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di Massimo Turconi

Misan Nikagbatse, sotto il profilo giornalistico, costituisce un impasto d’uomo davvero interessante. In lui, come facilmente intuibile, si osservano particolari intrecci genetici - ma l’argomento richiederebbe una preparazione scientifica che non possediamo -, e soprattutto “melange” caratteriali che rimandano direttamente ad una scontata retorica. Vedi, per esempio, da una parte, energia e vitalità fisica straripanti. Oppure, dall’altra, calma e rigidità tutte di stampo teutonico. Tuttavia ti accorgi che le cose stanno realmente così. Nika, quando è sul parquet trasmette una sensazione “elettrica” ma, appena è lontano dai 28 per 16, torna a vestire l’atteggiamento riflessivo che gli appartiene e lo aiuta a leggere il momento vissuto dalla Cimberio in maniera sobria e distaccata.

«Direi un buon momento, ma - sottolinea Nikagbatse -, quasi esclusivamente per i risultati anche perché sul piano del gioco, in particolare quello offensivo, siamo ancora molto indietro o, comunque, accusiamo vistosi alti e bassi. Lo si è visto contro Rimini in una partita che per almeno trenta minuti, là davanti, è stata decisamente inguardabile. Lo si è notato anche a Pistoia, gara in cui in un paio di occasioni ci siamo fatti rimontare buoni vantaggi, e in generale in tutte le partite disputate finora. In poche parole, il nostro sistema d’attacco ha certamente bisogno di tanto, tanto lavoro per iniziare a funzionare meglio ed esprimersi con maggior continuità. Intanto però ci godiamo una classifica scintillante e una difesa che, devo dirlo, ha stupito pure il sottoscritto».

Stupore condivisibile se si pensa che a Rimini, formazione presentatasi con buon credenziali al PalaWhirlpool, avete lasciato la miseria di 47 punti.

«Contro i Crabs, là dietro, a differenza di quanto ci è capitato in attacco, abbiamo lavorato molto bene e prodotto intensità per tutti i quaranta minuti. Siamo stati bravi sia nel mettere pressione sugli esterni, sia nel chiudere l’area. In qualche circostanza abbiamo lasciato ai riminesi conclusioni aperte che loro hanno puntualmente fallito perché, quando l’attacco non è in ritmo, è più facile sbagliare anche tiri semplici e ad alta percentuale».

- Massimo Galli, coach del Crabs, ha esaltato fisicità, atletismo e tonnellaggio della Cimberio, ritenendole caratteristiche assolutamente vincenti del match. Lei che conosce bene entrambe le categorie, ritiene che, davvero, Varese dal punto di vista fisico sia così devastante?

«Sono totalmente d’accordo con l’allenatore ospite e, del resto, basta dare un’occhiata al nostro quintetto di partenza per capire che la nostra taglia non sfigurerebbe nemmeno al piano di sopra. Nei cinque che sono partiti abbiamo schierato una “front line” con Cotani ala piccola, Dickens ala grande e Galanda centro. Come dire altezza media intorno ai 205 centimetri e doti atletiche a profusione per non parlare di qualità tecniche ed esperienza. Poi, se le partite si incanalano dentro i canoni tecnici e tattici che preferiamo, penso che diventi molto difficile farci canestro. Per chiunque anche perché – puntualizza Nika -, noi giochiamo con una stile differente da quello normalmente in voga in LegaDue. Gli altri spremono il massimo possibile dai loro piccoli noi, invece, come opzioni importanti, diamo priorità al gioco Interno».

Infatti, Childress a parte, statistiche e numeri incoronano i lunghi, mentre voi esterni siete talvolta in “stand by” e nel reparto dietro anche lei stenta a trovare il passo.

«E’ così - conferma Misan -. Le condizioni fisiche sono in via di miglioramento ma, dopo sette mesi di distanza dal campo, faccio ancora fatica soprattutto nella capacità di leggere le situazioni. Pure contro Rimini le mie scelte offensive non sono state esattamente brillanti e, in diverse circostanze, in presenza di buon tiri dal perimetro, mi sono buttato dentro l’area alla ricerca di stupide avventura e viceversa. Insomma, per dirla tutta, ho giocato al contrario, ma sono consapevole che si tratta solo di un periodo di adattamento e, spero presto, che il pubblico di Varese vedrà il vero Nikagbatse. E’ solo questione di tempo perché la fiducia, quella, non mi è mai mancata».

- La stessa fiducia nutrita dal pubblico. A Masnago si sono già sentiti cori trionfali.

«Ragazzi, calma: è davvero troppo presto per esaltarsi. Specialmente in un campionato terribile come la LegaDue. Stiamo facendo bene e Varese, a dispetto di un gioco così così, continua a vincere, ma siamo solo alla quarta giornata, con una vita intera davanti. Anzi, con due trasferte che si prospettano una più dura dell’altra. Essere contenti è giusto, ma volare bassi - conclude Nika -, lo è ancora di più».

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