Lucaweb Posted May 10, 2009 Share Posted May 10, 2009 di Giancarlo Pigionatti Come una sala d’aspetto in ansia. Non capiamo però tutta questa apprensione biancorossa, nemmeno fosse in ballo un possibile male da diagnosticare. Cominciamo dalla gara di domenica scorsa, dopo lo scivolone con Imola, per dire di una delusione che, pur capibile, si sarebbe dovuta far scivolare di dosso, invece di evocare uno scandalo, non cambiando nulla in classifica. In realtà se la Cimberio avesse perso a Sassari, nessuno avrebbe eccepito, invece lì ha vinto ma ha perso contro Imola: apriti o cielo, di critiche a catinelle. Certo, se Varese avesse vinto anche a Faenza, ora già accarezzerebbe la promozione ma questa è un’ovvietà, pure col senno del poi, considerando l’esito del match con una Fastweb che da qualcuno era stata descritta come la Montepaschi o poco ci mancava. Personalmente mai abbiamo avuto dubbi sulla Cimberio (non certo quella dell’estate, invece tanto discussa su queste colonne), ancorchè potenziata a costo zero con l’ingaggio di Lauwers, essendosi liberato il club dallo stipendio esagerato di Boscagin che guadagnava quasi il doppio di Nikagbatse. Proprio il belga ha arricchito il potenziale dall’arco, quindi il malloppo di punti nelle mani della capolista. A proposito di Lauwers, capace di scaldare il cotone dall’arco con percentuali congrue (sin qui ha fatto registrare 32 centri su 70 tentativi nel tiro da tre), non capiamo perché un cannoniere del genere abbia poche occasioni e libero di spianare la sua artiglieria. Quasi sempre tira con l’uomo addosso, se non addirittura dal bar, non pensiamo che Pillastrini debba cambiare i giochi, in compenso però i piccoli in penetrazione, non trovando la via del canestro o dell’assist al lungo, dovrebbero scaricare sul perimetro per il compagno. Lauwers, peraltro, giocando di squadra, non cerca la specializzazione ma la sua cerbottana potrebbe essere sfruttata di più e meglio. Ma andiamo avanti per ricordare come la sconfitta patita contro Imola avesse generato paure e malumori ingiustificati, come ci era parso di capire da alcuni commenti di strada. Non solo ma domenica sera a Masnago, nell’intervallo, Galanda ha mandato a quel paese un tifoso che raccomandava, urlando, una svegliata generale. Alla distanza i valori sono emersi dimostrando che tra Varese (a un certo punto tutta italiana) e Casale (con tre, quattro americani in campo) ci stanno tutte le otto lunghezze di differenza. E ha perso le misure anche Soresina, caduta proprio in Sardegna, mentre resta minacciosa, come si prevedeva, la sola Veroli che, qualora i giochi non fossero ancora fatti, sarà di scena a Masnago nell’ultima gara della cosiddetta stagione regolare. Meglio non sfidare il destino, osserverà qualcuno, siamo d’accordo ma se - extrema ratio - dovesse accadere, Varese sarebbe chiamata a dare un’ultima e sofferta dimostrazione di forza. Com’è abituata, d’altra parte, dall’inizio di stagione. Nel frattempo le prospettive sono di tutt’altro tenore: i numeri - quattro punti di vantaggio su Veroli, due gare in casa su quattro, compreso il confronto diretto - vorranno ben dire qualche cosa. Le certezze sono come fortezze ma possono cadere. E’ vero ma ce ne vuole. Come la perfezione, che si richiede alla sua antagonista, costretta a vincere sempre da qui alla fine. Essendo vecchi del mestiere, ne abbiamo viste tante, anche sorpresacce, supponendo l'esaltazione più che l’assillo in una "piazzetta", come quella di Veroli, a meno di un onere della prova che, avvicinandosi l’obiettivo grosso, potrebbe spaventare i laziali. Ma, soprattutto, crediamo nella Cimberio. Le caratteristiche dei suoi uomini fanno un collettivo multipotenziale: basti pensare alle individualità, diverse in ogni ruolo, per vocazioni e mestieri di Childress, Gergati e Passera, di Nikagbatse e Lauwers, di Cotani e Martinoni, di Galanda e Dickens, attagliabili dal sapiente Pillastrini agli eventi di una gara. Capita anche la "svirgolata" collettiva, come è accaduto a Brindisi e a Faenza ma la forza morale e mentale di un gruppo così, sudato e trafelato, ma anche dotato di un suo piccolo grande patrimonio stagionale, non può far supporre a una clamorosa gelata sul raccolto. Dunque, avanti a mietere il grano, cioè punti, a cominciare da sabato sera a Reggio Emilia, dove un successo è possibile di fronte a un’avversaria che, tempo fa, a sentire alcuni, avrebbe dovuto "spaccare" la capolista ma che, ora, deve stare attenta per non precipitare.La classifica, si diceva, sta dalla parte di Pillastrini e dei suoi uomini, più che mai guardiani del faro, che illumina il porto dei desideri. Link to comment Share on other sites More sharing options...
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