Lucaweb Posted December 22, 2008 Posted December 22, 2008 di Massimo Turconi Se a Milano, sponda Inter F.C., hanno il loro “Special One”, noi, a Varese abbiamo, orgogliosamente, Stefano Pillastrini, che ci permetterà la battuta, data la corporatura, è il “nostro” “Special One and a half” (uno e mezzo…). Se in casa nerazzurra hanno Jose Mourinho che dice: non sono un pirla, noi abbiamo Stefano Pillastrini che, in tono altrettanto fermo, replica: non sono uno stupido. L’allenatore della Cimberio, infatti, nell’analizzare il momento della sua squadra, e quello generale proposto dal campionato, si toglie qualche sassolino dalla scarpe. «Siamo felicissimi per il primo posto in classifica ma - dice Pillastrini -, non mi piace l’atmosfera che, artatamente, altre società stanno tentando di costruire intorno alla mia squadra. Tutti i nostri avversari si affannano nel dichiarare che Varese è la squadra superfavorita, che è da “pole position”, che ha già un piede in serie A e via discorrendo con esagerazioni di questo genere. A queste considerazioni rispondo: attenzione, non sono uno stupido e so benissimo che queste frasi, in verità, perseguono due scopi ben precisi. Da un lato deresponsabilizzare chi le pronuncia, dall’altro addossare tutta la pressione esclusivamente sulle spalle di Varese. Il fine ultimo di questi soloni è, probabilmente, quello di nascondere le proprie squadre. Ma questo è un tranello dialettico nel quale noi non vogliamo cadere, la Cimberio è sì una buona squadra, costruita con cura e intelligenza ma, a tutt’oggi, sta sullo stesso piano di altre concorrenti che, però, hanno a disposizione budget di gran lunga superiori al nostro. Dalla nostra abbiamo una sola certezza: nel campionato di LegaDue dovremo sudare e faticare ben più delle proverbiali sette camicie perché fama, tradizione, prestigio, fascino, elementi che caratterizzano Varese e la sua storia, rappresentano uno stimolo in più per noi e perché le squadre che ci affrontano, ogni domenica, vogliono farci la festa». Accantonato questo sfogo più che giustificato, “Pilla”, posto di fronte al dilemma se scegliere una Varese bella o una concreta non ha dubbi e sceglie la terza via: la bellezza della concretezza. «Siamo consapevoli d’avere ancora tantissimo lavoro da svolgere, specialmente in attacco ma - spiega il tecnico della Cimberio -, per ora siamo confortati, e non poco, dalla sostanza e dall’efficacia della nostra difesa. A Rimini, squadra con la miglior produzione offensiva del campionato, abbiamo concesso solo 47 punti: una cifra che, sommata alle basse percentuali dei riminesi, certifica l’eccellente qualità della nostra applicazione.Per la prima volta, in stagione, abbiamo difeso senza soluzione di continuità per tutti i quaranta minuti. Un dato, quest’ultimo, che a miei occhi significa molto, il legame difesa-testa è strettissimo e, nella circostanza, mi ha fatto molto piacere vedere i miei giocatori spremersi con buona attitudine per tutta la gara». - Rimini ha provato a buttare sabbia nel meccanismo Childress-Galanda ottenendo, per buona parte del match, discreti riscontri. «Anche per questa ragione abbiamo il dovere di crescere a vista d’occhio sul fronte offensivo e gli ambiti nei quali dovremo concentrare la nostra attenzione sono diversi: innanzitutto creare le migliori condizioni possibili perchè i nostri attaccanti siano in grado di esprimere quello che sanno fare meglio. Dobbiamo poi incrementare il gioco e il movimento senza palla, aspetti che non sono ancora nelle corde del mio gruppo, quindi avere più gioco interno e fare più azioni con quattro-cinque passaggi, un evento questo che, attualmente, rappresenta una rarità mentre dovrebbe essere un fondamento del nostro gioco. Considerazioni che, sinteticamente, si riassumono in un concetto: lavorare per costruire alternative valide, credibili, efficaci. Detto questo, ritengo che ogni squadra, una volta limitati gli uomini cardine, vada in sofferenza. Vorrei vedere Jesi o Reggio Emilia esprimersi con Maestranzi o Young al 50% del loro potenziale». - Domenica la Cimberio sarà a Scafati, nella prima di due trasferte che assomigliano tanto ad esamini di fine mese. «Non la penso così e non vedo grandi differenza con i viaggi già effettuati a Roseto e Pistoia. E’ troppo presto per parlare di esami di breve periodo. A Scafati avremo problemi di organico, oltre all’assenza di Boscagin, scontiamo le cattive condizioni di Nika (ancora in dubbio la sua presenza contro l’Harem ndr) che non si è allenato in settimana per un fastidio al piede. Gli irpini, nelle prime giornate, hanno messo in mostra un basket molto tattico, mentre sette giorni fa a Sassari, un po’ a sorpresa, hanno prodotto una partita a viso aperto, tutta di grande intensità. L’Harem, che schiera diversi lunghi buoni tiratori, anche da 3 punti, richiederà costante attenzione difensiva e continui adeguamenti in una gara dalla quale mi aspetto una forte matrice difensiva: l’unica “ricetta” possibile - conclude Pillastrini -, per provare a mettere in difficoltà una compagine così camaleontica».
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