Varese non vince più. Chiamala, se vuoi, crisi

[Lucaweb]

di GIANCARLO PIGIONATTI

La macchina biancorossa perde colpi. Se si corresse domani, si dovrebbe chiamare un meccanico della casa per un controllo alla testata e, se fosse necessario, per un cambio di pezzi. Invece, fortunatamente, una lunga pausa-vacanze consente a tutti, fermi ai box, di far rifiatare i motori. In realtà è il campionato a battere in testa, basti pensare a tutte le concorrenti della Cimberio, anch’esse ferme in attesa del carro attrezzi. E’ stata una domenica da massacro per Varese, Jesi, Casale e Reggio Emilia, tutte campionesse di discontinuità e di delusione. L’unica a spuntarla è stata Soresina che ha sfruttato il fattore campo, operazione non riuscita a Reggio Emilia che ha perso il suo giovane fenomeno, vale a dire Niccolò Melli, vittima di un serio infortunio (da stagione finita) a un ginocchio, quindi una gara, in casa, pur agevole sulla carta. Pillastrini e i suoi uomini le buscano a Brindisi, spenti da un’Enel che, ancora ultima, riesce però a mandare fuori giri Childress e compagnia bella (anzi brutta), ancora una volta autori di tanti scarabocchi, come le palle perse che, a 25 di media a gara nelle ultime tre, stanno affossando Varese. Hai voglia di costruire le tue fortune sulla difesa, quando l’attacco, puntualmente, la frustra, fra percentuali orribili di tiro e palle gettate al vento. La morale è la stessa di sempre, pur non capibile da qualcuno, in particolare da quei giocatori che inneggiano alla grinta e alla compattezza difensiva per non dover ammettere la propria mancanza di punti nelle mani. Se gli avversari, come i brindisini, scavalcano abbondantemente gli 80 punti, bisogna allora fare i conti in casa biancorossa per capire se i potenziali di ciascuno possono far lievitare cifre simili. A occhio e croce Galanda & C. sono capaci di congrui bottini, sempre che nessuno manchi all’appello in termini di contributo offensivo per affidabilità al tiro e gestione di palloni. Ma, se uomini di prim’ordine, nell’organico prealpino, sparacchiano a canestro o sgocciolano... palloni come rubinetti svitati, la vita in campo comincia a diventare dura. Pillastrini si meraviglia delle stecche di Childress, sua "prolunga" sul parquet, perché mai l’ha visto ciccare due partite di fila. In realtà a Masnago l’indiscusso leader biancorosso, poche volte, ha fornito prestazioni all’altezza della sua grande fama, tant’è che qualcuno, non sapendo chi fosse, una volta, si chiese di quell’acquisto. Lasciamo perdere questo caso limite, semmai, proprio settimana scorsa, ci siamo permessi di eccepire sul modo di stare in campo di Childress, talvolta, poco avvezzo alle finalizzazioni. Solitamente gli americani, soprattutto in LegAdue, sono scelti e chiamati per garantire iniziative personali ai fini di un rendimento di gioco e di segnature del collettivo, tant’è che le squadre meno competitive, almeno in casa, racimolano punti in classifica grazie alla verve offensiva della propria coppia statunitense. Sarà anche una constatazione da bar ma questa è più o meno la realtà. Dunque, Childress, con troppi affanni alla sua età, si riposi e si rassereni, passi buone feste per ricominciare alla grande, come fece, lontano da Masnago, agli inizi di questa avventura con una Cimberio da promuovere. Già, ancora capolista, ha però perso un paio di occasionissime per marchiare il campionato e poi viverlo con la sicurezza d’un padrone del proprio futuro. E’ crisi vera? Per ora quella di Varese potrebbe assomigliare alla famosa recessione economica, tanto fosca e insostenibile nella sua evocazione, quanto accettabile e sopportabile almeno a giudicare le colonne di auto che provocano ingorghi in città, segno di grande mobilità consumistica. Dunque, è crisi di risultati e di qualcos’altro ma essa, in casa biancorossa, non sembra così sensazionale, come si può supporre in un momentaccio. Auguri ai tifosi, ai Castiglioni, ai dirigenti, al tecnico e alla squadra affinché il Natale porti in dono nuove energie e certezze.