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«Scommetto su Varese»


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Domande e risposte di un apprezzabile allenatore

(ma. tu.) - Dieci domande per Stefano Pillastrini, coach della Cimberio Varese, possono bastare, dieci domande che, eventualmente, riprese nel mese di maggio 2009 aiuteranno a non dimenticare.

Pensieri interessanti da accarezzare e considerazioni acute sulle quali riflettere, dieci domande alcune delle quali anche impertinenti cui Stefano Pillastrini, coach della Cimberio Varese, ha risposto così. Eccole...

1) - Con quale stato d’animo affronta questa stagione alla guida della Pallacanestro Varese?

2) - Spesso ci sono difficoltà, ritrosia e un senso di falsa umiltà nel parlare delle proprie qualità o, al contrario, dei propri difetti. Potrebbe rivelarsi ai nostri lettori, scoprire insomma e pubblicamente il suo "io" umano e professionale.

3) - Nella sua attività professionale quali sono le cose che le danno più fastidio e quali, invece, le fanno più piacere?

4) - E come persona nella vita quotidiana?

5) - Al di là dell’allettante progetto a lungo respiro di Varese giudica la LegaDue un ridimensionamento rispetto alla vetrina del grande basket?

6) - Oggi come oggi in quale fila di un’ipotetica griglia di partenza collocherebbe la Cimberio?

7) - A suo parere quali saranno le principali antagoniste di Varese? In altri termini, quali saranno le formazioni candidate a partecipare alla corsa ?

8) - Quali saranno i principali protagonisti tra: italiani, stranieri, comunitari ?

9) - Potendolo quale grande giocatore avrebbe portato a Varese?

10) - Qui fuori, all’angolo, c’è un punto SNAI. Li scommetterebbe 100 euro sulla promozione, diretta o meno, di Varese ?

Ecco il Pillastrini pensiero di fronte a una piccola raffica di quesiti della redazione sul suo conto e sulla Cimberio che domani, in trasferta, contro Roseto, comincia la sua avventura in LegAdue.

1) - Parto con grandissima determinazione e pari ambizioni sentendomi addosso il peso, le responsabilità ma anche il prestigioso compito di riportare in alto una società gloriosa come Varese. Sono consapevole di affrontare, insieme con i miei uomini, un percorso duro perché questo campionato di LegaDue è uno dei più competitivi che si siano mai visti, con tante squadre che giocheranno per vincere e con nessuna che sembra destinata all’infelice ruolo di sparring-partner.

2) - Ho il pregio, come uomo ma anche come allenatore, di essere sempre molto “dentro” le cose che faccio. Il difetto, se vogliamo, è proprio in quest’ultima considerazione perché, assorbito totalmente dalla mia attività, finisco per rubare tempo e affetti alla mia famiglia, costringendola a comprensibili sacrifici.

3) - Mi danno fastidio le persone false o quelle che, per proteggere i loro interessi particolari, scaricano su altri le loro responsabilità. Questi aspetti mi intristiscono perché, a conti fatti, sono quelli che contribuiscono a inquinare il clima di reciproca collaborazione che, invece, dovrebbe sempre esistere tra dirigenti, staff tecnico, squadra e pubblico. Essendo un inguaribile appassionato della pallacanestro, mi piacciono tutti quelli che affrontano il gioco con entusiasmo e partecipazione. Sotto il profilo tecnico mi fa piacere veder crescere la mia squadra giorno dopo giorno. Mi esalta la sensazione che il gruppo aderisca anima e corpo al progetto, che sappia farlo proprio e che si stabilisca tra allenatore e squadra una sintonia perfetta. Tutte le volte che ci sono riuscito, e insieme abbiamo vinto, mi sono sentito profondamente realizzato e sereno perché, al di là della bellezza del gioco, sono poi le vittorie che danno un senso pieno al nostro lavoro di sportivi professionisti.

4) - Mi fa piacere vedere il benessere della mia famiglia, veder crescere i figli nel modo adeguato. Dopo quasi trent’anni di professione mi inorgoglisce il fatto di essere riuscito a mantenere unita la mia famiglia e sono perfettamente consapevole che questa cosa rappresenta un’altra importante vittoria della quale posso andar più che fiero. Mi dà fastidio essere ipocondriaco e un po’ fifone per tutti gli aspetti che riguardano la sfera della salute. Quando mi arrivano cattive notizie in questo senso, le somatizzo subito e, per qualche tempo, mi macero.

5) - Nella mia carriera sono passato per ben due volte dall’Eurolega alla serie B. Basterebbe questo dato per capire che non sono ostinatamente attaccato alla categoria e, per essere sincero, mi sento più ridimensionato quando, anche in serie A, mi sono state offerte panchine senza prospettive in società senza il minimo abbozzo per il futuro. In realtà mi piace più sposare un progetto e lavorare per portarlo avanti. Esattamente la situazione bella e coinvolgente che trovato a Varese.

6) - Seconda fila

7) - Tra le antagoniste della Cimberio cito innanzitutto Casale Monferrato, squadra assolutamente costruita per vincere, quindi la colloco in pole position, dietro vedo Soresina, a mio avviso sottovalutata. Infine, in griglia, ci siamo noi, Reggio Emilia, Venezia e Sassari.

8) - Tra gli italiani scelgo Matteo Formenti di Casale, tra gli stranieri Nate Green di Venezia, mentre tra i comunitari non mi sembra che ve ne sia uno con le qualità per essere davvero determinante.

9) - Risposta fin troppo facile: Gianmarco Pozzecco. Immagino che per una piazza come Varese il ritorno del Poz sarebbe stato non solo importante sotto il profilo tecnico, ma anche suggestivo sul piano dell’immagine.

10) - Sì, scommetterei senza esitazioni, sapendo, però, che 100 euro si possono anche perdere…

Massimo Turconi

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