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Polisportiva o Spa?? Articolo di Oioli sulla Prealpa


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«Polisportiva tipo Barcellona? Impraticabile per le nostre leggi» 12:29 - 20 Giugno 2009

Scritto da La Prealpina

di MARIO OIOLI

Esistono storie straordinarie, accattivanti, perfette da raccontare e da ascoltare.

Si allargano a macchia d'olio tramandate e alimentate dalla passione ossessiva di chi vorrebbe saperne sempre di più, rimbalzano da un computer collegato a rotative di stampa o ad internet. Nascono così quelle leggende metropolitane piene di pregiudizi e luoghi comuni che impazzano e si fanno strada con frequenza ciclica nelle discussioni e nelle teste di tanti di noi. Diventa allora facile parlare di tempi eroici, di squadre imbattibili e giocatori inarrivabili, diventa ancora più facile annuire e far proseliti sposando correnti di pensiero fondate su principi superficiali, a dir poco fragilissimi, che corrono solo il rischio di spargere teorie improvvisate su tutto il movimento, spiazzando anche chi si prende l'onere di esserne parte attiva.

Nel rispetto dell'importanza di tutti coloro che da appassionati, tifosi e simpatizzanti hanno da sempre costituito la componente fondamentale dell'attaccamento di Varese alla propria squadra di basket, è opportuno provare a portare un po' di chiarezza per approfondire (e se necessario demolire) questi teoremi fantasiosi che rischiano di allontanare clamorosamente la gente dalla realtà dei fatti.

Si deve tornare indietro a quasi trent'anni fa quando, nel mese di marzo del 1981 veniva approvata definitivamente la legge che, al tempo su iniziativa dell'Associazione Calciatori, regola tuttora l'attività sportiva degli atleti professionisti anche nel mondo del basket. In conseguenza di ciò i Club, che prima potevano mantenere la più elastica ragione sociale di "Associazione", si sono dovuti inquadrare in "Società per Azioni" o "Società a Responsabilità Limitata" e sottostare quindi agli obblighi previsti dal Codice Civile per le società di capitale.

A tutt'oggi da noi non esiste nessuna vera e propria normativa che riguardi l'ormai leggendario azionariato popolare e la possibilità di realizzare qualcosa di soltanto simile è la costituzione di una "Cooperativa" di cui tutti possono diventare soci..

Ma una Società costituita in Cooperativa non può iscriversi ai campionati professionistici in Italia. Le realtà (poli)sportive di Spagna, Portogallo e Germania (solo per citare alcuni esempi) ci guardano, sorridono e si tengono strette le loro belle leggi, completamente diverse! Parlare di azionariato popolare in Italia vuol dire quindi ipotizzare un massiccio ingresso di piccoli investitori nella proprietà delle quote (o azioni) della S.R.L. o S.P.A. che, aldilà di un primo esborso per il valore nominale della propria presenza in Società, comporta l'obbligo della partecipazione agli utili (utopia) o alle perdite d'esercizio. E queste devono venir ripianate al termine di ogni stagione.

La realtà e la storia recente parlano infatti di perdite : la quasi totalità dei passivi che pesano sui Club è determinata dal costo dei lavoratori dipendenti, messi a libro paga con contratti di lavoro subordinato. Che questi dipendenti risultino essere i giocatori e gli allenatori non è sempre così intuitivo da comprendere, ancorchè drammaticamente necessario perché imposto dalla famigerata Legge 91 di cui si parlava poco fa. Spesso la confusione tra compensi netti (denaro che entra nelle tasche dei dipendenti-giocatori) e costi lordi (denaro che esce dalle casse delle società) porta i non addetti ai lavori a trarre conclusioni e ipotizzare scenari economici tanto fantasiosi quanto fuorvianti. L'aliquota IRPEF a cui sono sottoposti questi compensi è da noi è (drammaticamente, un'altra volta) del 43% a cui si devono aggiungere gli adempimenti contributivi ENPALS (l'INPS dei giocatori, anzi Lavoratori dello Spettacolo). Ecco che qui tornano a sorridere ad esempio i colleghi spagnoli , la cui normativa fiscale richiede un prelievo non superiore ad un concorrenziale 24%, roba da far vincere la classifica degli assist di ogni tempo al Ministro dell'Economia e delle Finanze di quel paese. Attenzione, in assenza di futuri correttivi, è solo agli inizi il periodo dell'esodo di talenti già affermati e giovani promesse (calciatori o cestisti indifferentemente) in fuga dai nostri campionati..

Sorridono ancora di più i Club inglesi i quali, perchè permesso dal proprio ordinamento giuridico, possono iscrivere a bilancio debiti stratosferici senza obbligo di ripianarli con sanguinosi aumenti di capitale entro la fine dell'anno. Un esempio ormai "classico" lo si trova nella situazione del Manchester United, le cui passività ammontano a 960 milioni di Euro.. Se tutti noi facciamo abbastanza fatica a quantificare in termini reali questa cifra, resteremo totalmente senza parole e senza zeri nella calcolatrice sentendo la valutazione del totale di diritti di trasmissione che verranno introitati dalle società della Premier League per il prossimo triennio : 3.000 (tremila!!) milioni di Euro!! Alla nostra serie A (tranquilli, si parla di calcio) ne sono stati garantiti circa 900 all'anno, mentre quella del basket sta facendo i salti mortali per riuscire a portarne a casa... quattro!! Altri esempi di lettura superficiale della realtà portano purtroppo molto spesso a veder messi sullo stesso piano (confondendone le reali prerogative e funzioni) concetti fondamentali come Lega e Federazione, Visto di lavoro e permesso di soggiorno, vincolo sportivo e contratto.

Ma in cima alla classifica della facile demagogia, sportiva sia chiaro, si fa largo da troppo tempo l'immancabile melodrammatico "attaccamento-alla-maglia-mostrato-da-uomini-veri-meglio-se-varesini- devoti-alla-tradizione-di-questa-squadra-e-non-mercenari-che-creano-problemi-in-spogl iatoio..." L'aspetto che invece deve contare veramente è una molto meno poetica, ma più pratica e inconfutabile "valutazione di capacità tecnico-tattiche all'interno del campo".

Così poco romantico, asettico.

Per concludere, le vie obbligate per un deciso miglioramento della situazione devono essere percorse in campo normativo, magari anche in sede comunitaria, per arrivare ad una diminuzione delle aliquote fiscali. Il riconoscimento della peculiarità del lavoro dello sportivo professionista sarebbe un primo passo per mandare in porto quella uguaglianza competitiva di cui si sente tanto parlare a livello europeo.

In Italia invece il blocco delle retrocessioni nei campionati di vertice significherebbe dare alle Società una possibilità di programmazione che è oggi quasi totalmente impossibile da perseguire.

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Sono d'accordo che la UE debba regolamentare un pochettino lo sport continentale.

In Italia siamo chiaramente svantaggiati ma ciò non significa necessariamente che siamo noi quelli sbagliati e quelli sbagliano ...

Sì ai cicli virtuosi, no alle furbate ed ai privilegi.

Se un giocatore di qualsiasi sport paga (o chi per lui) il 43% di tasse ci sarà un motivo... vorrei pagarlo io quel 43% di tasse ............... agitare la paura degli esodi per pagare meno tasse non lo trovo corretto. Pensare che un calciatore da un milione di euro l'anno debba avere un tassazione inferiore alla mia, che magari guadagno l'uno-per-mille di quella cifra, per il solo divertimento del popolo bue, mi farebbe incazzare parecchio .....

Per il resto sono d'accordo con Oioli. :frantics::frantics:

  • Devono esserci leggi comuni in UE.
  • Deve cambiare il quadro normativo, altrimenti lo sport non protetto dalla politica (leggi: Il Calcio) andrà a morire, prima o poi.
  • Devono essere bloccate le retrocessioni per almeno XY anni, così da lasciare alle Società il tempo di programmare e risanare.

Oddio..... poi vabbè ...io sarei anche più estremista... io..... perchè farei un campionato a iscrizioni chiuse con accesso a requisiti (palazzetto a norma, numero abbonati, bilancio ok....): visto che ogni anno c'è la tratta del diritto che ribalta sembre il risultato sportivo acquisito sul campo, tanto vale bloccare le leghe in divisioni a compartimento stagno........

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«Polisportiva tipo Barcellona? Impraticabile per le nostre leggi» 12:29 - 20 Giugno 2009

Scritto da La Prealpina

di MARIO OIOLI

Nella difficile situazione economica della pallacanestro Varese ci serve ancora il "talent-scout" Mario Oioli?

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Sono d'accordo che la UE debba regolamentare un pochettino lo sport continentale.

In Italia siamo chiaramente svantaggiati ma ciò non significa necessariamente che siamo noi quelli sbagliati e quelli sbagliano ...

Sì ai cicli virtuosi, no alle furbate ed ai privilegi.

Se un giocatore di qualsiasi sport paga (o chi per lui) il 43% di tasse ci sarà un motivo... vorrei pagarlo io quel 43% di tasse ............... agitare la paura degli esodi per pagare meno tasse non lo trovo corretto. Pensare che un calciatore da un milione di euro l'anno debba avere un tassazione inferiore alla mia, che magari guadagno l'uno-per-mille di quella cifra, per il solo divertimento del popolo bue, mi farebbe incazzare parecchio .....

Per il resto sono d'accordo con Oioli. :frantics::frantics:

  • Devono esserci leggi comuni in UE.
  • Deve cambiare il quadro normativo, altrimenti lo sport non protetto dalla politica (leggi: Il Calcio) andrà a morire, prima o poi.
  • Devono essere bloccate le retrocessioni per almeno XY anni, così da lasciare alle Società il tempo di programmare e risanare.

Oddio..... poi vabbè ...io sarei anche più estremista... io..... perchè farei un campionato a iscrizioni chiuse con accesso a requisiti (palazzetto a norma, numero abbonati, bilancio ok....): visto che ogni anno c'è la tratta del diritto che ribalta sembre il risultato sportivo acquisito sul campo, tanto vale bloccare le leghe in divisioni a compartimento stagno........

Il blocco delle retrocessioni è sicuramente utile per chi adesso è al top. Bloccarle tra A1 e A2 stroncherebbe la A2 e squadre ambizione e, pare, anche non troppo in crisi finanziaria (Casale, Venezia) e lascerebbe a galla cadaveri come Rieti. L'alternativa è ri-organizzare le leghe in base a certi criteri, promuovendo e retrocedendo in base a criteri non sportivi.

I criteri per assegnare i posti sarebbero alquanto complicati. Ci sono realtà in grandi città (e quindi potenziali grandi bacini di utenza) senza un euro (Napoli), squadre con una lunga tradizione e pochi denari (noi, ad esempio), squadre senza tradizione e con molti denari (Casale), squadre tenute in piedi dalla passione di pochi o di un singolo proprietario (Treviso, Soresina) etc.

Se assegni un posto a Treviso (che lo merita per blasone e denari) e poi Benetton si stufa? Oppure lasci fuori Montegranaro perchè non ha un campo e ripeschi Napoli che è appena fallita o Torino o Trieste sparite da anni?

Non si riescono a definire regole per gli USA/comunitari e si pensa di riuscire a definirle per i dentro o fuori di una vera lega pro?

Sulla tassazione posso essere d'accordo per principio, ma ti ricordo che la tassazione non pesa sulle tasche dei giocatori, ma su quelle di chi li assume.

A loro (come a me o a te quando cambiamo lavoro, suppongo) interessa il netto. L'effetto pratico è che il giocatore da 100K euro in spagna ne costa 124 da noi 143. Passarlo a 143 per tutti farebbe andare in crisi la spagna, non riprendere noi... e abassarlo conviene anche allo stato che può intascare il 24% degli stipendi, le tasse sui biglietti e tutto il resto invece che lo 0% da una società fallita.

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«Polisportiva tipo Barcellona? Impraticabile per le nostre leggi» 12:29 - 20 Giugno 2009

Scritto da La Prealpina

di MARIO OIOLI

Esistono storie straordinarie, accattivanti, perfette da raccontare e da ascoltare.

(...)

Ma in cima alla classifica della facile demagogia, sportiva sia chiaro, si fa largo da troppo tempo l'immancabile melodrammatico "attaccamento-alla-maglia-mostrato-da-uomini-veri-meglio-se-varesini- devoti-alla-tradizione-di-questa-squadra-e-non-mercenari-che-creano-problemi-in-spogl iatoio..." L'aspetto che invece deve contare veramente è una molto meno poetica, ma più pratica e inconfutabile "valutazione di capacità tecnico-tattiche all'interno del campo".

Così poco romantico, asettico.

(...)

Parole sante: e Melvin, Hodges ed Arizona Sarca sono lì a dimostrarlo.

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Parole sante: e Melvin, Hodges ed Arizona Sarca sono lì a dimostrarlo.

Giusto. Chiediamoci però anche chi e perchè li ha scelti.

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Giusto. Chiediamoci però anche chi e perchè li ha scelti.

Per quanto riguarda me spettatore abbonato pagante (una minoranza a quanto pare) mi basta sapere che li ha scelti la Pallacanestro Varese di cui Oioli è comunque in questo caso portavoce.

E per altro par di ricordare che, nello specifico, che qualcuno disse "uno come Hodge potevo soltanto sognarmelo di vederlo a Varese è fortissimo" (Oioli...) 2007.

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Di chi ha scelto Hodge o Melvin me ne può fregare meno di zero e sinceramente preferisco smetterla di pensarci: sarebbe come mettere la Signorina Silvani come sfondo del Desktop!

Comunque ....

Io con Oioli non sono mai stato tenero... ma in questo caso ha scritto cose piuttosto condivisibili.

A me piacerebbe solo sapere se c'è un'alternativa a questa situazione normativa.

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Di chi ha scelto Hodge o Melvin me ne può fregare meno di zero e sinceramente preferisco smetterla di pensarci: sarebbe come mettere la Signorina Silvani come sfondo del Desktop!

Comunque ....

Io vorrei ricordarmelo per sapere cosa aspettarmi dal prossimo fenomeno-ex-NBA o infallibile-tiratore-messicano :frantics:

Io con Oioli non sono mai stato tenero... ma in questo caso ha scritto cose piuttosto condivisibili.

A me piacerebbe solo sapere se c'è un'alternativa a questa situazione normativa.

Cambiare le leggi.

Il problema è che non si sa quanto i "nostri" politici (quelli che vanno negli spogliatoi a promozione conquistata, indendo) siano interessati.

Inoltre, visto che il presidente del consiglio è pure proprietario del Milan, una norma che agevoli anche il calcio sarebbe considerata l'ennesimo conflitto di interessi e, al momento, il Milan pare non essere in cima agli interessi del berlusca. Una norma che escluda il calcio non interesserebbe a nessuno e il calcio (e i politici ad esso collegati) la contrasterebbe per paura di dover dividere gli interessi con altri sport che ora sono estremamente marginali.

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Cambiare le leggi a due livelli.

1 - Normativa comunitaria che riconosce la specificità dell'attività sportiva, facendo una sorta di "legge-quadro" che parifica la situazione a livello trans-nazionale (anche perchè ad occhio, se la mano destra dice "tutti i cittadini Ue debbono avere possibilità di lavorare in tutte le nazioni Ue", non ritengo corretto che la mano sinistra si disinteressi delle condizioni lavorative, alias diversi regimi fiscali tra una nazione Ue e l'altra): se ne discute da almeno 10 anni, ma al parlamento europeo non è mai arrivato nulla di concreto.

2 - Modificare a livello nazionale le aliquote della tassazione degli sportivi professionisti a regimi più accettabili per i bilanci delle suddette. E' un problema concreto di gettito fiscale: inutile mantenere la tassazione ad un gravosissimo 43 per cento più rotti, perchè non fa null'altro che implementare la voglia di trovare strade alternative da parte dei club (does anyone knows the concept of "contratti di immagine"?

http://www.giba.it/index.php/regole-di-ele.../145?format=pdf

Chiedete a Siena, tanto per dirne una, che nel 2003/2004 vinse lo scudetto con questa squadrina...

http://195.56.77.208/team/?teamid=1062

che curiosamente risultava quindicesima su 18 totali nella classifica dei "monti-stipendi" dichiarati). Allora, per lo Stato: meglio una tassa fissa al 25 per cento (oppure crescente, tipo sui contratti bassi poco e sui contratti alti di più) che tutti versano con certezza, o un ipotetico 43 sul quale però percepisci ben poco, perchè il contratto ufficiale è stipulato al minimo salariale previsto dalla legge, e il resto arriva attraverso altri canali tassati a ben più conveniente regime fiscale...

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Cambiare le leggi a due livelli.

2 - Modificare a livello nazionale le aliquote della tassazione degli sportivi professionisti a regimi più accettabili per i bilanci delle suddette. E' un problema concreto di gettito fiscale: inutile mantenere la tassazione ad un gravosissimo 43 per cento più rotti, perchè non fa null'altro che implementare la voglia di trovare strade alternative da parte dei club (does anyone knows the concept of "contratti di immagine"?

che curiosamente risultava quindicesima su 18 totali nella classifica dei "monti-stipendi" dichiarati). Allora, per lo Stato: meglio una tassa fissa al 25 per cento (oppure crescente, tipo sui contratti bassi poco e sui contratti alti di più) che tutti versano con certezza, o un ipotetico 43 sul quale però percepisci ben poco, perchè il contratto ufficiale è stipulato al minimo salariale previsto dalla legge, e il resto arriva attraverso altri canali tassati a ben più conveniente regime fiscale...

Sì anche, va bene.

Il concetto di tassazione più bassa = tassazione più certa è poesia.

Mi sento di dire che prima che agli sportivi questa regola andrebbe applicata a qualche altro milione di italiani che versano in condizioni certamente meno rilassanti.

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Sì anche, va bene.

Il concetto di tassazione più bassa = tassazione più certa è poesia.

Mi sento di dire che prima che agli sportivi questa regola andrebbe applicata a qualche altro milione di italiani che versano in condizioni certamente meno rilassanti.

In effetti è vero, e poi girano un pò le balle se uno sportivo che guadagna mille volte me paga un aliquota più bassa.

Secondo voi (io ammetto che di economia ne capisco poco) potrebbe invece essere applicabile un sistema Salary Cap/Luxury tax come in NBA?

Con i soldi della luxuri tax ridistribuiti alle squadre più povere e magari anche alle leghe minori e settori giovanili.

Certo che andrebbe fatta a livello europeo altrimenti nelle coppe europee si avrebbero degli squilibri enormi...

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Sì anche, va bene.

Il concetto di tassazione più bassa = tassazione più certa è poesia.

Mi sento di dire che prima che agli sportivi questa regola andrebbe applicata a qualche altro milione di italiani che versano in condizioni certamente meno rilassanti.

Poesia why, di grazia?

Poi mi sta bene che prima di pensare al problema della tassazione degli sportivi (ma qui parliamo di SOCIETA' SPORTIVE e solo incidentalmente di SPORTIVI, e un po' di differenza ci sarebbe anche) ce ne siano di altri e ben più pressanti, ma visto che si parla di basketball e non di politica, non mi sembra che il moralismo "un tanto al chilo" sia una soluzione pratica alla domanda "cosa fare per modificare la situazione attuale", cui ho provato a rispondere (magari scrivendo immonde cazzate, ma ho cercato almeno di essere propositivo...).

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Guest Paul The Rock
In effetti è vero, e poi girano un pò le balle se uno sportivo che guadagna mille volte me paga un aliquota più bassa.

Secondo voi (io ammetto che di economia ne capisco poco) potrebbe invece essere applicabile un sistema Salary Cap/Luxury tax come in NBA?

Con i soldi della luxuri tax ridistribuiti alle squadre più povere e magari anche alle leghe minori e settori giovanili.

Certo che andrebbe fatta a livello europeo altrimenti nelle coppe europee si avrebbero degli squilibri enormi...

E' un'altra idea che potrebbe essere interessante. Però c'è sempre da scontrarsi con una situazione europea che al momento è "unione" solo sulla carta e non sulla pratica per molti aspetti. Teniamo inoltre conto al momento le disposizioni europee spesso sono indicative, ma non vincolanti e che molte regole che potrebbero andar bene per campionati "importanti" come Spagna ed Italia sarebbero fuori luogo per altri come, che ne so, Austria e Danimarca (due campionati a caso).

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Teniamo inoltre conto al momento le disposizioni europee spesso sono indicative, ma non vincolanti

nì, perché l'80% delle leggi promulgate dai vari parlamenti consistono in recepimenti di direttive europee...

purtroppo(?????????) non è possibile armonizzare per decreto i vari sistemi fiscali...

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In effetti è vero, e poi girano un pò le balle se uno sportivo che guadagna mille volte me paga un aliquota più bassa.

Secondo voi (io ammetto che di economia ne capisco poco) potrebbe invece essere applicabile un sistema Salary Cap/Luxury tax come in NBA?

Con i soldi della luxuri tax ridistribuiti alle squadre più povere e magari anche alle leghe minori e settori giovanili.

Certo che andrebbe fatta a livello europeo altrimenti nelle coppe europee si avrebbero degli squilibri enormi...

Considera che le tasse le paga la società alla fonte.

Lo sportivo negozia uno stipendio netto, poco gli importa della tassazione.

Se Galanda chiede 100K euro li chiede a Varese o a Valencia, poi Varese ne spende 143, Valencia 124.

Oppure tu quando fai un colloquio di lavoro chiedi lo stipendio lordo?

Luxury tax e simili sarebbero poco praticabili a livello UE, direi per nulla per squadre russe, turche etc., non soggette in alcun modo alle direttive UE.

E, comunque, una cosa del genere farebbe tirar fuori più denari alle squadre ricche, mettendo ancora più in crisi il movimento (meno buyout, meno USA forti disposti a venire in europa) e potrebbe essere aggirata in mille modi con i contratti di cui parlava Giesse.

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Luxuri Tax applicata al netto del monte stipendi e non al lordo e qualunque paese che partecipa alle coppe europee dovrebbe esserne soggetto. Farebbe comodo anche in russia e turchia visto che anche lì tante piccole squadre sono in difficoltà.

Naturalmente è solo una mia idea...

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Luxuri Tax applicata al netto del monte stipendi e non al lordo e qualunque paese che partecipa alle coppe europee dovrebbe esserne soggetto. Farebbe comodo anche in russia e turchia visto che anche lì tante piccole squadre sono in difficoltà.

Naturalmente è solo una mia idea...

Quindi chi "gioca" con diitti di immagine etc. ha più margini di chi non lo fa (visto che quei contratti sono fuori dal monte stipendi e possono essere fatti da sponsor etc. non direttamente riconducibili alla squadra)?

Fatta la legge, trovato l'inganno :D

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Guest Stewe
Se Galanda chiede 100K euro li chiede a Varese o a Valencia, poi Varese ne spende 143, Valencia 124.

Oppure tu quando fai un colloquio di lavoro chiedi lo stipendio lordo?

No, per comunitari, spagnoli l'aliquota in Spagna è al 43%

L'aliquota agevolata vale solo per gli extracomunitari nei primi 5 anni di permanenza del club.

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No, per comunitari, spagnoli l'aliquota in Spagna è al 43%

L'aliquota agevolata vale solo per gli extracomunitari nei primi 5 anni di permanenza del club.

Ok, allora mettici un nome USA (o extra UE) al posto di Galanda.

Comunque nell'articolo di Oioli sembrava che il discorso del 24% fosse generalizzato...

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No, per comunitari, spagnoli l'aliquota in Spagna è al 43%

L'aliquota agevolata vale solo per gli extracomunitari nei primi 5 anni di permanenza del club.

Tandis que è comunemente definita "Legge Beckham" (per evidenti motivi). Comunque vale per i non spagnoli, anche comunitari. Basta solo avere la residenza all'estero.

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