Lucaweb Posted October 26, 2008 Share Posted October 26, 2008 di GIANCARLO PIGIONATTI Aspetta e spera. Vien da dire con ironia pensando ad attese spasmodiche e gridate da alcuni versanti di Varese per chiedere che giustizia fosse fatta con la cacciata di Napoli e il ripescaggio nella massima serie della squadra di Pillastrini. Certo, il club partenopeo ha avuto la stangata che si meritava ma non è la sola società a dover pagare un conto salata per proprie manchevolezze, sicchè anche Capo d’Orlando di Meo Sacchetti è esclusa dal grande basket. Ciò significa che Varese non sarà ripescata, come annuncia il presidente della Fip, quindi fine ai suoi sogni di gloria. Personalmente, quando abbiamo trattato l’argomento, augurandoci il trionfo dell’etica e della legalità, abbiamo sempre cercato di annacquare gli entusiasmi non potendo dare per scontata una riammissione a tavolino della Cimberio in serie A, non avendo cognizione d’una realtà molto delicata, complessa e politica. Non solo ma parte in giudizio era Napoli, accusata di frode, cioè di un’iscrizione illegale al campionato, aggravata da un carteggio falso, rigettata (non sapevamo con quali prove contrarie) dal legale del club partenopeo, sicchè Varese si trovava solo alla finestra di un fatto che riguardava un’altra società, pronta a muoversi, se fosse stata chiamata dagli organi deliberanti, per occupare un posto vuoto tra le diciotto "sorelle" di serie A. Doveva solo aspettare l’ultimo inoppugnabile verdetto, al di là della sua autorevole disponibilità: non serviva alzare la voce o battere i pugni sul tavolo. Anche i tempi in più aule di giudizio e con più organi deliberanti facevano sentire puzza di bruciato nell’avvicinarsi di un campionato, anzi di due possibili per la speranzosa Cimberio, anche un po’ confusa, suo malgrado, da un momento abbastanza surreale per carte e verità ancora tutte da scoprire. Come non pensare a quel tale che deve partire per la montagna ma che, per ragioni esterne, gli prospettano un possibile cambiamento di programma, potendo anche finire al mare. Evidentemente non sa bene che cosa fare, se disfare le valigie nelle quali ha già sistemato guantoni, felpe e passamontagna per mettervi bermuda, camiciole e costumi da bagno. Qualche cosa di simile è capitato alla Pall. Varese, almeno sino a ieri, resta da chiederci se bisognerà aspettare l’inizio del campionato per effetto di possibili ricorsi delle società "stangate", ancora sospesi fra speranze molto remote di un recupero in extremis e una più sana e consigliabile cognizione della realtà che riguarda una LegAdue da affrontare con tutti gli attrezzi giusti. Ieri il consiglio federale, pur tra sussurri di spaccature e temporeggiamenti, ha affrontato il caso Napoli su sollecitazione del presidente del Coni per evitare novele odiose e poco serie alla percezione del movimento. Ebbene, tanto per fare chiarezza su tutta la linea, in ordine alle iscrizioni al campionato di tutte le squadre, i consiglieri hanno riscontrato anche irregolarità sul conto di Capo d’Orlando. Che fare allora? Doppia sforbiciata e via entrambe, messe fuori senza riguardi dal grande basket. Verrebbe da dire che il consiglio federale ha tagliato la testa al toro, anzi a due. Una doppia mannaia e giustizia è fatta. E Varese? Resta dov’è, essendo fuori servizio l’ascensore che porta al piano alto, venendo meno la necessità di un posto da colmare in un campionato di serie A a sedici squadre, quindi a numero pari e non dispari, come prevede una delibera d’intesa tra Fip e Lega. Ora, è vero, si mobiliterà Capo d’Orlando attraverso legittimi ricorsi, passerà altro tempo ma sarà cosa buona e giusta, per Varese, finite le sue "fughe in avanti", badare alla realtà che sta sotto i suoi piedi, quindi a una LegAdue che, giustamente, giudicata un inferno, va affrontata come Dio comanda, affinché si possa risalire presto in paradiso. In altre parole il club biancorosso, anche motivato da un’adesione incoraggiante di abbonati, farebbe bene a mettere subito mano all’organico, sin qui, schiaffeggiato dalle future avversarie (alla faccia delle amichevoli), per dotarsi di punti nelle mani, quindi di un americano che abbia tiro e fiuto del canestro, stoffa e personalità, che sappia anche spaccare una partita in un gruppo non eccelso di talenti. Per questa stessa ragione ci vuole un centrone comunitario che garantisca robustezza sotto i tabelloni, evitando a Galanda la parte del boia e dell’impiccato, il che significa una completezza competitiva di questa Cimberio. Sono considerazioni che facemmo a luglio indicando in Brion Rush (che poi finì a Strasburgo e non al Real Madrid) l’americano giusto nonché un pivottone alla Ceranic ma Pillastrini, puntando nel frattempo su Galanda "centro", s’è pure invaghito di Reid in una manifestazione molto dubbia per qualità di riferimenti in fatto di potenzialità. Ancora una volta, dopo tante scommesse azzardate e perse dal club biancorosso, s’è puntato al buio e non su un "usato sicuro". Budget e scelte giovanili, evidentemente, hanno indotto all’errore, salvo poi arrischiare più soldi per porvi rimedio. Cambiano i dirigenti, gli allenatori ma non muta la filosofia. Morale, la solita storia, evidentemente non s’impara mai abbastanza. Pillastrini è un valente allenatore, non un santone, va capito ed ora ascoltato adesso che, attraverso i primi assaggi, sollecita un potenziamento, sempre che si voglia Varese in serie A, passando dal campo, come pretende una sana competizione. 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