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di Giancarlo Pigionatti

Nessuna paura

di vincere, anzi di perdere. E’ proprio questa la forza degli uomini di Pillastrini in ogni loro avventura faticosa e allo spasimo con immancabili finali alla Dario Argento. Brividi sugli spalti amici, a volte forse rassegnati, visto l’andazzo in campo, se non che il lieto fine eccita ancor di più. Masnago in calore, non c’è che dire.

Se fosse sempre festa, la società saprebbe anche come fare un po’ di grano, basterebbe infilare i play off con il bonus del fattore campo, quindi tre partite su cinque in casa in ben tre turni. Il che frutterebbe nove incassi da 40.000 euro, fate un po’ voi i conti, anzi nessuno li faccia, lasciando per strada questa teorica e bizzarra idea. Non li fa la società la quale, pur potendo diventare venale, sarebbe invece disposta a pagare il biglietto di prima classe, d’un rapido ritorno nel grande basket. Non esiste alcun bisogno di fantasticare, la cima è vicina, sempre che la specialità della casa, di questa Cimberio, ovvero grande sofferenza e voglia di farla sempre franca, non si sciolga come aspirina in un bicchier d’acqua. Che Varese proprio ora si metta a fare gentili omaggi?

Ma anche questa ci pare un’eventualità da scartare, con ben 4 punti di vantaggio e non essendo la "Galanda & C." una concessionaria...

Semmai questa squadra, che diventa furiosa sotto lo striscione dell’"ultimo chilometro" o meglio dell’ultimo minuto, seppur sin lì non brillante, ha tutte le intenzioni di far scoppiare, come bombe ad orologeria, gli avversari per finire con una "festa comandata" la cosiddetta stagione regolare.

Siamo di fronte a un gruppo attrezzato, nella categoria, per missioni all’ultimo respiro, ben sapendo esso d’avere diversi uomini adatti alla bisogna, anche se ultimamente è risultato Lorenzo Gergati il vero "uomo giusto al posto giusto".

Con una tripla il figlio del caro Pierangelo fece stramazzare Venezia quasi sulla sirena, domenica scorsa in lunetta ha pareggiato i conti con la baldanzosa Pavia, spianando la strada di un supplementare che ha poi segnato la storia di un match che invece a molti pareva perduto.

Se ripetersi giova, come pensavano i latini, ci piace allora sottolineare la virtù d’una Cimberio che vince anche senza convincere, perlomeno sul campo, non certo i n classifica, laddove invece essa rispecchia la sua grande forza. Che è fisica e tecnica ma anche e, soprattutto, morale. Il che significa consapevolezza dell’ambizione d’una piazza che i biancorossi si portano addosso, quindi adeguatezza alla lotta per onorare la sfida.

Abituati a frugare nella spazzatura da mesi, quindi a sporcarsi mani e casacche, anche di macchie insopportabili (come alcune sconfitte che se le potevano risparmiare), questi uomini, se non svestiranno la loro tuta di lavoro, in cambio di un frac che va pure loro largo, otterranno ciò che club e piazza vogliono.

Si può scommettere, magari non la casa, sulla promozione diretta che, a sette giornate dalla conclusione, sarebbe verosimile con quattro successi, tre dei quali a Masnago, ridiventato tempio sacro.

In questi casi un po’ tutti fanno i "conti della serva" per capire dove si potrà mettere insieme quel mucchietto di punti che manca alla somma d’un trionfo. I conti li fanno tutti, anche quei tecnici, dirigenti e giocatori che negano, magari spudoratamente, possibili tabelle di marcia. Noi ne abbiamo una in pagina, ciascuno può farsi un’idea attraverso pronostici ragionevoli e verosimili, magari ammettendo qualche pazzo risultato e soprattutto concedendo agli avversari di Varese un colpaccio qualsiasi.

Se soltanto sapessimo che la squadra di Pillastrini batta in casa Casale e Veroli con 9 punti di margine e perda a Cremona, contro Soresina, con meno di 16 punti, probabilmente alla Cimberio basterebbe solo vincere in casa nei tre appuntamenti che le restano a Masnago per chiudere felicemente la stagione. Un’ipotesi questa che, sicuramente, offende l’impeto di un gruppo il quale, evidentemente, farà di tutto per evitare gli straordinari nell’ultima giornata in una Masnago a festa.

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