Jump to content

Galanda intervista sulla gazzetta dello sport


Recommended Posts

Dal sito della pallacanestro varese

Giacomo Galanda si è meritato un'intervista a tutta pagina sulla Gazzetta dello Sport sorpassando i colleghi della A1. Ecco l'articoli tratto dalla Rosea:

Prima di domenica scorsa quindici rimbalzi in una sola volta Giacomo Galanda non li aveva mai presi. Con l'età, il suo gioco si è spostato più sotto canestro e i suoi 210 centimetri si fanno sentire.

"Soprattutto perchè sono sceso in Legadue", spiega ridendo (ma non troppo, l'ala di varese che sta dicentando centro.

Galanda, abbiamo trovato il nuovo centro della Nazionale? «Già nelle ultime stagioni ho cominciato a spostarmi di ruolo. Tecnicamente me la sono sempre cavata bene anche sotto, poi dipende dalla squadra. A Siena giocavo lontano da canestro e anziché andare a rimbalzo, ero il primo a tornare in difesa».

Com'è la Legadue? «Mi ha sorpreso positivamente. C'è meno talento e fisicità della serie A, ma il tatticismo è notevole. Anzi, è un basket più avanzato. E c'è un forte spirito di squadra: non vedo tante partite chiuse con margini elevati, le squadre non mollano mai».

Intanto la serie A perde i club. «Con tutti gli italiani che ci sono e che costano così tanto come si dice, non avrei mai pensato che i guai economici li avessero società di serie A... In LegaDue di italiani ce ne sono sette, con due extracomunitari e un comunitario, come una volta. A parte questo : da tempo si sentiva in giro che c'erano problemi in alcuni club ma le esclusioni sono arrivate a pochi giorni dall'inizio del campionato».

Giusta la decisione, sbagliati i tempi?

«Assurdo. Quando i giocatori chiedevano di ridiscutere la convenzione sugli stranieri e gli italiani, i club rispondevano che era impossibile cambiare le regole perché era necessario programmare la stagione successiva. Poi la stagione salta in pochi giorni e cambia il campionato, alla faccia della programmazione: una presa in giro».

Soprattutto per i giocatori e lo staff di Napoli e Capo d'Orlando. «C'erano contratti depositati, programmi definiti. I giocatori sono una categoria privilegiata, non sono operai, ma non è giusto ugualmente».

Cosa ne pensa della scelta di Meneghin?

«Andrea? Lo vedo tutti i giorni che allena i ragazzini di Varese. è bravissimo».

Papa Dino alla Federazione?

«È una grandissima figura che può rappresentare una nuova partenza del movimento. Ma bisogna essere realisti: un uomo da solo non può cambiare tutto, pur con il carisma e la personalità che ha Meneghin. Gli rivolgo un sincero in bocca al lupo».

In futuro chi ci vorrebbe?

«Andrebbero cambiati i vertici e la struttura. Come in politica, ci vorrebbe un ricambio generazionale: gli uomini ci sono, anche tra gli ex giocatori».

In futuro si impegnerebbe in prima persona?«Non sono dell'idea. Non vorrei essere condizionato e non poter dire quello che penso per ragioni politiche. Mi vedo meglio ad allenare i ragazzini».

Autore: Paolo Bartezzaghi

Link to comment
Share on other sites

Create an account or sign in to comment

You need to be a member in order to leave a comment

Create an account

Sign up for a new account in our community. It's easy!

Register a new account

Sign in

Already have an account? Sign in here.

Sign In Now
×
×
  • Create New...