Lucaweb Posted June 24, 2009 Share Posted June 24, 2009 di Massimo Turconi Com’è grigio il cielo sopra Berlino. Da “nuance” con i pensieri, un po' tristi di Misan Nikagbatse il quale, appena concluso il campionato, ha girato la macchina in direzione nord. Destinazione la capitale tedesca, dove Misan risiede. Tanto esplosivo sul parquet, quanto introverso e riflessivo fuori del campo, Nika ha lasciato Varese con l'anima divisa a metà. Nella parte buona, tutta la gioia possibile per aver conquistato un traguardo atteso, sperato e inseguito a lungo. «Il ricordo immediato - spiega Nikagbatse -, è legato alla grande felicità provata dopo il match vinto contro Veroli. E’ stato un momento entusiasmante che ho condiviso fino in fondo con compagni e dirigenti ma, soprattutto, con il pubblico. Lo spettacolo più bello è stato quello regalato da tanta gente commossa e partecipe come poche volte ne ho vista in vita mia». - In alcune istantanee scattate il 26 aprile lei figura sotto il “mucchio selvaggio” dei suoi compagni festanti. «Mi ha fatto particolarmente piacere l'atteggiamento mostrato dalla squadra nei miei confronti. In questi piccoli comportamenti Varese ha fatto vedere la forza del gruppo ovvero l'elemento che, nel corso della stagione, ci ha permesso di superare alcuni momenti negativi. Ogni manifestazione d'affetto non mi ha sorpreso perchè i ragazzi, durante l'anno, mi hanno fatto sempre sentire dentro il gruppo nonostante che il mio apporto non sia stato sempre d’alto livello. Un segno che, in parte, mi ha ripagato di una stagione che, sotto il profilo personale, è stata davvero deludente». - Ecco che, nelle parole di Misan, affiora l'altra metà. Quella cattiva. Quella intrisa di tutto il malumore possibile per un campionato cominciato zoppicando e concluso solo corricchiando. Insomma, nulla a che vedere con i salti, le partenze brucianti, le schiacciate che, gli anni scorsi, avevano sempre caratterizzato il gioco di Misan. «Se dovessi definire il sentimento dominante della mia stagione direi: frustrazione. E' difficile spiegare che cosa si prova quando, per diversi mesi, non sei in grado di fare le cose che vorresti. Prima i malanni alla spalla, poi alla caviglia, infine al piede con quella maledetta fascite plantare, patologia infida e subdola, che non mi mai dato pace. Il mio campionato è stato un susseguirsi di sensazioni negative e positive, di giorni nei quali sembravo pronto per spaccare il mondo e di altri in cui mi sentivo uno straccio, quasi incapace di reagire. Per queste ragioni non posso certo ritenermi soddisfatto per quel che sono riuscito a produrre per la mia squadra. In otto mesi, tanto quanto è durata la stagione, ho avuto solo poche settimane di tregua da guai e acciacchi fisici. Abbastanza frustrante, no?». - La premiata ditta Pillastrini-Childress-Nikagbatse però ha funzionato ancora una volta... «In tutta onestà si è espressa al meglio solo coi primi due. Per quanto mi riguarda, meglio stendere un velo e riparlarne in chiave futura». - Quindi sta pensando di ricomporre il trio? «Non tocca a me pensare in questi termini. Dico solo che mi piacerebbe fare parte del progetto varesino anche per la prossima stagione. Un po' perchè mi sento in debito verso Pillastrini e la società che mi hanno scelto. Un po' perchè, per questioni di rivalsa, mi piacerebbe mostrare al pubblico di Masnago la vera faccia di Nikagbatse. Un po’ perchè, infine, dopo aver cambiato dieci società in una dozzina d'anni, sarebbe bello fermarsi e mettere le tende in un posto gradevole come Varese». - Così il giocatore tedesco manda messaggi flautati alla Pallacanestro Varese in bilico tra certezze, poche, e speranze, tutte da coltivare. Quali? «Una sola, va da sé fondamentale: quella di stare bene e poter riprendere la mia normale vita da atleta. A Berlino userò il mio tempo per curarmi, seguire terapie riabilitative e tenermi in forma. Voglio ripresentarmi pronto e carico per l'avvio della prossima stagione. Se dovesse essere a Varese - conclude Nika -, tanto meglio». Link to comment Share on other sites More sharing options...
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