anno».

La prima priorità espressa da Pillastrini è quella di confrontarsi con il trio Passera-Boscagin-Galanda - ossia gli italiani sotto contratto che dovrebbero rappresentare le "pietre angolari" del progetto-rinascita - per verificarne intenzioni e motivazioni in vista della prossima stagione:

«Innanzitutto vorrei parlare con i giocatori sotto contratto per capire quanta voglia abbiano di riscattare una stagione molto negativa: mi auguro che tutti abbiano in testa di farsi perdonare qualcosa da una società ed una piazza di grandi tradizioni e vogliano dimostrare che lo scorso anno è stata solo una parentesi negativa. Chiaro che gli italiani a disposizione sono molto validi per un campionato di LegAdue, tenendo conto che è proprio sugli italiani che si deve costruire per avere una base solida e sana. Lo scorso anno mi era parso di cogliere un atteggiamento un po’ snob da parte dei giocatori, come se nessuno avesse responsabilità per la situazione di classifica: io voglio elementi che non si sentano decaduti nell’affrontare la LegAdue, ma che siano invece disposti a rimboccarsi le maniche e dimostrare sul campo di non valere questa categoria».

Con tutto ciò dunque la parola "promozione" non fa parte del vocabolario varesino di Stefano Pillastrini: il che non significa che non possa entrarci più avanti...

«Ad oggi non ha senso parlare di obiettivi di classifica: è chiaro che siamo ambiziosi, ma dobbiamo concentrarci su quello che potremo ottenere col lavoro quotidiano. Nella costruzione della squadra si privilegeranno le scelte fatte oggi per vincere domani piuttosto che quelle svolte oggi per vincere oggi: l’idea è quella di costruire un sistema solido e duraturo ma non è detto che servano soltanto giovani per arrivare a questo obiettivo, non è da escludere che puntare su un americano di 35 anni che faccia migliorare i giovani sia funzionale rispetto agli obiettivi di crescita». .

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