Lucaweb Posted February 7, 2009 Posted February 7, 2009 di GIANCARLO PIGIONATTI Al diavolo il 2008. Da maledire, non potendolo dimenticare. Almeno per quella stagione velenosa, anzi infamante per Varese sotto i canestri. Tante brutte storie o comunque una schifezza più grande, d’una retrocessione, che resterà nell’albo biancorosso, durissima da vivere ma possibile da ammorbidire, se la squadra risalirà un’impietosa e faticosa china. La società è la stessa, mettendoci i signori Castiglioni faccia e propositi, che costano in amor proprio e in soldoni, sono cambiati i dirigenti per responsabilità aziendale, per dire di Cecco Vescovi general manager e Massimo Ferraiuolo direttore sportivo, prim’ancora anime biancorosse di varesini veri e personaggi amati. Gli ultimi mesi del 2008, attraverso un progetto nuovo, restauratore ma anche imprevedibile per scelte affidate ai giovani ma non al tempo d’una loro aspettativa ragionevole, seppure aleatoria, quindi a una squadra, subito in testa alle gerarchie di un campionato ancorché sconosciuto per tipologie di valori, hanno arricchito di entusiasmi l’avvento di un nuovo anno. Già, il blasone vale un fico secco in campo. Dunque, le premesse per "rottamare" una stagione sciagurata c’erano e ci sono, ancorché una fine d’anno molto livida, per gioco e risultati, ha fatto traballare le cognizioni di coloro che avevano dato per scontata una marcia trionfale. La terza caduta consecutiva, da "via crucis", ha così indispettito la proprietà che ha chiesto conto ai dirigenti d’una sconfitta lontana da ogni possibile inventario, almeno di fronte all’ultima squadra della serie qual è Brindisi. Quando scoppia un caso è di rigore un summit tra addetti ai lavori per meditare e ragionare, quindi per capire che cosa fare sulla soglia di ogni possibile disillusione. Chiamalo pure summit una chiacchierata aperta e franca dei Castiglioni padre e figlio con Cecco Vescovi, ciò che interessa riguarda il massimo obiettivo da ravvivare. E’ anche vero che nessuna azione societaria potrà garantirlo nel giorno del giudizio ma se altre squadre ritoccano gli organici per accrescere la propria competitività, allora anche la Pall. Varese deve fare le sue scelte: fare il fuoco con la legna che ha, oppure trovare qualche ceppo buono per tenere in caldo il suo primato. La prima ipotesi potrebbe anche bastare ritrovando la squadra alcuni elementi efficienti cui ha dovuto, spesso, rinunciare per infortunio o acciacchi ma tale decisione non può essere viziata da riguardi sentimentali o, peggio, da esitazioni filosofiche. Un rischio questo che ci sembra però superato dagli eventi, dovendo il club biancorosso pensare seriamente alla sostituzione di Marco Passera per dire di un effettivo apprezzabile della squadra, peraltro essenziale come cambio di un Childress, da tempo spuntato, quindi da recuperare dai... suoi misteri non più gaudiosi. Passera s’è infortunato seriamente in allenamento, pare, per una ginocchiata banale ma galeotta avendo essa leso il muscolo del quadricipite della gamba sinistra. Sono di ieri l’esame e il responso dei sanitari, diagnosi e prognosi sono come nuove staffilate per la Cimberio che, verosimilmente, perderà il valente play varesino per circa un mese. L’evento, da mala sorte, costringe società, dirigenti e tecnico a una valutazione profonda di un’assenza che affligge l’equilibrio di squadra nei suoi assetti. Può Varese fare a meno di un cambio così vitale in regia per quattro, cinque gare, sempre che il pericolo non sia il suo mestiere e con eventuali conseguenze in classifica? Non esiste la controprova riferita a una perdita che si presume pesantuccia ma si dà il caso che la Cimberio abbia già dato... in termini di rinunce e rendimento, sicchè adesso deve assicurarsi da danni eventuali. Un sacrificio, anche pesante, per la società, val bene l’esito d’una stagione di confine tra inferno e paradiso, sempre che si abbia la capacità di "reperire" un elemento che, di ritorno Passera, converrebbe ai piani biancorossi. In circolazione (si fa per dire, essendo da tempo ai box) c’è, per esempio, Dimitri Lauwers, classe 1979, guardia con passaporto italiano, del cui cartellino è titolare la Virtus Bologna. Di Lauwers, che vanta una buona fama di tiratore e che farebbe al caso di una Cimberio poco offensiva dal perimetro, s’era già interessata la società biancorossa. Già, costava prima ed è caro oggi. Dimitri non è un play, quindi c’entra poco con la regia lasciata vacante da Passera ma Dio ci scampi dai giocatorelli, disponendo Pillastrini del coriaceo Gergati: l’occasione di un’emergenza può essere sfruttata da Varese per un investimento intelligente di mezza stagione per effetto di un attaccante in più tra i piccoli in una zona del campo nevralgica. Patron Sabatini, che già prestò Holland ai Castiglioni, non dovrebbe fare storie, tocca allora convincere il tiratore italobelga, ben sapendo la società quale sia il miglior argomento di persuasione.
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