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Più forti della crisi. Più forti delle voci


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di Francesco Caielli

Varese Qualcuno non ha resistito alla tentazione, e si è già messo a urlare alla crisi. Altri hanno preferito farsi prendere dallo sconforto e dalla disperazione, e abbandonata l'illusione di una promozione in carrozza si stanno ormai preparando all'idea di qualche annetto da passare in LegaDue. Le tre sconfitte in fila sono arrivate, perfide, a turbare un Natale biancorosso che si annunciava invece sereno e senza patemi, e hanno portato in dote tanta, forse troppa, preoccupazione. La parola d'ordine, ora, è una sola: equilibrio.

PERCHE' STARE TRANQUILLI

Per un sacco di buoni motivi: innanzitutto perché Varese è ancora prima in classifica e, se il campionato finisse oggi, sarebbe promossa direttamente in LegaA. Avere mantenuto la testa della graduatoria nonostante tre sconfitte in fila è segnale di un campionato equilibratissimo, che la Cimberio ha interpretato alla perfezione con un inizio di stagione fantastico e perfetto. Ora è arrivato il primo momento difficile, ma è dal mese di giugno che dirigenti e allenatore ripetono come una litania la solita solfa: ci sarà da soffrire, avremo bisogno dell'aiuto di tutti. E allora che tutti aiutino questa squadra, in questi giorni difficili: senza abbandonarsi alla disperazione più cupa dopo essersi lasciati andare a un entusiasmo prematuro, e senza pensare che tutto sarà facile. Per scalare le montagne, bisogna sempre far fatica.

di

I timori

E' però lecito preoccuparsi. Perché le avversarie incombono e questa squadra dovrà fare di tutto per centrare la promozione senza passare dai playoff: vista così la Cimberio non appare una squadra attrezzata per vincere in partite mozzafiato dentro o fuori, dove conta il fisico e si gioca sporco e dove il talento fatica a venir fuori. Perché a Varese manca, al momento, un tiratore affidabile dalla lunga distanza in grado di scardinare le zonette malefiche che ormai tutti gli allenatori avversari propongono quando affrontano la banda di Pillastrini: Nikagbatse continua a fare a pugni con una condizione fisica che non lo sostiene, Passera non ha mai fatto del tiro la sua arma migliore, Gergati sta dando meno di quanto ci si attendeva e Childress è stanco.

L'affanno DEL PROFessore

Potremmo parlarne per ore, ma il motivo di tutte le sconfitte di Varese è molto chiaro: la Cimberio ha vinto finché Childress ha giocato come il fuoriclasse che è, la Cimberio ha iniziato a perdere da quando Childress ha smesso di giocare. Ora bisognerebbe avere la palla di cristallo per sapere che cosa stia realmente accadendo al play Usa, oppure avere il dono dell'invisibilità per intrufolarsi nello spogliatoio biancorosso e capire se, al riparo dagli occhi del mondo, stia succedendo qualcosa di grave. Le voci di difficoltà economiche per la famiglia Castiglioni non sono voci ma sono certezze, lo hanno detto e ripetuto i Castiglioni stessi ammonendo la città: «Occhio, che da soli non ce la facciamo». Purtroppo, per colpa o per destino, sono rimasti da soli e ora fanno fatica: da qui a dire che i giocatori non prendono gli stipendi, però, ce ne passa. La città mormora e le voci si rincorrono, ma con le voci non si va da nessuna parte e mai come ora c'è bisogno di certezze. Se è vero quanto rimbalza da qualche settimana per le vie di Varese, con i soliti ben informati certissimi di una società in pressanti difficoltà economiche, allora è giusto che qualcuno dall'interno della società parli e dica qualcosa. Altrimenti, noi, continueremo a ripetere che Childress gioca male perché è stanco, perché sta pagando un inizio di campionato in cui è stato spremuto come un limone, e dopo questa sosta tornerà più forte di prima.

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