Lucaweb Posted January 8, 2009 Share Posted January 8, 2009 di Samuele Giardina VARESE Da uno spavento a una piacevole chiacchierata: colpa e merito di Stefano Pillastrini. Nel dopo partita, infatti, dedicando la vittoria a Renzo Cimberio «perché non ha potuto esserci e ha sofferto», il coach ha fatto venire i brividi. Per fortuna, a ruota, è arrivato il due punti di spiegazione: «Hanno anticipato la partita quando aveva già organizzato la festa di compleanno…». In onore dell’anniversario di nascita, foglio bianco a disposizione del signor sponsor. Cavalier Cimberio, molti auguri e, nonostante l’assenza, cento di questi compleanni? Certo, ancora meglio se saranno più di cento. Com’è andata? Bene, ero in compagnia di diversi amici. E’ diventato perfetto quando è arrivato il messaggio da Cecco con «abbiamo vinto». Piuttosto, quanti sms sul telefono? Non lo so, ci pensava mio figlio, ma tanti. Nel primo c’era scritto «siamo sotto di quindici». Ho detto: «Forse è meglio se non ci penso». Il più bello? L’ultimo, no? Ma non faceva prima a spostare tutto al palazzetto? Festa inusuale ma molto speciale. Eh… fosse facile. Prima reazione alla vittoria? L’annuncio è arrivato quando stavo per iniziare il discorso di ringraziamento. Quindi ho esordito dicendo «devo fare una comunicazione di servizio», e mi sono commosso. Ha saputo della dedica di Pillastrini? In albergo, quando ho letto il comunicato stampa. Erano le tre meno un quarto e, con mia moglie, abbiamo messo su la cassetta della partita, registrazione che si è interrotta a 16” dalla fine del supplementare, fortuna sapevo il risultato. Un pensiero per cotanto canestro di Cotani? Bravissimo! Ha ripetuto Roseto quando segnò i punti vittoria. Uomo di volontà, di fisico, ma soprattutto uomo. Dopo Venezia e Jesi forse vale la pena dirlo: la Varese finora buona solo sulla carta è uscita dal foglio. E’ girato il vento e c’è un abisso rispetto all’anno scorso. Serviva come l’aria gente umile e onesta, dei lavoratori pronti a fare di «uno per tutti, tutti per uno» il loro motto. Serviva anche uno Stefano Pillastrini: persona in grado di lavorare con gli esperti ma anche di dare fiducia ai giovani. Ditemi quanti, nel contesto di una sfida al vertice, avrebbero messo in campo Martinoni nel momento in cui l’ha fatto lui: e infatti Niccolò è stato decisivo per dare una prima scossa. L’allenatore in una frase. Pillastrini è un pilastro. Istinto o razionalità: cosa l’ha fatta rimanere quest’estate? Semplice, mi ero impegnato per due anni e la parola ha un valore, soprattutto con una famiglia come i Castiglioni con cui esiste amicizia. C’é stato un momento in cui ha pensato di mollare? No. Un occhio alla sfera di cristallo del futuro. Nella sfera, o per la sfera, ha parlato la coreografia della curva: «Nella notte siamo caduti e come il sole risorgeremo». In televisione è sembrata stupenda, dal vivo? Uguale, forse anche meglio. Immaginavo. Ecco, la seconda parte, «come il sole risorgeremo», è il nostro destino. Trasmette una bellissima immagine, molto pregnante. E ne vale la pena. Vedete, non tutti i mali vengono per nuocere: non c’è l’ho con nessuno, ma era necessaria pulizia. Troppe invidie, troppi malesseri, troppo tutto da curare. Per ripartire servivano giocatori e, come ho detto parlando di Cotani, uomini. La retrocessione ha costretto un Giacomo Galanda, mica uno qualsiasi, a fare un passo indietro, ma scegliendo di rimanere Gek ha rinforzato la sua immagine. Ora, lui e Childress sono le guida dello spogliatoio, gli esempi da seguire per un gruppo dove del sentimento deve esserci: se non si è amici non si rientra da meno diciotto. A fine gara, trascinante, è partito il coro «la capolista se ne va»: pur di ascoltarlo è valsa la pena non essere ripescati? Mah… certo si vive anche di piccole grandi soddisfazioni come questa. Ora posso dirlo: ho un contatto fidato nelle stanze dei bottoni del basket e, appena è iniziata a girare la voce su un possibile ripescaggio, mi ha detto subito «ne escono due, garantito». D’altronde, hanno avuto l’aperitivo servito per portare a sedici la serie A senza troppi problemi: fosse partito tutto due mesi prima e non a settembre poteva andare diversa, ma così era tardi. Sentiremo parlare anche nei prossimi anni della Pallacanestro Cimberio Varese? Iniziamo a portare a termine il lavoro, poi vedremo: ma credo e spero di sì. Link to comment Share on other sites More sharing options...
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