«Varese ha imposto il suo sistema»

[Lucaweb]

di Massimo Turconi

«E' il sistema che vince; è l'individuo che perde...», non è una frase tratta dal famoso libretto rosso di Mao né una massima estratta dai discorsi di Che Guevara. Ad esprimersi in questo modo, e in un ambito, il basket, che nulla ha che vedere con la politica, è Giovanni Perdichizzi, coach dell'Enel Brindisi che, domani sera, a Masnago, sarà ospite della Pallacanestro Varese. Al tecnico siciliano che, solo tre giorni fa, alla guida della sua squadra, ha affrontato la Prima Veroli (match perso in casa dai pugliesi per 82-90), proprio in virtù dell'imminente back-to-back abbiamo chiesto di delineare le differenze tra la squadra laziale e quella varesina.

«La risposta è in parte condensata nella frase che ho citato all'inizio e - osserva Perdichizzi -, sostanzialmente si ricollega al modo di stare in campo, completamente diverso, che caratterizza le due formazioni. Veroli è una squadra che, all'interno di regole codificate, fa di tutto per esaltare le qualità dei suoi singoli. L'allenatore della compagine laziale ha costruito tante situazioni di isolamento o giochi a due al fine di ottimizzare prima di tutto le doti dei vari Nissim, Robinson, Hines, poi l'enorme esperienza di Mian, infine la verve di altri giocatori come Gatto o Rossi i quali, nelle varie pieghe delle partite, sono capaci di leggere le situazioni e, agendo di conseguenza, diventare protagonisti. Varese, invece, rappresenta il più classico esempio della pallacanestro di sistema: uno stile che, del resto, contraddistingue da anni le squadre allenate da coach Pillastrini. Il tecnico di Varese, come suo solito, ha allestito una formazione solidissima, che ha certamente in organico uomini-chiave, cardini di tutte le azioni ma, in realtà, non offre alcun punto preciso di riferimento. Nel sistema Cimberio tutti possono salire sul piedistallo e, come è confermato da statistiche e numeri, Varese è la squadra capace di distribuire meglio le opportunità offensive che è brava a creare. Nella Cimberio nessuno gioca più di 27-28 minuti di media: ogni giocatore, da Childress a Martinoni, da Galanda a Passera, da Cotani ad Antonelli, nel corso della stagione ha saputo ritagliarsi il suo spazio di gloria. Forse è anche per questa ragione (definita da alcuni come continuità di rendimento) che Varese è prima in classifica. Anche se, va riconosciuto, Veroli, finora, costituisce di gran lunga la sorpresa positiva dell'annata».

- Ma lei, in fin dei conti, da giudice imparziale, su chi punterebbe per il salto di categoria?

«Fin dallo scorso mese di ottobre la classifica e l'andamento del campionato sembrano parlare un solo linguaggio e, in questo momento, con Varese a + 4 su Veroli a tre giornate dalla fine, vien di fatto naturale indicare nel team di Pillastrini il grande favorito. Però, in un campionato che, mai come quest'anno, ho visto così equilibrato, duro e competitivo, può succedere ancora tutto e, in ogni caso, penso che tutto si deciderà domenica 26 aprile».

- Nel senso che lei, con Brindisi, vuol far saltare il banco a Varese?

«No, non si tratta di questo. In realtà penso che i pericoli veri per Varese, in termini di classifica, potrebbero arrivare dalla trasferta di Cremona contro Soresina. Detto questo, è ovvio che noi, a Varese, ci proveremo, come del resto abbiamo fatto in tutta la nostra stagione. Non foss’altro perché, più presto possibile, dobbiamo conquistare i 2 punti che ci separano dalla salvezza matematica. Ma, realisticamente, anche se in passato abbiamo messo a segno colpacci importanti (come a Reggio Emilia e Jesi), sappiamo che il nostro compito sarà molto difficile. La Cimberio, a sua volta, ha un bisogno impellente di punti e davanti al suo pubblico, con l'obiettivo promozione ormai a pochi centimetri, giocherà col massimo delle motivazioni. Quindi, pronostico tutto colorato di biancorosso poi - conclude serafico Perdichizzi -, se proprio Galanda e compagni dovessero votarsi al sacrificio, saremo lì, pronti, a sfruttare l'occasione».