Lucaweb Posted August 27, 2009 Share Posted August 27, 2009 di Francesco Caielli VARESE C'era bisogno di gente così, esattamente così. C'era bisognò di gente come Ezio Salviato, capace di portare passione, competenza, amicizia e professionalità: e i quattrini in più, davvero, sono l'aspetto meno importante. Lui, imprenditore varesino da anni nel mondo dei canestri con la sua sponsorizzazione a Milano, finalmente convertitosi al bianco-rosso (quello vero): il suo marchio Bembo, che commercia in carni pregiate e presto aprirà negozi in tutto il mondo, comparirà sulle maglie di Varese. «Avevo un debito - racconta - nei confronti di quella che è sempre stata la mia squadra del cuore: io sono varesino e tifoso di Varese, e da anni sentivo la necessità di fare qualcosa per i miei colori». Già: finora aveva sponsorizzato quelli di Milano-Quella fu un'avventura nata grazie alla mia amicizia con Corbelli, che quando diventò proprietario di Milano mi chiamò chiedendomi di dargli una mano. Io accettai, per ragioni esclusivamente commerciali: le Scarpette Rosse erano un ottimo veicolo pubblicitario, conosciuto in tutto il mondo, e ritenni che fosse il caso di investire. E perché non a Varese? Perché in quegli anni la squadra aveva già uno sponsor, e perché nessuno mi chiamò per propormi qualcosa. E ora? Ora, finalmente, ho seguito il sentimento: era il momento di scendere in campo, ho letto gli appelli della società e ho capito che non si poteva più aspettare. Come è nata questa nuova avventura? Ho conosciuto Vescovi in una serata a scuola, i nostri figli sono in classe insieme. Gli ho fatto i complimenti per la stagione appena trascorsa e prima di salutarlo mi sono buttato: «Ehi, nei prossimi giorni vieni a trovarmi che ho voglia di fare qualcosa con voi». Insomma, tutto per caso? Quasi. Ma devo dire che sono stato letteralmente conquistato dal Cecco: non lo conoscevo, e ho apprezzato la sua serietà, la sua calma, il suo modo di parlare e di esporre le idee, È una persona che trasmette tranquillità e sicurezza, il primo pensiero che ho avuto è stato: «Quest'uomo non farà mai buttare via dei soldi al suo capo». A proposito di capi. In tanti sostengono che lei non ha mai sponsorizzato Varese perché non sopporta i Castiglioni: è vero? Non c'è niente di più falso: io ho davvero un ottimo rapporto con Gianfranco e rispetto tantissimo l'impegno che sta portando avanti con la pallacanestro. Per anni sono stato in società a Milano, e so cosa vuoi dire: si spendono un sacco di soldi, ma per davvero. Piuttosto, al Gianfranco imputo un'altra cosa. Ovvero? È un po' troppo chiuso, difetta nelle pubbliche relazioni. E nello sport è troppo importante parlare con gli altri, aprirsi e confrontarsi. Ma il Gianfranco vuole davvero bene alla Pallacanestro Varese: fidatevi. Che obiettivi si pone? Dal punto di vista sportivo, direi che la cosa più importante sia seguire un progetto serio e condiviso. La strada è stata tracciata, siamo tornati in serie A ed è il momento giusto per ricominciare alla grande: un cammino serio, senza colpi di testa, che potrà riportare la Pallacanestro Varese ad essere davvero competitiva nel giro di quattro, cinque anni. Poi? E poi c'è l'obiettivo più importante. Dobbiamo riuscire a creare un gruppo di imprenditori, una cordata, un insieme di amici animati dalla stessa passione per la pallacanestro. È il prossimo passo da compiere, quello decisivo. Fattibile? Sì, fidatevi. Ho un po' di amici che mi hanno già contattato e che mi seguiranno in questa avventura, so che si sta muovendo qualcosa e che presto saremo in tanti. Gente che era con me a Milano, imprenditori varesini, appassionati: si sta creando qualcosa di grande, vedrete. Noi ci fidiamo, ma in tempo di crisi è difficile credere che lei, Ezio Salviato, sia il primo di una lunga serie... E invece io credo che sarà così, perché investire nello sport può essere anche qualcosa di bello e di piacevole. Arrivo dall'esperienza di Milano, e so che se attorno a una società si crea un gruppo di amici, persone che si trovano al palazzetto e poi vanno a mangiare la pizza insieme, che si organizzano per le trasferte ed escono la sera con le famiglie, tutto diventa più semplice. Si condivide un progetto, e insieme si fa qualcosa di bello e si vive meglio. Link to comment Share on other sites More sharing options...
Recommended Posts