Lucaweb Posted March 2, 2009 Share Posted March 2, 2009 di GIANCARLO PIGIONATTI Mancia competente a chi sa spiegare i momentacci di Childress, "nostromo" biancorosso, da tempo, in balìa di avversari... agitati o molto mossi. In realtà resta da capire profondamente se il regista della Cimberio, fidata "prolunga" di Pillastrini in campo, sia precipitato nella mediocrità delle ultime giornate o se, comunque, al di là delle sue illuminanti letture di gioco, non sia più quello, di ben altra scienza cestistica, delle scorse stagioni. Portare palla, e senza farsela rubare, dovrebbe essere il minimo indispensabile per ottenere il patentino di guida, d’una squadra, eppure un leader, come Childress, va in affanno di fronte ad avversari appiccicaticci. Tra guida sicura e guida pericolosa c’è di mezzo il tempo, d’un play, prima regista (o forse più guardia con Passera play) d’una squadra vincente ed ora comandante in capo di una perdente. Un solo successo in cinque gare per una capolista ci sembra una roba grossa, persino da non credere ma purtroppo è tutto vero e non per sole colpe dello statunitense, dannoso però, e bisogna dirlo, a Brindisi e Veroli, dove ha impresso un ugual stampino per palle perse e tiracci. Dunque, senza un’azione continua, per fosforo ed energia, per gioco e canestri, questa Cimberio finisce per mollare quei freni inibitori... agli avversari i quali, allora, si lanciano all’assalto, sicuri di farla franca. Non c’è come sentire il respiro pesante o peggio il passo faticoso dell’avversario, scrutarlo negli occhi e captare anche solo un suo messaggio a un compagno per capire chi hai di fronte in quel momento. Hai voglia parlare di difesa quando segni la miseria di 24 punti in 20 minuti, roba da palla al cesto femminile Anni Sessanta. Resta una difesa frustata, tradita dalle proprie mani, proprio, nel momento di piazzare, in attacco, quella sudditanza psicologica che il potere sa esercitare nelle sue diverse espressioni. Ma s’è rotto l’incantesimo per Varese capolista che ha perso la sua vecchia forza: era accaduto a Brindisi, è successo domenica a Veroli e nonostante la presenza di un tiratore come Dimitri Lauwers che la società, sopportando un sacrificio, ha voluto biancorosso per puntare a una dichiaratissima promozione. Solitamente gli esordienti offrono prove mostruosamente illusorie, molti sono gli esempi, il più illustre della storia di Varese riguarda Micheaux che debuttò a Masnago con più di 30 punti sul gobbone di Cantù, dopo di che il lungo nero non scomparve ma vivacchiò tra sbadigli e lamenti, dei tifosi. E’ accaduto l’opposto per Lauwers che non s’è quasi visto, seppur finendo con numeri (di statistica) buoni, ovviamente pochi, visto il suo utilizzo col contagocce. Abbiamo avuto la sensazione di uno straniero che dovrà entrare in punta di piedi in una squadra con una sua definita identità e che dovrà conquistare sul campo e fuori. Nessun cruccio per Dimitri, molto serio e professionale, sempre che siano adeguati gli impieghi per potenzialità e meriti. Di Lauwers bisogna avere fiducia, come di tutti i biancorossi, da ricaricare di affetti, a patto che l’italobelga non assomigli a quel Masetti che Marino Zanatta ingaggiò come fuciliere ma che, una volta qui, fece di tutto e male, tranne che tirare. Varese è ferita nel suo amor proprio, d’un primato perso nell’ultima giornata del girone di andata ma, sia chiaro, del titolo di campioni d’inverno ci importa nulla, come tutto ciò che è platonico (accarezzabile ma non afferrabile), semmai ci preme capire se Pillastrini riavrà per intero e come nuovo il suo Childress, quello sul quale, pur non essendo un fulmine di guerra, si puntò come capobanda vincente. Link to comment Share on other sites More sharing options...
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