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Mian: «Varese vuol dire fiducia»


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di Giuseppe Sciascia

E' il giovane prospetto friulano Fabio Mian a inaugurare la casella degli acquisti della Pallacanestro Varese. Il 17enne esterno proveniente dalla Cbu Udine, stessa "alma mater" giovanile di Giacomo Galanda.

«Già, Galanda. Per il momento - osserva il giovane di belle speranze - l'ho solo visto giocare, spero di conoscerlo presto».

Il neoacquisto biancorosso (nella foto in alto, da solo e con il presidente Claudio Castiglioni) ha anticipato di qualche ora i compagni della Nazionale Under 18, da ieri sera a Varese. Mian ha sostenuto le formalità di rito (test atletici con il preparatore Marco Armenise e le visite mediche) prima di firmare il contratto pluriennale (tre stagioni più opzione per altre due) con la società di via Sanvito. Un acquisto utile più che altro in prospettiva futura vista la giovane età dell'atleta del 1992 che pure ha già un "pedigrèe" di tutto rispetto, vista la partecipazione all'edizione 2008 del Jordan Classic International Game, servita da "trampolino di lancio" per i vari Parker, Nowitzki e Bargnani.

«Quella fu una bellissima esperienza nella quale mi confrontai con avversari di tutta Europa, soprattutto ho conosciuto Michael Jordan: avere la possibilità di stargli a fianco anche solo per un momento è un sogno per tutti coloro che amano il basket», ricorda compiaciuto Fabio. Per assicurarsi il prospetto friulano Varese ha preceduto una lunga schiera di concorrenti (Treviso, Venezia e Reggio Emilia) offrendo al talento friulano la chance di cimentarsi subito con la serie A1...

«Tra le numerose offerte ricevute quella di Varese è stata sicuramente la più allettante - spiega il tiratore del 1992 -. In altre realtà avrei potuto soltanto assaggiare la prima squadra, mentre la società biancorossa è stata l'unica a prospettarmi l'inserimento in pianta stabile in serie A1 con un percorso di crescita di tre anni».

Altro fattore-chiave nella scelta di Mian è stata la possibilità di lavorare con Stefano Pillastrini. Il giocatore friulano ricambia la stima espressa da tempo da parte del tecnico di Varese: «La presenza del coach emiliano è stata assolutamente decisiva per la mia scelta. A fine maggio venne a vedermi all'Interzona di Sorbolo e mi illustrò i suoi progetti per la mia crescita. Si tratta di un tecnico molto bravo nel far migliorare i giovani e uno dei pochi allenatori che non ha paura di lanciarli come ha dimostrato più volte nella sua carriera. Quali sono le mie aspettative? Penso che nessuno possa chiedermi di essere protagonista al primo anno di A1. Sono conscio di veder poco, almeno all’inizio, il parquet, dovrò lavorare moltissimo ma l'obiettivo è quello di arrivare a tenere il campo alla fine del programma di crescita triennale, diventando un vero giocatore di serie A».

Certo il salto dalla C2 friulana più l'Under 17 Open (23,0 punti e 5,3 rimbalzi di media alle recenti finali di Barletta dopo il titolo di miglior realizzatore vinto ad oltre 33 punti di media nell'ultima edizione del Memorial Barilà) alla serie A1 è decisamente impegnativo ma il tiratore che si ispira a Belinelli ("E' lui il mio modello, da piccolo tifavo Fortitudo") ha le idee chiare sul suo obiettivo finale:

«L'occasione di confrontarmi con avversari di A1 non l'ho mai avuta, però so che per raggiungere i professionisti dovrò crescere molto a livello fisico e tecnico. Spero di poter fare canestro anche a certi livelli, ragione per la quale sono venuto a Varese, un posto decisamente tranquillo anche se vista la grande tradizione che qualifica la gente qui, bisognerà giocar bene per farsi apprezzare»

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