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di Massimo Turconi

Il tatuaggio che ha sul braccio destro - “Laugh now, cry later” , letteralmente “Ridi adesso, piangi più tardi”, ovvero c'è sempre tempo per disperarsi -, spiega molte cose a proposito di Randolph Childress, della sua personalità, del suo modo di vedere la pallacanestro e - dice lui - lo strano mondo che la circonda.

Anche adesso che il “Professore” è tornato. Anche adesso che, con la sue giocate cattedratiche, ha ricominciato a illuminare la scena del gioco varesino.

«Così come non mi sono mai disperato allorquando le cose non funzionavano per il meglio, e nell'arco di una stagione può capitare, adesso non tocco il cielo con un dito che, ritrovato un briciolo di forma fisica, ho ripreso a giocare come posso. Del resto, a 37 anni e dopo 15 stagioni di basket professionistico, penso di aver almeno imparato a riconoscere gli alti e bassi, a capirne le cause e, in buona sostanza, a gestirli senza per questa ragione andare fuori di testa. Sapevo perfettamente - osserva il play americano della Cimberio - che tra le pieghe di qualche prestazione non proprio all'altezza c'erano stanchezza e condizioni fisiche non ottimali. Sapevo, altresì, di aver bisogno di tempo per recuperare. Con calma e con tutto l'aiuto possibile da parte della società, che è stata perfetta nei miei confronti e dei compagni di squadra, sono tornato in pista. Ovviamente non sono ancora al 100%, ma ci stiamo lavorando sopra. Sono orgoglioso delle risposte che il mio fisico riesce ancora a offrire ma lo sono anche per la qualità di lavoro che sto sviluppando e, se devo proprio dirlo, mi alleno meglio adesso di quando avevo 25 anni».

- Qual è il suo stato d'animo dopo la vittoria conquistata a Sassari in una gara dal pronostico difficile?

«E’ lo stesso di sempre: sereno e determinato. Sereno perchè la squadra, di nuovo al completo, ha ripreso ad allenarsi e a marciare a buon ritmo. Determinato perchè in Sardegna abbiamo portato via 2 punti importanti e utili per tenere a distanza avversari che, comunque, non hanno alcuna intenzione di mollare. Non a caso Cremona, vincendo a Rimini, ha ribadito d’essere una formazione di alto livello.

Certo, i 4 punti di vantaggio rappresentano un buon margine ma niente su cui si possa speculare. Realisticamente non abbiamo ancora vinto nulla e, da qui alla fine, basta guardare il terribile calendario che ci attende, sarà un cammino durissimo».

- Ma, altrettanto realisticamente, ci fa piacere ricordare che il buon Randolph, nella sua lunghissima carriera, non ha mai, ma proprio mai “ciccato” un finale di stagione, di quelli che contano davvero.

Fin dai tempi in cui Randy “The Bomb” Childress trascinava con “solo” 35 di punti di media, la sua Wake Forest University in un memorabile ACC Tournament per finire - e questa è storia recente - con il playoff dello scorso anno nelle file della promossa Caserta. Insomma, Randy, checchè se ne dica, è meglio averlo dalla parte “giusta” per una volatona che comprende ancora sei tappe.

«Conosco bene il campionato di LegaDue e so che nessuna squadra si farà da parte perchè ognuna avrà qualcosa da dimostrare per cui val la pena di lottare sempre e sino a opera ultimata. E' innegabile che, col passare del tempo, la pressione, per tutti, si sta alzando e che le sorprese possono sempre essere dietro l'angolo ma noi, da veri leader in classifica, abbiamo un solo dovere: stare tranquilli. L'unico pensiero che ci deve accomunare è lavorare al meglio, come peraltro stiamo facendo da qualche settimana. Il resto - conclude fiducioso Childress - verrà da solo».

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