Arizona: «I monti, che novità per me» Gergati: «Carpirò i segreti del play»

[Lucaweb]

di Damiano Franzetti

VARESE Con Cecco Lenotti a tirare il gruppo, chiacchierare mentre si sale il viale delle cappelle non è semplice neppure per gli atleti. Eppure, in un clima da primo giorno di scuola, tutti i ragazzi di coach Pillastrini hanno cordialmente commentato questo inizio di stagione. Se Totò Genovese non ha mancato di ricordare un'estate trascorsa sulle isole (la sua Sicilia, ma pure la Sardegna) e terminata ora sul monte che sorveglia Varese, c'è chi candidamente confessa di non aver mai camminato in montagna. «È la prima volta che inizio così - spiega il più atteso di tutti, Arizona Reid - ed è anche la prima volta che vado per i monti in vita mia. Ma sono contento: son qui per imparare cose nuove, dentro e fuori dal campo».

Al fianco di Lenotti, lungo tutto il viale, è spuntato il cappellino rosso di capitan Giacomo Galanda che ha parlato fitto fitto con il preparatore ritrovato. «Sono contento che ci sia di nuovo Cecco, soprattutto per lui. La Pallacanestro Varese è nel suo cuore ed è bello che sia in qualche modo tornato a casa. Però voglio anche salutare con affetto il suo predecessore, Fabio Pilori, con cui ho avuto un ottimo rapporto umano e professionale e che in questi due anni mi ha seguito davvero bene». Poi Gek si sofferma sul panorama. «Io conosco già bene la strada, scorciatoie comprese. Certo che questo è uno degli spot più belli per la città di Varese». In attesa che il basket torni ad affiancarlo, aggiungiamo noi.

antonelli: «lavorerò duro»

Due che in biancorosso non hanno mai giocato, pur essendo varesini doc, sono Nicolò Martinoni e Lorenzo Gergati. «So di avere davanti Galanda e Cotani, quindi entro dalla porta di servizio - spiega il giovane lungo -. Però sono qui per conquistare la fiducia di Pillastrini. Lo conosco per averlo avuto in nazionale giovanile: già allora mi ha chiesto di aumentare la mia presenza in area con difesa, rimbalzi, tagliafuori».

«Finalmente sono tornato a casa - dice invece Lollo -, non vedo l'ora di cominciare. Vedo un bel gruppo, che dovrà diventare anche una bella squadra per vincere il campionato, che poi è ciò a cui puntiamo. Avrò modo di giocare con Childress e Passera: penso che verrò impiegato più come guardia, ma con due così conto di imparare anche altri ?segreti del playmaker?». Accanto a Martinoni sale Ricky Antonelli, voluto personalmente dal coach. «Sono molto contento della chiamata, non me l'aspettavo. Ora credo che Pillastrini mi farà lavorare molto duramente. Il mio obiettivo è quello di crescere, il minutaggio non è un problema».

Simone Cotani talvolta si ferma a godersi il panorama. «Non mi è mai capitato di iniziare una stagione in questa maniera. È una cosa particolare ma simpatica: la prendiamo un po' come una gita, quindi un modo per conoscersi e fare quattro chiacchiere. Mi piace». Anche per lui il nuovo compagno Reid è una scoperta totale: «Lo vedo bello gasato ed è giusto così: è giovane, credo vorrà dimostrare di valere un ingaggio in Europa. Pilla lo conosciamo tutti, penso che possa essere l'allenatore ideale per inserire Reid al meglio, se dimostrerà di avere le qualità che gli sono accreditate».

boscagin: «vedo tanta voglia»

In cima, sulla terrazza del ristorante Montorfano, arriva Randy Childress. «Voglio essere onesto: sono appena arrivato e so poco della nuova squadra. Pillastrini? Tra me e lui c'è grande rispetto reciproco e non ha avuto bisogno di spiegazioni particolari per convincermi a venire a Varese. Sapeva che ero libero, mi ha chiamato, gli ho detto di sì». Con Passera che non perde il suo buon umore, chiude il gruppo - e l'annus horribilis - Giorgio Boscagin. «Una camminata per eliminare ogni cattivo ricordo. Oggi è un giorno nuovo in cui vedo entusiasmo e voglia: da ora bisognerà lavorare per coniugare questi ingredienti e per costruire una squadra che funzioni». E che riprenda l'ascensore verso il Paradiso, che quassù sembra già un po' più vicino.