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«Bravo Slay e brava Varese»


Lucaweb

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di Massimo Turconi

«Non siamo una squadra neopromossa: siamo la formazione vincitrice del campionato di LegaDue. O, almeno, a me piace pensare alla Cimberio Varese in questi termini...».

Così parlò Giacomo Galanda, capitano della Pallacanestro Varese, all'indomani del derby vinto contro Milano e, in tutta onestà, anche a noi piace la sua puntualizzazione. Non è, quella rilanciata dal buon Giacomino, una semplice questione semantica, né un artificioso "travestimento" dialettico. E', e vuole essere, qualcosa che ha dentro un concetto filosoficamente più ampio.

«Scendere in campo con la testa dei vincitori, con la mentalità che accompagna le squadre davvero forti - continua Galanda - è solo il primo passo per costruire realtà vincenti. Per questo motivo sento di dover fare i complimenti a tutto il gruppo per come si è espresso contro l'Armani Jeans. Non siamo scesi sul parquet con lo spirito dei principianti, bensì con il carattere e la determinazione che contraddistinguono le squadre vere. Poi, si sa, vincere o perdere è spesso una questione di fortuna, di episodi che girano più o meno favorevolmente. Tuttavia, la preparazione mentale alle gare, l'intensità nell'approccio, la voglia di raggiungere risultati che sembrano impossibili devono sempre esistere e noi, in questo senso, contro Milano siamo "esistiti" alla grande».

- Con un’assoluta "botta di vita" da parte di Ron Slay: si aspettava una prestazione del genere?

«Credo che ben pochi avrebbero scommesso su un esordio da 33 punti e 14 rimbalzi, una performance che, credo, ha sorpreso lo stesso Ron. Però in tanti, io per primo, avremmo giocato qualcosa sul suo buon impatto perché in queste settimane di preparazione al campionato Slay, allenamento dopo allenamento, è stato bravo ad innalzare il suo livello di concentrazione. La sua grande prova contro i milanesi è stata sì innescata dal bisogno di vincere di tutta la squadra, ma costantemente attivata dall’enorme energia con la quale Ron affronta le partite. Lui, del resto, è così: un giocatore "emozionale" che, se resta in controllo, può diventare devastante. E Milano, che se n’è accorta fin dalle prime battute, non ha potuto farci nulla. Bella, e pure buona, è stata anche la gara di Marchino Passera, il quale, dopo un avvio condizionato dai falli, è tornato in campo in un momento delicatissimo e ha svolto molto bene il suo compito difendendo in maniera eccellente su Finley e, in attacco, togliendo tutta la pressione che gravava sulle spalle di Childress. E anche nel suo caso, non nutrivo dubbi sul fatto che avrebbe riscattato un primo tempo sotto le aspettative».

- Lei, invece, è stato subito preso di mira dai "fischietti"…

«Alcune chiamate sono state, per così dire, "pignole", ma gli aspetti significativi da sottolineare in una partita come il derby sono solo quelli che riguardano la squadra. Una Cimberio che, come lo scorso anno, sa e vuole giocare insieme. Poi, dentro i canoni di un basket corale, sa esaltare le giornate di grazia dei suoi elementi perché, come tutti hanno potuto notare, anche la magnifica gara di Slay è restata all’interno del nostro sistema: pochi tiri, pazienza nella selezione, nessuna forzatura, grandi percentuali. Ron, in altri termini, è stato "solo" il braccio di una mente che, con intelligenza, ha lavorato per metterlo nelle migliori condizioni possibili».

- Sabato sera sarete a Teramo per sfidare la rivelazione dello scorso anno…

«Conosco abbastanza bene qualche giocatore teramano, ma questo è soprattutto il momento di pensare a noi e alle nostre cose, tornando in fretta sulla terra dopo l’esaltazione collettiva targata Milano. A Teramo - avverte Galanda - suonerà ben altra musica…».

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