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La farsa continua....


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I problemi per l'A1 non sembrano finire....

Giovedì 9 ottobre 2008

Capo d'Orlando accusa:tre società inadempienti con l'erario

I veleni della società siciliana, alla vigilia dell'avvio del campionato, coinvolgono anche Teramo

TERAMO_Veleni sul campionato di basket di serie A. Il direttore generale di Capo d’Orlando Venza rivela i nomi di tre squadre con presunte inadempienze con l'Erario, mentre si attende l'ultimo verdetto, quello del Tar del Lazio. Il presidente Enzo Sindoni aveva rivelato l'esistenza di altre società di serie A in ritardo nei pagamenti e adesso i nomi, in merito a queste presunte inadempienze, vengono fuori: «So e lo dico in maniera ufficiale – ha dichiarato il direttore generale Francesco Venza – che ci sono tre società partecipanti al campionato di serie A che risultano indebitate con l'Erario: in ordine alfabetico Avellino, Milano e Teramo. Quale sia l'Ente creditore, obiettivamente, non lo so dire e poco mi importa”. Sempre a Capo d’orlando si sostiene che a due giorni dall'esordio in campionato contro Montegranaro avrebbe problemi la Sebastiani Rieti, tornata in A nel giugno 2007 dopo quindici anni di assenza.

Da altra fonte:

Venza ha puntualizzato ulteriormente: «Non sappiamo il perchè di questa differenza di trattamento. Dico in maniera ufficiale, formalmente ci sono tre società partecipanti alla Serie A che risultano indebitate con l’erario - spiega lo stesso dg orlandino -, si tratta di Avellino, Milano e Teramo. Quale sia l’ente credito rispetto a queste società non lo so dire e questo poco mi importa.

Evidentemente è un ente creditore non molto attento come, sempre tra virgolette, lo è stata la direzione generale dell’Enpals che ha sollevato - conclude il dg Venza - con una serie di documenti assolutamente dissimili l’uno dall’altro, e ne abbiamo più d’uno, (il caso Capo d’Orlando, ndr) in relazione ad accrediti da loro formalmente vantati e da noi non ritenuti tali».

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I problemi per l'A1 non sembrano finire....

Giovedì 9 ottobre 2008

Capo d'Orlando accusa:tre società inadempienti con l'erario

I veleni della società siciliana, alla vigilia dell'avvio del campionato, coinvolgono anche Teramo

TERAMO_Veleni sul campionato di basket di serie A. Il direttore generale di Capo d’Orlando Venza rivela i nomi di tre squadre con presunte inadempienze con l'Erario, mentre si attende l'ultimo verdetto, quello del Tar del Lazio. Il presidente Enzo Sindoni aveva rivelato l'esistenza di altre società di serie A in ritardo nei pagamenti e adesso i nomi, in merito a queste presunte inadempienze, vengono fuori: «So e lo dico in maniera ufficiale – ha dichiarato il direttore generale Francesco Venza – che ci sono tre società partecipanti al campionato di serie A che risultano indebitate con l'Erario: in ordine alfabetico Avellino, Milano e Teramo. Quale sia l'Ente creditore, obiettivamente, non lo so dire e poco mi importa”. Sempre a Capo d’orlando si sostiene che a due giorni dall'esordio in campionato contro Montegranaro avrebbe problemi la Sebastiani Rieti, tornata in A nel giugno 2007 dopo quindici anni di assenza.

Da altra fonte:

Venza ha puntualizzato ulteriormente: «Non sappiamo il perchè di questa differenza di trattamento. Dico in maniera ufficiale, formalmente ci sono tre società partecipanti alla Serie A che risultano indebitate con l’erario - spiega lo stesso dg orlandino -, si tratta di Avellino, Milano e Teramo. Quale sia l’ente credito rispetto a queste società non lo so dire e questo poco mi importa.

Evidentemente è un ente creditore non molto attento come, sempre tra virgolette, lo è stata la direzione generale dell’Enpals che ha sollevato - conclude il dg Venza - con una serie di documenti assolutamente dissimili l’uno dall’altro, e ne abbiamo più d’uno, (il caso Capo d’Orlando, ndr) in relazione ad accrediti da loro formalmente vantati e da noi non ritenuti tali».

:brr::aww: ........... -_-

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E qui un commento di Oscar Eleni :

.."Questa certezza che dispensa dall’autocritica è un bene, anche perché permette alla Federazione commissariata di far uscire il suo giornalino con le meravigliose pagine comiche dove il presidente defenestrato spiega perché lo hanno fatto sbagliare, mentre uno dei congiurati aggiunti, il mago della rinascita nel settore femminile, cerca di far capire, bisognerebbe conoscere il valore delle parole, perché ha detto basta alla dittatura del Faustino diventato infausto e non controllabile da chi, lo ha detto a gran voce, era tornato nel consiglio soltanto per ordini superiori, così, come per ordini superiori, questi “ giganti” delle sacrestie regionali ora si occuperanno del commissario Meneghin, aiutandolo a fare bene, a non sbagliare. Ci vuole un bella forza a vendersi in questo modo, ma fra rose e serpenti capita. Togliere la cappa di piombo ed arrivare al campionato senza sapere se succederà la catastrofe del torneo interrotto per legge visto che si sono inventati il complotto quelli che pur “sapevano” di non aver pagato e di essere in debito grave. Napoli ha fatto finta di non aver peccato, poi ha capito, ha smantellato subito e vedremo se pagherà le spese ora che la società non c’è più. Capo d’Orlando lotta in maniera diversa, anche davanti al debito evidente e quindi fuori dalle regole. Dicono di non essere i soli fuori legge e, pur non conoscendo il tipo di peccato denunciato sui giornali, assicurano che Avellino, Milano e Teramo, per non parlare di Rieti, sono nel territorio dell’erba matta. Si aspettano reazioni, documenti, prove, ma, in questo caso anche la Lega dovrebbe essere subito attiva: se è calunnia lo dica, se c’è peccato lo denunci. Veleno e serpentario. Veniamo alle rose, con le spine dovute.."

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In questo basket piangono tutti, quante lacrime di coccodrillo...

- -

10/10/2008 09:34 - PIANGONO. Piangono tutti. Piangono tanto. Ci inondano, con loro lacrime. Sono un fiume in piena. Poverini. Loro e quelle loro lacrime di coccodrillo.

Piangono Napoli e Capo d’Orlando, escluse dalla serie A per gravi e prolungate carenze contributive (per i campani si parla addirittura di problemi che risalgono al 2001...). Piangono e si arrabbiano. Gridano e urlano, accusando il resto del mondo. E noi, invece, ci chiediamo cosa mai ci facessero ancora in serie A.

Piange la Federbasket, rimasta senza presidente. Se n’è andato Fausto Maifredi (nella foto). E noi, per questo, non piangiamo. Per niente. Perché Maifredi ha contribuito a spingere il basket verso questa strada che rischia di essere senza ritorno. E’ stato tra coloro che lo hanno infilato in un imbuto che si sta trasformando in una trappola per topi. Se ne fosse andato prima, Maifredi, probabilmente il basket starebbe meglio. E, forse, piangerebbe meno.

Piange la Lega Basket dove il presidente Corrado non gode della fiducia generale e potrebbe seguire la sorte di Maifredi a stretto giro di posta: ha poche colpe, forse, Corrado, ma di certo presiede una Lega che negli ultimi anni ha imitato spesso e volentieri Tafazzi, dandosi violente martellate sui cosiddetti, fingendo che tutto andasse bene, madama la marchesa, mentre tutto andava male. Malissimo.

Piange Varese, che voleva essere ripescata. Che ha chiesto il rinvio della partita con Roseto di domenica scorsa, sperando ancora di agguantare la serie A per i capelli. Piange ed ha ragione, sia ben chiaro. Peccato solo che l’anno scorso, anche Varese, come tutti gli altri club di serie A, ha fatto finta che non fosse successo niente. Che non stesse succedendo niente. E che il basket era sano.

Piangono le «piccole» della serie A. Perché con un campionato a 16 squadre e due retrocessioni, ora rischiano grosso. Hanno perfino chiesto di bloccare le retrocessioni, di riportare la serie A a 18 squadre per ridiscendere a 16 entro il 2011. Un’ipotesi così contorta che più contorta non si poteva. Roba da piangere per davvero...

Piangono tutti, insomma. Piangono tanto. Lacrime di coccodrillo. Perché, ci chiediamo, dove fossero costoro in questi ultimi anni, quando c’era gente che andava in Europa senza pagare i contributi? E dov’erano quando Treviso tesserava giocatori che non poteva tesserare? E dov’erano quando c’erano squadre che ingaggiavano atleti con passaporti taroccati vincendo i campionati?

Chi doveva controllare, cosa faceva? Chi doveva intervenire, dove guardava? Chi doveva garantire, dov’era? Nessuno vuole rispondere, a queste nostre domande. La verità è che per troppi anni ad essere premiati sono stati i furbi e ad essere condannati sono stati gli onesti. E adesso, stanno tutti lì, a piangere. Lacrime di coccodrillo. Qualcuno ha pure il coraggio di fare la vittima. Mentre gli unici che dovrebbero piangere davvero, non piangono. Perché a piangere, di rabbia e di amarezza, dovrebbe essere la Pallacanestro Reggiana. A piangere dovrebbero essere tutte le società oneste. Quelle che i contributi li hanno pagati. Quelle che sono state attenti ai bilanci. Quelle che non hanno mai tesserato giocatori che non potevano tesserare. Quelle che controllavano i passaporti. Quelle che risanavano i conti aprendo i portafogli e acquistando giocatori meno bravi e meno cari, a costo pure di rischiare la retrocessione. Quelle, per intenderci, che hanno rispettato le regole. E che sono state calpestate. Sbeffeggiate. Segnate all’indice perché chiedevano il rispetto, di quelle regole. Ci fossero stati controlli più severi e un’etica più forte, ora il basket non piangerebbe. Ci fossero stati meno interessi di bottega e più intransigenza, ora questo sport, bellissimo e coinvolgente, non viaggerebbe a fari spenti nella notte sull’orlo di una crisi di nervi. Ci fosse stato quello che non c’è stato, saremmo qui a raccontarvi altre storie. E ci sarebbero meno lacrime di coccodrillo. Lacrime che non ci commuovono. Anzi, ci fanno arrabbiare ancor di più.

Poi, se il basket, un giorno, vorrà smettere di piangere e vorrà decollare davvero, dovrà fare una cosa semplice: ridurre il numero delle squadre professionistiche, darsi delle regole severe, avviare dei controlli metodici, garantire l’eguaglianza competitiva. Mica una roba difficile: basta avere la voglia di provarci. Smettendo di piangere e rimboccandosi le maniche...

Daniele Barilli

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In questo basket piangono tutti, quante lacrime di coccodrillo...

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10/10/2008 09:34 - PIANGONO. Piangono tutti. Piangono tanto. Ci inondano, con loro lacrime. Sono un fiume in piena. Poverini. Loro e quelle loro lacrime di coccodrillo.

Piangono Napoli e Capo d’Orlando, escluse dalla serie A per gravi e prolungate carenze contributive (per i campani si parla addirittura di problemi che risalgono al 2001...). Piangono e si arrabbiano. Gridano e urlano, accusando il resto del mondo. E noi, invece, ci chiediamo cosa mai ci facessero ancora in serie A.

Piange la Federbasket, rimasta senza presidente. Se n’è andato Fausto Maifredi (nella foto). E noi, per questo, non piangiamo. Per niente. Perché Maifredi ha contribuito a spingere il basket verso questa strada che rischia di essere senza ritorno. E’ stato tra coloro che lo hanno infilato in un imbuto che si sta trasformando in una trappola per topi. Se ne fosse andato prima, Maifredi, probabilmente il basket starebbe meglio. E, forse, piangerebbe meno.

Piange la Lega Basket dove il presidente Corrado non gode della fiducia generale e potrebbe seguire la sorte di Maifredi a stretto giro di posta: ha poche colpe, forse, Corrado, ma di certo presiede una Lega che negli ultimi anni ha imitato spesso e volentieri Tafazzi, dandosi violente martellate sui cosiddetti, fingendo che tutto andasse bene, madama la marchesa, mentre tutto andava male. Malissimo.

Piange Varese, che voleva essere ripescata. Che ha chiesto il rinvio della partita con Roseto di domenica scorsa, sperando ancora di agguantare la serie A per i capelli. Piange ed ha ragione, sia ben chiaro. Peccato solo che l’anno scorso, anche Varese, come tutti gli altri club di serie A, ha fatto finta che non fosse successo niente. Che non stesse succedendo niente. E che il basket era sano.

Piangono le «piccole» della serie A. Perché con un campionato a 16 squadre e due retrocessioni, ora rischiano grosso. Hanno perfino chiesto di bloccare le retrocessioni, di riportare la serie A a 18 squadre per ridiscendere a 16 entro il 2011. Un’ipotesi così contorta che più contorta non si poteva. Roba da piangere per davvero...

Piangono tutti, insomma. Piangono tanto. Lacrime di coccodrillo. Perché, ci chiediamo, dove fossero costoro in questi ultimi anni, quando c’era gente che andava in Europa senza pagare i contributi? E dov’erano quando Treviso tesserava giocatori che non poteva tesserare? E dov’erano quando c’erano squadre che ingaggiavano atleti con passaporti taroccati vincendo i campionati?

Chi doveva controllare, cosa faceva? Chi doveva intervenire, dove guardava? Chi doveva garantire, dov’era? Nessuno vuole rispondere, a queste nostre domande. La verità è che per troppi anni ad essere premiati sono stati i furbi e ad essere condannati sono stati gli onesti. E adesso, stanno tutti lì, a piangere. Lacrime di coccodrillo. Qualcuno ha pure il coraggio di fare la vittima. Mentre gli unici che dovrebbero piangere davvero, non piangono. Perché a piangere, di rabbia e di amarezza, dovrebbe essere la Pallacanestro Reggiana. A piangere dovrebbero essere tutte le società oneste. Quelle che i contributi li hanno pagati. Quelle che sono state attenti ai bilanci. Quelle che non hanno mai tesserato giocatori che non potevano tesserare. Quelle che controllavano i passaporti. Quelle che risanavano i conti aprendo i portafogli e acquistando giocatori meno bravi e meno cari, a costo pure di rischiare la retrocessione. Quelle, per intenderci, che hanno rispettato le regole. E che sono state calpestate. Sbeffeggiate. Segnate all’indice perché chiedevano il rispetto, di quelle regole. Ci fossero stati controlli più severi e un’etica più forte, ora il basket non piangerebbe. Ci fossero stati meno interessi di bottega e più intransigenza, ora questo sport, bellissimo e coinvolgente, non viaggerebbe a fari spenti nella notte sull’orlo di una crisi di nervi. Ci fosse stato quello che non c’è stato, saremmo qui a raccontarvi altre storie. E ci sarebbero meno lacrime di coccodrillo. Lacrime che non ci commuovono. Anzi, ci fanno arrabbiare ancor di più.

Poi, se il basket, un giorno, vorrà smettere di piangere e vorrà decollare davvero, dovrà fare una cosa semplice: ridurre il numero delle squadre professionistiche, darsi delle regole severe, avviare dei controlli metodici, garantire l’eguaglianza competitiva. Mica una roba difficile: basta avere la voglia di provarci. Smettendo di piangere e rimboccandosi le maniche...

Daniele Barilli

Come non essere d'accordo.....ora che si è toccato il fondo si provi a risalire.

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In questo basket piangono tutti, quante lacrime di coccodrillo...

Piange Varese, che voleva essere ripescata. Che ha chiesto il rinvio della partita con Roseto di domenica scorsa, sperando ancora di agguantare la serie A per i capelli. Piange ed ha ragione, sia ben chiaro. Peccato solo che l’anno scorso, anche Varese, come tutti gli altri club di serie A, ha fatto finta che non fosse successo niente. Che non stesse succedendo niente. E che il basket era sano.

Daniele Barilli

Ma che caxxo di discorso è questo?

E poi, abbiamo veramente pianto?

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La Gazzetta del Sud - venerdì 10 ottobre 2008 at 11.00

Dovrebbe conoscersi stamane la decisione del presidente della Terza sezione quater del Tar del Lazio in merito alla richiesta di sospendere la prima giornata del campionato di serie A in partenza domani sera con il primo anticipo, avanzata dagli avvocati Luigi Medugno e Letizia Mazzarelli, che assistono l'Orlandina verso l'ultima e decisiva possibilità per poter tornare nel grande circo della massima serie. Il tutto poiché, stante la presentazione del ricorso vero e proprio, lo stesso collegio del Tar si riunirà giovedì prossimo, decidendo entro la serata o, al massimo, venerdì 17 le sorti definitive dei paladini. L'eventuale sospensione della 1. giornata del torneo potrebbe segnare un passo importante ma anche il non accoglimento della richiesta lascerebbe le cose come sono poiché sarà l'udienza del 16 a decidere tutto.

Intanto la squadra continua a perdere pezzi come previsto. Dopo Diener ad Avellino e Brunner al Nahariya in Israele, ieri hanno fatto le valigie due giocatori del gruppo di italiani. Si tratta del canadese passaportato Phil Martin che, come previsto, oggi dovrebbe essere annunciato dalla neopromossa in A Eldo Caserta e Klaudio Ndoja, che firmerà a ore con Scafati, in Legadue.

Richiestissimi anche Adam Wojcik (certo il suo ritorno in Polonia) e Simone Flamini, oggetto di interesse della Premiata Montegranaro che cercherà di concludere l'affare entro oggi.

È partito anche Nik Caner-Medley alla volta di Girona ma solo per trovare un amico in Spagna, mentre continuano a lavorare in maniera stupefacente ed encomiabile il direttore sportivo Gian Maria Vacirca, coach Meo Sacchetti, gli assistenti Ugo Ducarello e Beppe Condello, il preparatore atletico Pippo Ferrarotto e il fisioterapista Stefano Tatonetti.

Intanto, anche se tardivamente, la politica sta muovendo solo ora i primi passi. Dopo il messaggio di solidarietà del presidente della Regione, Raffaele Lombardo, è la volta della Quarta commissione consiliare provinciale alla presenza dell'assessore allo Sport Rosario Catalfamo che si è riunita in seduta straordinaria per manifestare solidarietà all'Orlandina. Diffuso il seguente documento: «Dispiaciuti ed amareggiati dall'esclusione dal campionato di serie A dell'Orlandina e di conseguenza dalle competizioni europee, siamo vicini agli sportivi orlandini, alla squadra, alla dirigenza che con grande sacrificio hanno consentito di raggiungere vertici prestigiosi, rappresentando la Sicilia come unica squadra di pallacanestro in serie A».

«Ci auguriamo – si legge ancora – che il ricorso al Tar possa incardinarsi in una corsia "veloce", affinchè la giustizia amministrativa si possa esprimere nel più breve tempo possibile. Auspichiamo che la Lega rinvii di almeno una settimana il campionato di serie A affinchè (giudizio del Tar favorevole) l'Orlandina possa rientrare a pieno titolo nella massima serie ed in Europa. Il ritorno d'immagine sia a livello sportivo, sia a livello turistico è stato fondamentale in questi ultimi anni con la presenza dell'Orlandina in serie A e non si può tollerare l'ennesimo scippo nei confronti del nostro territorio». Il presidente della Provincia di Messina Nanni Ricevuto ha fatto suo il documento della quarta commissione consiliare, auspicando il rispetto delle regole e contestando i soliti "cavilli burocratici".

Infine il consiglio comunale di Capo d'Orlando ha espresso piena solidarietà all'Orlandina. Nel corso della seduta del civico consesso i lavori d'aula, guidati dal presidente Franco Ingrillì, hanno subito un cambiamento. È stata proposta la votazione di un nuovo ordine del giorno, riferito alla vicenda dell'esclusione della squadra dal campionato di A. L'ordine del giorno è stato votato all'unanimità da tutti i 16 consiglieri presenti, anche da quelli di opposizione al sindaco Sindoni.

Giuseppe Lazzaro

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Nota Orlandina Basket:

NOTA DELLA SOCIETA'

Nonostante il chiaro tentativo di gettare discredito con una tempistica sospetta, il nuovo attacco all’Orlandina Basket formulato oggi dal quotidiano “La Gazzetta dello Sport” finisce con il confermare l’infondatezza dei presupposti che hanno portato l’esclusione della società al prossimo campionato di Serie A.

Come evidenziato nello stesso articolo del quotidiano sportivo, la decisione del Consiglio Federale, poi ribadita dalla Camera di Conciliazione del Coni, riguarda esclusivamente la mancata iscrizione a bilancio di un debito con l’Enpals.

L’articolo cita tre cartelle esattoriali delle quali (quella di 900 euro) non vale la pena prendere nemmeno in considerazione.

L’altra cartella, di 225.589 euro, mai notificata risulta annullata il 17 gennaio 2008.

A proposito della terza cartella di 769.241 euro, si precisa quanto segue. L’importo prevede per oltre la metà sanzioni e ripropone debiti già calcolati nelle precedenti cartelle.

In ogni caso, contro la richiesta avanzata in data 22 gennaio 2008, l’Orlandina ha presentato ricorso ed il Tribunale civile di Catania che ha fissato l’udienza per il marzo 2010.

Quand’anche il debito andasse iscritto a bilancio “a titolo di accantonamento prudenziale”, è ovvio che ciò sarebbe dovuto avvenire nel bilancio 2008 e quindi in data successiva all’iscrizione al campionato di Serie A.

Infine, su altri aspetti citati nell’articolo, e comunque non collegati al procedimento che ha portato all’esclusione dal campionato dell’Orlandina Basket, si rammenta che proprio martedì la società ha presentato alla Procura della Repubblica di Patti un dettagliato esposto-denuncia con il quale si sollecita l’accertamento della regolarità dei pagamenti.

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Nota Orlandina Basket:

NOTA DELLA SOCIETA'

Nonostante il chiaro tentativo di gettare discredito con una tempistica sospetta, il nuovo attacco all’Orlandina Basket formulato oggi dal quotidiano “La Gazzetta dello Sport” finisce con il confermare l’infondatezza dei presupposti che hanno portato l’esclusione della società al prossimo campionato di Serie A.

Come evidenziato nello stesso articolo del quotidiano sportivo, la decisione del Consiglio Federale, poi ribadita dalla Camera di Conciliazione del Coni, riguarda esclusivamente la mancata iscrizione a bilancio di un debito con l’Enpals.

L’articolo cita tre cartelle esattoriali delle quali (quella di 900 euro) non vale la pena prendere nemmeno in considerazione.

L’altra cartella, di 225.589 euro, mai notificata risulta annullata il 17 gennaio 2008.

A proposito della terza cartella di 769.241 euro, si precisa quanto segue. L’importo prevede per oltre la metà sanzioni e ripropone debiti già calcolati nelle precedenti cartelle.

In ogni caso, contro la richiesta avanzata in data 22 gennaio 2008, l’Orlandina ha presentato ricorso ed il Tribunale civile di Catania che ha fissato l’udienza per il marzo 2010.

Quand’anche il debito andasse iscritto a bilancio “a titolo di accantonamento prudenziale”, è ovvio che ciò sarebbe dovuto avvenire nel bilancio 2008 e quindi in data successiva all’iscrizione al campionato di Serie A.

Infine, su altri aspetti citati nell’articolo, e comunque non collegati al procedimento che ha portato all’esclusione dal campionato dell’Orlandina Basket, si rammenta che proprio martedì la società ha presentato alla Procura della Repubblica di Patti un dettagliato esposto-denuncia con il quale si sollecita l’accertamento della regolarità dei pagamenti.

Comincia a muoversi la poltica, brutto segno

Possibile che chi non rispetta le regole debba sempre trovare protezione?

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Comincia a muoversi la poltica, brutto segno

Possibile che chi non rispetta le regole debba sempre trovare protezione?

sono notoriamente propenso a credere che l'abbiano fatta sporca, ma come fanno a sostenere tutto quello che sostengono circa la validità delle cartelle se sono tutte balle? alla fine il giudice si deve basare sui documenti, non sulle loro dichiarazioni.

mi sembra, peraltro, prassi del luogo in cui si trovano che la politica, in un modo o nell'altro, qualcosa c'entri...

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Perchè "operazioni simili" nel calcio NON vengono mai sanzionate???

Passaporti tarocchi... fidejussioni false... iscrizioni illegittime... tutto passato sotto silenzio... I "colpevoli" sono stati puniti con una tiratina d'orecchie e via!! Che schifo!

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La U.S.Victoria Libertas comunica che la Commissione Giudicante della Federazione Italiana Pallacanestro ha accolto il ricorso presentato dalla società avverso il provvedimento del Giudice Sportivo Nazionale di ammenda di €.50.000,00 per la violazione dell'obbligo di depositare almeno sei contratti di atleti di cittadinanza italiana. Il ricorso era stato presentato dall'Avv.Roberto Vellucci.

La Commissione Giudicante Nazionale - si legge in una nota della Fip -ha riconisciuto "la buona fede della società nell'interpretazione delle norma. La Commissione Giudicante Nazionale ha, al contempo, stabilito come la norma relativa all'obbligo di tesseramento di 6 atleti di cittadinanza italiana ha pienamente validità, efficacia ed è pertanto la regola in vigore da osservare."

:P:g[1]: :g[1]: :g[1]:

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Basket: Capo d'Orlando, Tar conferma esclusione da serie A

17 ott 10:38 Sport

ROMA - Capo d'Orlando definitivamente bocciata e quindi confermata fuori dalla serie A di basket. Il Tar del Lazio, infatti, questa mattina ha respinto la richiesta dell'Orlandina di sospendere la sua esclusione dal campionato. Per i giudici ''non e' stata fornita la prova, in termini di assoluta certezza del ripianamento dell'intero debito' nei confronti dell'Enpals''. (Agr)

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