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«Cecco e Max, coerenza e umiltà»


Lucaweb

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Alla fine di una stagione, soprattutto se vincente, è d’uso - e tutto sommato anche d’obbligo - consegnare le pagelle ai protagonisti.

Stefano Pillastrini, che tra l’altro professore, di Educazione fisica, lo è sul serio, non fa alcuna fatica a girare verso la sua squadra i giudizi di fine anno. Con una premessa...

«La premessa, accompagnata da una carezza, è tutta per gli uomini che hanno lavorato al mio fianco, quindi Cecco Vescovi e Max Ferraiuolo, e quelli che hanno composto il mio staff. Lavorare con Cecco e Max è stato, ed è tuttora, bello e stimolante perchè, sebbene entrambi siano stati due personaggi di prima grandezza del basket varesino, vere icone locali, non hanno esitato a darmi fiducia e, da esordienti nel ruolo, a farsi guidare, ogni tanto, nelle situazioni più complicate. Un atteggiamento di umiltà che vale tanto quanto la fattiva collaborazione che c’è sempre stata tra noi. Loro due, come rappresentanti della società, non sono mai usciti dal solco che, insieme, avevamo tracciato. Anzi, e va a loro merito esclusivo, nei periodi di difficoltà - quando poteva essere forte la tentazione di mettere da parte gli esperimenti, di affidarsi solo ai giocatori più esperti, di mettere in un angolo i giovani o, anche di azzardare sul mercato -, non hanno mai fatto un passo indietro rispetto ai programmi previsti. Un atteggiamento di coerenza che, ve lo posso assicurare, nel nostro mondo non è proprio frequentissimo. Le altre parole, come dicevo, sono per il mio staff con cui ho potuto lavorare sempre in un clima di armonia, tranquillità e intenso lavoro comune. Uno staff che, tra esperti del mestiere - Daniele Cavicchi e Claudio Galleani - e persone alle prime armi - Bruno Bianchi e Marco Armenise - si è sostenuto vicendevolmente, facendo fronte compatto a tutte le difficoltà stagionali».Iniziamo, adesso, un rapido esame sui singoli.

GALANDA

«Semplicemente superlativo. Anche nel mostrare disponibilità mentale e generosità d’animo nel fare cose diverse da quelle cui era abituato. Si è spogliato di carriera, titoli, esperienza e si è messo in gioco a favore di tutti. Ha avuto la forza e la mentalità per reinventarsi, a 34 anni, un ruolo da centro e, a riprova che l’ha fatto davvero bene, basta guardare il suo stupendo finale di stagione: un fantastico crescendo e col carisma che spetta ai leader».

CHILDRESS

«Anch’egli un leader assoluto, totale. Che altro posso aggiungere al curriculum di un giocatore che, a questo punto, è diventato il mio mentore sul campo e portafortuna? Giocatore con il Dna del trascinatore positivo, ha sempre saputo sacrificarsi a vantaggio della squadra. Chi lo guarda solo attraverso i numeri, capisce ben poco di pallacanestro e della sua vera importanza. Al contrario, e non si tratta di un paradosso, le sue grandi prestazioni al tabellino sono sempre state un segnale di malessere della mia squadra perchè, se Randy è costretto ad attaccare tanto il canestro, ed è in grado di farlo, significa che Varese ha dei problemi».

COTANI

«Un fantastico giocatore cardine. Simone ha messo doti tecniche e intelligenza tattica, ma soprattutto energia, mentalità, carattere vincente come pochi altri, rispondendo alla grande a chi, un po’ frettolosamente, l’estate scorsa lo aveva definito giocatore in parabola discendente. Averne di giocatori così».

NIKAGBATSE

«Tormentato continuamente da guai fisici, non ha disputato la sua miglior stagione e Varese, purtroppo non ha mai visto il vero Misan. Un rammarico per lui e per me».

LAUWERS

«Dimitri, carattere vincente, ha recitato perfettamente il suo ruolo di tiratore e ci dato tanto anche in appoggio di Childress o Passera. La sua presenza ci ha permesso di allargare il campo, andare ancora meglio dentro l’area e, ovviamente, non essere così vulnerabili contro le difese a zona».

DICKENS

«Kaniel ha margini di miglioramento importantissimi e tutto sommato normali in un atleta che, a 31 anni, disputa la prima stagione intera in un contesto di squadra, lontano dal basket delle leghe minori Usa. Ha sempre fatto quel che gli ho chiesto e, umilmente, ha lavorato per dare una mano al gruppo. Tutti abbiamo apprezzato questo suo atteggiamento, anche se il suo potenziale è nettamente superiore a quello espresso».

MARTINONI

«Esordiente ma intelligente, già preparato tatticamente e con buone letture di gioco. Deve progredire ancora tanto, specialmente a livello fisico-atletico, ma l’aiuto che ci ha dato è stato davvero importante. In alcuni momenti della stagione addirittura enorme».

GERGATI

«Lo avevo seguito in passato, penso abbia un buon talento. Lo abbiamo scelto per queste qualità e anche perchè, da varesino purosangue, nella sua città avrebbe giocato con motivazioni superiori. Non abbiamo sbagliato perchè Lollo è stato spesso decisivo».

PASSERA

«Un giocatore che vive di grandissime accelerazioni mentali e fisiche, che attacca moltissimo e si prende altrettanti rischi. La sua verve sui due lati del campo è stata utilissima sempre, fondamentale spesso.

Però, per giocare play ad alto livello deve lavorare per progredire tecnicamente e diventare un play capace di pensare e scegliere il meglio per sé e la squadra».

ANTONELLI

«Ragazzo che, non ho dubbi, può fare bene ed è atteso a ulteriori miglioramenti. Insieme, decideremo la sua collocazione per il futuro, ovvero se giocare da comprimario ai massimi livelli o essere protagonista a quelli intermedi».

GENOVESE

«Totò ha caratteristiche ben definite perchè è un ottimo tiratore che può cambiare il senso di una partita. E’ migliorato molto e può ancora fare strada».

Massimo Turconi

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