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Pillastrini, Cimberio oltre le aspettative


Lucaweb

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di Giuseppe Sciascia

Chiuso col botto il cammino precampionato di una Cimberio

che dopo gli affanni iniziali (cinque sconfitte consecutive

tra Castelfiorentino, Desio ed il Memiorial Fermi) ha vistosamente

cambiato volto con una serie di prestazioni prima

solide e poi addirittura brillanti che sono valse al team

di Pillastrini un inedito successo nell’edizione 2009 del Memorial

Ruffo di Castellanza. Perfino scintillante sul fronte

offensivo la Varese in formato-PalaBorsani, con un secondo

tempo da spellarsi le mani (leggi 56 punti "fatturati" in

20’) ed una serie di giocate di ottima fattura corale che

hanno esaltato a turno Morandais, Galanda e Childress (visto

finalmente in versione-campionato con i 12 punti negli

ultimi 2’40" della finale di sabato a piegare definitivamente

la resistenza della Carife). Un "voltafaccia" talmente rapido

da lasciare quasi stupito lo stesso Stefano Pillastrini nella

"disamina" finale del precampionato varesino:

«Se devo essere sincero la squadra si è espressa in maniera

nettamente superiore alle mie aspettative - confessa il

coach della Cimberio - Vero è che abbiamo scaricato un

po’ le tossine iniziali e sul piano atletico siamo molto più

sciolti rispetto a 10-15 giorni fa, ma sono quasi preoccupato

di avere una squadra così brillante come quella di Castellanza.

Spero comunque che la vittoria del Memorial

Ruffo ci dia la carica necessaria per lavorare ancora sui

molti particolari nei quali possiamo e dobbiamo crescere,

senza pensare invece che la missione-salvezza diverrà

più facile del previsto: dobbiamo essere consapevoli che

ci aspetto un campionato durissimo, dunque prendiamo

atto del buon lavoro svolto e proseguiamo su questa strada

in vista del primo difficilissimo ostacolo di nome Milano

».

Per un allenatore amante del lavoro come quello della Cimberio

è sicuramente molto più facile soffermarsi sugli

aspetti da migliorare piuttosto che su quelli già affidabili in

chiave-campionato al termine del ciclo delle 12 gare amichevoli

(bilancio complessivo di 5 vittorie e 7 sconfitte).

«La fluidità della circolazione di palla e la velocità delle esecuzioni

offensive sono già a buon punto, come dimostra il

numero elevato di tiri aperti ricavato nelle ultime gare -

spiega Pillastrini - Dove dobbiamo migliorare è nel controllo

dei ritmi e nella capacità di non commettere errori in serie:

sabato contro Ferrara abbiamo sprecato 9 punti di vantaggio

con 4 possessi gestiti in maniera pessima tra attacco

e difesa. Va bene vivere di entusiasmo e folate in attacco,

ma dobbiamo imparare ad evitare la depressione

quando le cose non ci vanno bene. Altro aspetto nel quale

dobbiamo crescere è la solidità difensiva generale, in ogni

caso sono tanti i particolari che possiamo leggere meglio

».

Ma in effetti l’insistenza sui particolari da parte del coach

varesino "nasconde" il lato buono della medaglia, ossia

che la Cimberio ha già trovato in fretta una sua identità corale

soprattutto in attacco, dove l’addizione in corsa di un

Morandais in versione "sparafucile" ha rappresentato l’effettiva

"quadratura del cerchio":

«La necessità di un’aggiunta a settembre era ben chiara,

ma se all’inizio pensavo alla ricerca di un lungo, la

sensazione di essere troppo dipendenti da Thomas mi

ha portato a cambiare idea. Il rendimento iniziale di Michel

fa pensare che la scelta sia stata azzeccata: in questo

modo non dipendiamo da un solo attaccante perimetrale

ma abbiamo più opzioni disponibili tra le quali

"pescare" di volta in volta».

La stima "secca" sullo stato di preparazione della squadra

vede invece un Pillastrini "iper-realista" nel giudicare

la situazione attuale:

«Difficile da dire con precisione, direi comunque che

siamo tra il 50 ed il 60 per cento del potenziale ma questo

non significa che siamo al giusto "punto di cottura":

sicuramente noi siamo a buon punto pur con tanti particolari

sui quali concentrarci per aumentare la qualità

complessiva del gioco, ma alla lunga cresceranno anche

gli altri che al momento sono un cantiere aperto,

ma hanno più margine di noi non avendoinvece il vantaggio

del lavoro comune sul quale noi possiamo contare

al momento attuale. Insomma non dimentichiamo

qual’è il nostro compito e il nostro modo di lavorare, perchè

la strada della salvezza è tutta da percorrere...».

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