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Serie A o LegAdue. Si torni sul mercato


Lucaweb

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di GIANCARLO PIGIONATTI

Meglio a tavolino che sul campo. Per Varese, naturalmente, nei fatti degli ultimi giorni, che accadano in procura o nelle amichevoli, poco importa.

Già, il procuratore federale deferisce Napoli, in sostanza lo "rinvia a giudizio" per inadempienze che, se dovessero essere conclamate, potrebbero anche determinare la sparizione del club partenopeo, quindi un posto libero nell’imminente campionato di serie A che dovrebbe toccare alla Cimberio. Questa è però una delle ipotesi, dovendo aspettare più gradi di giudizio. In realtà Napoli potrebbe anche salvarsi in corner con una penalizzazione in classifica. In questo caso addio ripescaggio per Varese la quale, ora come ora, ha tutto il diritto di sperare in una promozione rapida, fuori del campo, evitando una stagione da... fatica fors’anche sprecata. Se oggi la squadra, così per come sia stata concepita, in ordine a budget e a scelte politiche, a lunga maturazione, dà la percezione di dover faticare tra le avanguardie di LegAdue, figuriamoci per una promozione.

Meglio la serie A (come dimostrano le amichevoli), subito e a tavolino, per dirla con Catalano, a costo di mettere mano pesantemente al portafoglio per cambiare i connotati a questa Cimberio.

"Le balle sono balle e le categorie sono categorie", amava osservare Guzzinati, grande driver di trotto: qualche cosa di simile vale per la squadra biancorossa di fronte a due mondi, così diversi, di basket giocato: i risultati delle amichevoli con le squadre di A2, pur con tutti i distinguo degli addetti ai lavori biancorossi, sempre che non fingano ottimismo per mascherare preoccupazione, hanno rivelato, seppur all’ingrosso e indicativamente, determinati limiti, se si vuol considerare questa squadra tra le possibili candidate alla promozione. Sono limiti che ci siamo già permessi di annotare, offrendo il basket, almeno a una visione più... scientifica e globale, riferimenti di valore potenziale, per giocatore, abbastanza attendibili, al di là dell’entità di squadra, migliorabile in palestra e di gruppo, ma non sensibilmente nel suo talento d’assieme, avendo diversi giovani da far crescere, anzi da lanciare, persino con responsabilità. Manca un centro vero, come un tiratore, per dire di solidità nel cuore dell’area e di punti nelle mani (soprattutto fuori casa, laddove tira ben altra aria), non convincendoci mai i discorsi degli allenatori e dei giocatori in questione, quando essi si legano mani e piedi alla difesa la quale, come riconosciuta fonte di gioco e madre di ogni successo, non può però patire mancanze e tradimenti in attacco. Non facendo canestro, alla distanza, si frustra anche la più compatta e grintosa delle difese, dobbiamo ripeterci, dopo anni di previsioni avvalorate dai fatti. Dunque, si torni sul mercato. A maggior ragione questa squadra, se figurerà nella massima serie, dovrà cambiare pelle, almeno quanto basta per non fare da materasso.

E’ meglio partire da mezzi condannati in serie A che piazzati in LegAdue: su questo punto non v’è alcun dubbio, anche per altre e ovvie ragioni per aspettative da blasone, per seguito di tifosi, per movimenti di marketing e una serie di innegabili valori che mutano fra le due categorie. Per Varese non c’è altra morale che un ritorno sul mercato, anche per un’"A2", che, oggi come oggi, il tifoso non vuol più considerare, "gasato" dai nuovi accadimenti federali. Nel grande basket due, tre acquisti si impongono, potendo scegliere fra americani e per ruolo, affidabilità, prezzo se si punta a un "usato sicuro". Certo, ci vogliono anche i soldoni ma i Castiglioni, quando è l’ora delle decisioni irrevocabili, mai si sono tirati indietro. In questo senso dovremmo credere nel grande patron che, qualche giorno fa, al PalaWhirlpool, informandosi dei nuovi biancorossi che mai aveva visto, ha poi chiesto di Holland e di quale fine avesse fatto. Già, ma Holland è senza squadra e a Gianfranco Castiglioni piace un sacco, diversamente da quegli "evangelisti" della pallacanestro che, santificando il gruppo, ignorano le parabole dei talenti, di ciascuno. Non ci resta che aspettare per saperne di più, certi che la massima serie, di là della sua ovvia valenza, sia meno ingrata di una categoria selvaggia, come quella che sta sotto.

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