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Gergati: «Io so cos'è Varese, firmo e sogno di vincere qui»


Lucaweb

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di Francesco Caielli

VARESE A volte i sogni sono davvero facili da raggiungere: basta allungare la mano e andarseli a prendere, fregandosene di tutti quelli che ti consigliano di accontentarti. Lollo Gergati non si è mai accontentato: un talento normale, un fisico normale, ma due attributi fuori dal comune che lo hanno fatto diventare un giocatore di basket. Il sogno di Lollo era quello di vestire la maglia della sua città, di indossare quei colori che lui, come tutti i varesini, ha nel cuore e nel sangue, di giocare sul parquet di quel tempio del basket dove lui, da bambino, andava a fare il tifo seduto sulle gradinate. Lo scorso anno Gergati ha realizzato il suo sogno, colorandosi di biancorosso e giocando una stagione importante: protagonista di tanti finali mozzafiato, forte del suo coraggio di prendersi i tiri decisivi senza starci a pensare più di tanto, artefice del ritorno in A1 della sua Varese. E ora? Ora il sogno di Lollo vuole continuare, perché lui questa serie A se l'è conquistata sul campo e si merita di giocarla, forse più di chiunque altro. «Ho il contratto in mano - racconta entusiasta - e non mi resta che firmarlo. Ormai siamo d'accordo su tutto, e credo che nei prossimi giorni verrà ufficializzata la cosa».

Contento?

Era tutto quello che volevo: ho contribuito a riportare Varese in serie A, e ora me la voglio giocare, e penso pure di essermelo meritato. Verrà confermato lo stesso gruppo dello scorso anno, con un allenatore vincente come Pillastrini: inizierei anche domani mattina.

Quante offerte le sono arrivate nei mesi scorsi?

Tante, dalla LegaDue e dalle serie minori. Ma devo dire che non ho mai avuto il minimo dubbio: io volevo restare a Varese, e dal momento che Pillastrini mi ha confermato personalmente la sua fiducia, non ho dato ascolto alle altre sirene. Anche se...

Anche se?

Anche se per giocare a Varese ho rinunciato a parecchi soldini. Ma credetemi: non è stato un problema. Ora voglio provare a diventare un giocatore, e quando ci sarò riuscito potrò permettermi di fare scelte diverse, privilegiando l'aspetto economico: ora no. Per quanto mi riguarda, oggi dico che resterei a Varese tutta la vita.

Quale sarà il suo ruolo nella squadra del prossimo anno?

Più o meno lo stesso dell'anno scorso, anche se sarà tutto cento volte più difficile anche se indossare questa maglia facilita enormemente le cose, almeno per me: in biancorosso, io gioco diversamente. Il nucleo degli italiani che ha vinto la LegaDue verrà confermato, e lo stesso varrà per Childress: arriveranno una guardia e un centro che possa integrarsi con Galanda, direi che sta nascendo un bel gruppo.

Obiettivi?

Sulla carta siamo una squadra che dovrà lottare per salvarsi. Però sognare non costa nulla, e il basket ci ha insegnato che niente è scontato: un gruppo ben assortito, una guida come Pillastrini, due americani azzeccati, e potremmo anche strizzare l'occhio ai playoff.

Cosa si aspetta, a livello personale, dalla prossima stagione?

Voglio giocare bene come ho fatto lo scorso anno, magari con un po' di continuità in più. Voglio dimostrare e dimostrarmi che posso stare in serie A esattamente come sto in LegaDue, e far vedere a tutti quelli che mi consigliavano di restare nelle serie minori che si sbagliavano. E poi voglio regalare qualche soddisfazione a tutta la gente che ci viene a vedere.

Un sogno dopo l'altro, quale sarà il prossimo da realizzare?

Voglio vincere qualcosa con questa squadra, con questa maglia e con questa città. E siccome i sogni io li chiamo obiettivi, potete stare certi che farò di tutto per raggiungere anche questo.

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