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Varese, firma Childress


Lucaweb

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C’è anche la firma sul contratto. La Pallacanestro Varese annuncia l’ingaggio di Randolph Childress. Notizia ormai scontata e da diversi giorni ma ufficializzata soltanto ieri a causa di alcuni passaggi "tecnici" nel procedimento della rescissione contrattuale tra il giocatore del 1972 e la Pepsi Caserta. E’ questa la prima operazione formalizzata dal neo general manager Cecco Vescovi aspettando quelle annunciate per Gergati e Martinoni, quest’ultimo attraverso un prestito biennale da Treviso.

«Abbiamo puntato su un giocatore in grado di darci garanzie sotto il profilo dell’esperienza e del rendimento dentro e fuori dal campo. Al di là del suo eccellente valore tecnico - spiega Vescovi - abbiamo preso in considerazione anche l’aspetto umano del giocatore; la scelta di Randolph non è certo una bocciatura per Passera, anzi la sua presenza dovrà essergli d’aiuto e di stimolo. Crediamo molto nelle qualità di Marco cui riconosciamo ampi margini di miglioramento: poter lavorare tutti i giorni contro un giocatore di alto livello, lo farà sicuramente crescere. Passera e Childress giocheranno spesso insieme, riteniamo che questa possa essere una bella occasione per dare una svolta positiva alla sua carriera».

Il dirigente biancorosso si unisce all’impazienza di Pillastrini sottolineando a sua volta la necessità di arrivare in fretta a una decisione sull’affaire-Galanda: «Giovedì sera ho avuto un lungo colloquio con Giacomo dal quale ho tratto riscontri positivi in merito alla sua volontà di rimanere a Varese ma vorrei più entusiasmo da parte del giocatore che, in tempi brevissimi, dovrà pronunciarsi. Personalmente mi auguro che resti, in LegAdue l’ex azzurro vale un terzo americano».

Stefano Pillastrini, nel frattempo, illustra le sue "logiche" nella costruzione del fitto programma precampionato che la società sta allestendo per assecondare la volontà del coach di Cervia di svolgere una lunga serie di "test preparatori" al fine di mettere a fuoco in tempi brevi il nuovo sistema di gioco: «Sono abituato a far giocare molto le mie squadre durante il precampionato: Varese, nel corso delle sette settimane di preparazione, disputerà non meno di 11 o 12 partite, cercando di capire in fretta quali aspetti del gioco correggere per arrivare pronta all’appuntamento del campionato. Disputare così tante gare di preparazione non serve per affinare la forma fisica, i carichi di lavoro iniziali non permetteranno certamente di essere brillanti. Però nelle prime settimane di lavoro viene impostata la base del sistema di gioco. Confrontarsi molto con avversarie "vere" anzichè lavorare in allenamento permette di capire su quali aspetti bisogna lavorare di più».

Il programma di precampionato è ancora da sistemare ma si ha ragione di credere che tra il 18 agosto e il 5 ottobre la Cimberio giocherà a ciclo quasi continuo, senza preclusioni di sorta riguardo allo "spessore" delle avversarie.

«Siamo aperti a qualsiasi sfida, personalmente non mi faccio problemi di sorta nel giocare contro avversarie di LegAdue che, poi, troveremo in campionato oppure contro squadroni di serie A1 che, spesso e volentieri, a settembre, sono incompleti per l’attività delle Nazionali o perché sono alla ricerca di giocatori sul mercato. Ai risultati di queste amichevoli bado poco, a settembre è molto difficile valutare i veri valori in campo: se sei prontissimo nel periodo precampionato, può essere un problema, quel che conta è arrivare rodati alla partenza del 5 ottobre».

E il tecnico romagnolo ribadisce il suo scarso interesse nei confronti dei risultati delle amichevoli, anche nell’ottica di non voler alzare troppo il profilo delle ambizioni: «Capisco che cominciare la stagione con qualche vittoria darebbe entusiasmo all’ambiente ma alzare eccessivamente le aspettative a causa di successi effimeri contro avversarie magari incompleti è a mio avviso un errore. In realtà non mi angoscerei neppure nel caso di qualche possibile "figuraccia" durante la preparazione. Il 5 ottobre si parte tutti da zero punti: bisogna arrivare pronti fisicamente e mentalmente all’appuntamento con le partite vere».

Giuseppe Sciascia

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