Lucaweb Posted September 29, 2008 Share Posted September 29, 2008 di Francesco Caielli Voce assonnata, con un viaggio transoceanico alle spalle e un fuso orario ancora da smaltire, Arizona Reid ha già voglia di farsi conoscere: con un nome così, con una faccia così, il nuovo straniero della Pallacanestro Varese non può che ispirare simpatia al primo sguardo. In città da un paio di giorni («Il posto mi piace, ho già fatto qualche passeggiata in centro. Ma come mai i negozi sono sempre tutti chiusi?»), l'uomo scelto da Pillastrini per completare la sua squadra ha tutto l'entusiasmo dei suoi ventidue anni e tanta voglia di iniziare. leader nato Venuto su a pane e basket in una famiglia numerosissima (ha tre fratelli e due sorelle), Arizona ha iniziato a giocare fin da subito, ed è abituato ad essere il migliore: numero uno nella sua High School di Gaffney (stella della squadra, le copertine delle più prestigiose riviste del settore), numero uno nel suo College, la piccolissima università di High Point, dove Reid è il tuttofare (miglior giocatore della sua division nelle stagioni 2006/2007 e 2007/2008, uno dei pochi atleti NCAA ad aver segnato almeno 2000 punti e catturato più di 1000 rimbalzi). La Nba non lo ha filato, e Arizona è salito su un aereo per tentare la carta europea: alla Summer League di Treviso si è messo in mostra tanto che Pillastrini ha deciso di prenderlo per la sua Varese. Arizona sa fare un po' di tutto, e l'unico limite è rappresentato dal fatto che, fino ad ora, non si è mai misurato ad alti livelli: High Point è un College piccolo, mai arrivato in fondo al torneo degli universitari americani, e nella sua squadra Reid è sempre stato il leader unico e incontrastato. Ma il Pilla, di solito, i giocatori li sa scegliere bene: e Arizona ha proprio la faccia di una scommessa già vinta. le prime parole «Difficile descrivermi - racconta - di certo posso dire che non sono un giocatore spettacolare. Però riesco ad esaltarmi quando l'intensità del gioco si alza, amo buttarmi a recuperare i palloni, mi piace difendere forte e mettere in campo tutta la mia adrenalina. Godo per un rimbalzo catturato come per un canestro segnato, e al mio College ho imparato a ricoprire un po' tutti i ruoli: adesso ho voglia di mettermi alla prova con il vostro basket». Dopo un'esperienza al college esaltante, la scelta di venire in Italia, in LegaDue, a Varese. Possiamo chiederle perché? Avevo deciso di tentare la carta europea, e sono stato convinto da coach Pillastrini. Lui mi ha raccontato il suo modo di intendere la pallacanestro e quello che ha in mente di fare con Varese: ho deciso in un attimo, e adesso sono contentissimo di essere qui. Oggi inizia l'avventura con la sua nuova squadra. Con quali obiettivi? Io non ho obiettivi personali, mi interessano soltanto quelli della squadra. So che ci aspetta una stagione difficile, e starà a noi cercare di dare sempre il massimo: dovremo essere bravi a formare un buon gruppo. E poi l'obiettivo è uno solo: dobbiamo andare in serie A1, non ci sono storie. Ha già avuto modo di conoscere qualche suo compagno di squadra? Ancora no, li vedrò oggi e sono molto curioso. Finora ho conosciuto solo coach Pillastrini, con cui ho parlato a Treviso, il suo assistente Cavicchi che in questi due giorni è stato insieme a me, e il general manager Cecco Vescovi. Avrò modo di conoscerli tutti, avremo tempo di stare insieme. Ma lei lo sa che qui il basket è una cosa seria e che i tifosi sono tanti e appassionatissimi? Sì, me ne hanno parlato. Ecco un'altra cosa che ho voglia di assaggiare quanto prima. E cosa si sente di dire ai suoi nuovi tifosi? Di starci sempre vicino, di continuare a sostenere la squadra con il loro calore. Noi, da parte nostra cercheremo di fare di tutto per meritarci tutto il loro affetto. Link to comment Share on other sites More sharing options...
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