Lucaweb Posted November 4, 2009 Share Posted November 4, 2009 di Francesco Caielli VARESE «Domenica farò il tifo per Milano». La chiacchierata con Gianmarco Pozzecco inizia così, e così potrebbe anche concludersi: perché non ci crede nessuno. «Eddai - insiste il Poz - io ora lavoro per loro, è normale che debba sperare che vincano: sarà un po' come quando sono venuto a Varese con la maglia della Fortitudo o con quella di Capo d'Orlando, e ho sempre fatto di tutto per vincere». Sì, ma domenica mica sarà in campo. E allora? Sarò nel parterre, probabilmente avrò davanti un microfono e farò il commentatore per Sky, però il mio presente adesso si chiama Armani Jeans, e tiferò per loro. Non ci crediamo. Forse nemmeno io, perché Varese è Varese. L'ho già detto mille volte, e non mi metterò certo ora a ripetere quello che significa per me la maglia biancorossa. Dico solo che io dieci anni fa ho fatto un patto con il diavolo per vincere uno scudetto con Varese, che la pallacanestro mi ha dato tutto e da me ha avuto in cambio poco o nulla, e che ora mi devo mettere a restituire quello che ho ricevuto. E come? Vale tutto, ogni cosa è lecita se lo scopo è quello di dare la palla in mano a un ragazzino e vederlo sorridere. La nostra pallacanestro ha bisogno di aiuto, e io cercherò di fare qualcosa: tutto sommato sono fortunato. Perché? Dal giorno in cui ho smesso di giocare, sarà un caso, il nostro basket ha iniziato ad andare a rotoli. Ricostruire da zero è più semplice che ristrutturare, e con tutti i disastri che stanno combinando sarà facile migliorare. Quali disastri? Sento parlare di cose che mi fanno accapponare la pelle. La possibilità di pagare per non retrocedere. Oppure quella fesseria che hanno inventato, la regola per cui un club può impedire a un suo tesserato di rispondere alla convocazione della nazionale giovanile. Sapete che mi piacerebbe fare? Cosa? Travestirmi da diciottenne, mettermi a giocare ed essere chiamato per la nazionale (il fatto che mi chiamino è scontato, perché sarei ancora il più forte di tutti). Ecco, mi piacerebbe trovarmi di fronte al mio dirigente che mi dice «No, tu non vai»: ci sarebbe da ridere. Ma purtroppo mi riconoscerebbero subito: per il talento, mica per altro. Mi vedrebbero fare due assist e direbbero immediatamente: «Ma quello è Pozzecco». Ma davvero domenica tiferà per Milano? Varese è la mia vita, anzi: di più. In occasione del decimo anniversario della Stella ho letto delle frasi che Toto ed Edo Bulgheroni hanno detto su di me: me le tatuerei sul corpo, se non avessi una paura fottuta degli aghi. Facciamo che pagherei una discreta cifra per svegliarmi domattina con quelle due frasi incise sulla pelle: non so se ho reso l'idea. Perfettamente. Ha seguito il precampionato della Cimberio? Io so tutto di Varese, ovviamente. Ma per chi mi avete preso? E allora ci dica come le sembra questa squadra. C'è tanto talento, e in attacco può fare veramente male: ha giocatori come Thomas, Morandais, Childress, Slay con tanti punti nelle mani. Domenica come andrà? Se viene fuori una partita a mille all'ora, dal punteggio alto e dai ritmi vertiginosi, vince Varese. Perché Milano è una squadra molto più fisica, che punterà a controllare il gioco e a non correre troppo: Varese dovrà imporre il suo ritmo. Le piace questa Cimberio? Squadra talentuosa, folle e molto umorale. Mi piace perché mi assomiglia, e piacerà ai tifosi di Varese. Lei lo scorso anno ha conosciuto bene Thomas: ci parli di lui. Bravissimo ragazzo, gran giocatore. A Milano ha pagato le troppe responsabilità che gli erano state buttate addosso: di colpo è passato da una squadra di provincia alla Armani Jeans di Eurolega. Quando fai un salto del genere a vent'anni è molto più facile, perché sei scemo e incosciente e non realizzi quello che ti stai giocando. Ma se, come lui, lo fai a trent'anni, allora pensi troppo e ti fai un sacco di menate. Varese ha fatto bene a prenderlo? È il giocatore perfetto per Varese e la sua piazza. Ma l'uomo che amerete è un altro. Chi? Giuro che non sto scherzando: Fabio Mian. Lo conosco, è un bravissimo ragazzo, molto maturo, ma soprattutto è un giocatore di grande talento. E poi è un vero friulano: determinato, serio, caparbio, lavoratore, senza troppi fronzoli. Infatti io sono giuliano: l'esatto opposto. Troverà spazio già quest'anno? Certo, ne sono più che sicuro. Ovviamente se in panchina non ci fosse il Pilla, non direi mai una cosa del genere. Perché? Perché gli allenatori normali dicono che bisogna dare spazio ai giovani, e poi mettono in campo gli americani. Pillastrini invece dice che bisogna dar spazio ai giovani, e poi li fa giocare. Il Pilla è unico, una mosca bianca nella pallacanestro italiana: anzi, un calabrone bianco, per quanto è grosso. Allora domenica tiferà per Varese? Domenica sarò al palazzetto, poi vedremo. Piuttosto, ho una richiesta da fare. Prego. Chi è questo Gianmarco Bernardi che, vedo sul sito, è nel roster di Varese? Un ragazzo del settore giovanile. Bravino, dicono. Non mi interessa: nessun Gianmarco, dopo di me, può vestire la maglia di Varese. E perché? Perché siccome non possono ritirare il mio numero di maglia, visto che ne ho cambiati un sacco, chiederò che a Varese ritirino il mio nome. Nessun altro Gianmarco, dopo di me. Link to comment Share on other sites More sharing options...
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