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Childress addita ad esempio Galanda


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di Massimo Turconi

Scopri la cifra di un giocatore sentendolo parlare. Non è una regola valida in assoluto né, tantomeno, un postulato ma l’esperienza suggerisce che le parole, spesso, valgono più dei numeri e delle prodezze sul campo. Randolph Childress appartiene a quella ristretta schiera di coloro che, argomentando di pallacanestro, usano sempre la parola magica, quella che manda in visibilio gli allenatori, cioè "noi". Il “noi”, concetto di squadra per eccellenza, abbonda in tutti i discorsi del playmaker della Pallacanestro Varese il quale, anche dopo la risicatissima, ma fondamentale vittoria ottenuta a Venezia, riavvolge il video della gara isolandone i momenti cruciali.

«Buon primo quarto in fase difensiva, con rotazioni di palla efficaci ma - puntualizza Childress -, una retroguardia piuttosto blanda. Leggermente meglio il secondo periodo su entrambi i lati del campo ma il terzo “tempino” è stato quello in cui, a mio parere, abbiamo giocato il basket migliore con discreta attenzione difensiva, presenza a rimbalzo e scelte di tiro effettuate sempre in equilibrio. E’ chiaro che, dopo trenta minuti di questo genere, con la squadra in partita e munita della concentrazione necessaria, nessuno di noi si sarebbe aspettato un finale così ad alto rischio».

- Nemmeno noi che, dalla tribuna, sul 62-70 a meno di tre giri d’orologio dalla fine, stavamo già per chiudere i taccuini. Cos’è successo in quel finale decisamente confuso?

«Una cosa difficile da spiegare perchè di colpo, abbiamo smesso di eseguire i giochi. Contro la loro difesa, fatta di raddoppi e forte pressione sulle linee di passaggio, abbiamo colpevolmente alzato il ritmo e accelerato le conclusioni. In quei frangenti l’errore più grosso è stato quello di non aver gelato la palla poi, come se non bastasse, è arrivato il fallo antisportivo a Cotani che ha cambiato, anche mentalmente, l’inerzia della partita. Meno male che nelle azioni finali - ammette tranquillamente Childress - siamo stati molto più che fortunati».

- In verità ci saremmo aspettati un finale tutto di marca Childress-Galanda.

«Una delle idee era far scattare i giochi a due per metter in movimento anche gli altri compagni. Ma, come detto, vuoi per la loro intensità difensiva, vuoi per le nostre manchevolezze, solo in un paio di occasioni siamo riusciti a trovare Galanda per un buon tiro. Tra l’altro voglio ringraziare Giacomo perché, dopo la ginocchiata presa in faccia, trauma che l’ha messo k.o. per diversi minuti, è rientrato in campo al momento giusto e, stringendo i denti, ha dato una mano a strappare una vittoria “sporca”, ma tanto, tanto preziosa».

- Qual è il suo giudizio sul momento vissuto dalla Cimberio?

«Volete una risposta onesta? Dal mio punto di vista, finora, abbiamo fatto un mezzo miracolo. Il motivo di questa affermazione è semplice: con una squadra nuova, dimezzata dall’assenza di due titolari importanti come Boscagin e Nikagbatse, tanti acciacchi che ci hanno impedito di svolgere allenamenti di qualità durante la settimana e un calendario che parla di quattro trasferte e due partita in casa, abbiamo prodotto il massimo. Credo che dal punto di vista dei risultati non avremmo potuto desiderare di più perché, ripeto, le defezioni di Giorgio e Misan sono davvero pesanti. Infine, per dirla tutta, la classifica è sicuramente più bella del nostro gioco ma rispecchia il carattere di una squadra che, per ora, non incanta, in attacco fa fatica, ma in difesa non molla mai».

- Con queste qualità vi avvicinate a Jesi, primo match clou della stagione annunciato come una sfida tra grandi coppie: lei e Galanda da una parte; Maestranzi-Maggioli dall’altra.

«Ho affrontato gli adriatici nelle finalissima dello scorso anno, posso dire di conoscerli bene e aggiungo che sarebbe sbagliato interpretare la gara di sabato in questo modo. Sarà, invece, una squadra contro l’altra perché Varese non finisce con noi, così come Jesi non è rappresentata solo dal suo asse play-pivot. Quella marchigiana è una buonissima squadra, che gioca insieme da tanto tempo. Certo Anthony e Maggioli sono i giocatori più appariscenti, ma anche gli altri americani sono di valore, per dire di gente esperta come Rossini, Sambugaro, Cantarello, Ryan. Mi aspetto una partita durissima contro una squadra che, adesso, è più in forma di noi e che, probabilmente, sta giocando meglio. Ma noi giochiamo in casa, vogliamo gratificare il nostro pubblico e restare da soli in vetta alla classifica. E’ abbastanza, no?».

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