Vescovi:"Il nostro segreto? Nessuno gioca per se"

[Lucaweb]

di Francesco Caielli

Chi soffre di cuore faccia una bella cosa: per un annetto, si dimentichi della Pallacanestro Varese, eviti di frequentare partite e palazzetti e, se proprio ci tiene, vada a vedersi il risultato a fine gara, sul televideo. Questa è una squadra che farà soffrire, ce lo si metta in testa, e le vittorie che arriveranno si assomiglieranno un po' tutte: sudate, lottate, senza fiato.

Cecco Vescovi, per fortuna, ha cuore forte e coronarie resistenti, fibre temprate da mille battaglie da leone del parquet: di finali mozzafiato come quello di Pistoia, lui, ne ha vissuti a decine. «Anche se - racconta - il mio self control è stato messo a dura prova, ed è stata sofferenza pura: a ventiquattro ore di distanza vorrei solo dormire un po' perché la tensione della partita non mi ha fatto chiudere occhio per tutta la notte».

Vittoria da leoni in una partita da brividi, per quanto è stata brutta: concorda?

Questa è la LegaDue: rassegnatevi e fate l'abitudine a partite così e ad avversari così. Inutile andare a cercare il pelo nell'uovo teorizzando il bel basket e lo spettacolo: qui bisogna vincere le partite, punto e basta. Se andiamo in campo a specchiarci nella nostra bellezza, perdiamo. Se scendiamo sul parquet per lottare su tutti i palloni, anche quelli del riscaldamento, allora possiamo pensare di vincere.

Tre vittorie simili, che hanno già detto parecchie cose: che il lavoro da fare è ancora tanto, ad esempio; ma anche che questo gruppo è davvero una squadra.

Abbiamo avuto la fortuna di trovare giocatori così, capaci di sacrificarsi e di mettersi insieme per un obiettivo comune, di dimenticare le statistiche personali per diventare una cosa sola con i compagni e l'allenatore.

Fortuna o bravura? E' dal mese di giugno che continua a ripeterci che il primo obiettivo era proprio quello di trovare giocatori così...

Allora diciamo che siamo stati anche bravi, e non solo fortunati. Però non basta, bisogna andare avanti, non bisogna abbassare la guardia: vietato fare calcoli perché, come ha detto Childress, la LegaDue va giocata affrontando una partita alla volta.

Lei odia parlare dei singoli, ma noi ci proviamo lo stesso. Se lo aspettava un Simone Cotani già così calato nel modo ?varesino? di intendere la pallacanestro?

Non lo conoscevo: tutti me ne parlavano bene e me lo descrivevano come un lottatore indomito, ma davvero non mi aspettavo un impatto così positivo. Ha carattere da vendere, è un combattente, ma ha anche dei numeri tecnici notevoli e delle grandi qualità. Può davvero essere l'anima di questo gruppo, e mi piace tantissimo perché non guarda in faccia a nessuno: può avere di fronte l'ultimo panchinaro della LegaDue o Bob McAdoo, che per lui è la stessa cosa. E' una pedina fondamentale.

Visto che sta al gioco, andiamo avanti con i singoli. Galanda merita più rispetto da parte degli arbitri, non crede?

Purtroppo Galanda deve rendersi conto che questa è la LegaDue, una giungla dove non c'è rispetto per il passato e per i grandi nomi. Il livello è quello che è, e lui è un mostro sacro del basket oltre che un giocatore tecnicamente imparagonabile rispetto a tutti i suoi avversari. Quando una di queste squadre incontra Varese, butta sul campo il massimo per battere una grande come noi. Quando uno di questi giocatori incontra Galanda, fa lo stesso: si aggrappa a tutto pur di non sfigurare nei suoi confronti, anzi, a volte si aggrappa letteralmente a lui. E' l'unico modo per fermarlo.

Capitolo amarcord. Lei, ex di Pistoia, nel suo vecchio palazzetto è stato accolto da una targa ricordo e un applauso lungo e convinto. Quanto fanno piacere queste cose?

Molto: significa che anche lì ho lasciato un bel ricordo. Anzi, solo lì, perché non credo che a quelli della Fortitudo verrà mai in mente di darmi un premio. A Pistoia ho passato due anni molto belli, e tornando domenica ho incontrato persone care che non vedevo da tempo. Sono stato felicissimo di rivederli, ma sono stato ancora più felice di portare via due punti belli, sudati e importantissimi.