Lucaweb Posted November 11, 2009 Share Posted November 11, 2009 di GIANCARLO PIGIONATTI Pronostico secondo. Dopo l’Armani, ecco Teramo: se aveste fatto un giretto in sede, prima della partenza, avreste scoperto facce enigmatiche ma, soprattutto, dichiarazioni più diplomatiche d’un consolato, insomma nessuno s’è azzardato a fare previsioni. Al massimo s’è potuto captare un "si può fare" a patto di una certa condotta di squadra e di gioco, roba da clinic. Dunque, tutti uguali e cauti i commenti, a cominciare dal presidente Claudio Maria Castiglioni per finire a Stefano Pillastrini il quale, comunque, ha fatto le sue analisi, buone in teoria, prima di un bell’esame di pratica lontano da Masnago. Già, stasera la Cimberio affronta una squadra concreta e di spessore al di là del nome che evoca, non certo di un blasone (e ciò forse è uno svantaggio per i biancorossi), quindi una trasferta che non regala certezze d’appoggio, nemmeno per chi qualora le possedesse. E Varese non ne ha o finge di non averne limitandosi alle premesse di un confronto da disco rosso ma che ha preparato seriamente, lasciando nel dimenticatoio lo squillante successo su Milano. Una cosa è certa, la squadra prealpina si comporterà da sfidante ma senza tarli in testa, pure sorretta nello spirito e da qualche robusta convinzione in più. Nessuna "sparata", nemmeno di quelle tipiche d’una spavalderia d’avvertimento per gli avversari. Morale, non serve battere l’erba per spaventare i serpenti se si cammina su una strada maestra. E’ un po’ questo il clima che si respirava qui alla vigilia ancorché qualcuno, sotto sotto, mediti in verità un colpaccio, che ci può stare, come al contrario una picchiata in... terra. Per Passera & C., probabilmente, è come andare a un esame con la speranza che non ti chiedano un argomento poco studiato o nel quale si è costituzionalmente deboli. Varese, dunque, sembra alla scoperta di una verità che sembra più incuriosirla che intimorirla, nel frattempo fa professione di umiltà mandando messaggi di cautela, martellanti come gli spot di un detersivo. «Nessun bluff, siamo soltanto realisti avendo coscienza della nostra forza ma anche dei nostri limiti, sicuramente non saremo pecore da scuoiare», osservava ieri il presidente che confida, e decisamente, in un buon cammino della squadra, attrezzata per battere il logorio di eventuali delusioni. «E’ una Cimberio fresca di testa e di cuore questa, non teme paturnie potendo restare competitiva se non si lascia travolgere dalle dannose frenesie di un momento», spiegava invece Ferraiuolo, conscio di un morale, prezioso come un conto in banca. Cecco Vescovi sembrava il più spregiudicato nel buttar lì una vittoria di 4 punti ma si correggeva subito: «Scherzavo». Teramo, si diceva, sul campo non fa concessioni agli avversari: la stagione scorsa la legittimò, persino, tra le cosiddette grandi. Ed ora ricomincia, in casa, dopo una sconfitta, quindi con un po’ di frustrazione e tante motivazioni, soprattutto nella sua guida: già, Poeta cui Passera dovrà togliere l’ispirazione, se non ci penserà prima Childress. Quando, ogni volta, rispunta il play di Teramo, torna in mente il suo provino a Varese, allora diciannovenne: era estate quando venne qui, portato da Mario Oioli: una sedutina tra ragazzi raccolti qua e là. Coach Cadeo lo scrutò ma non se ne fece niente, il giovanotto campano tornò in serie B, mentre qui rimase Federico Bolzonella. Per la verità, allora, ci sarebbe voluta una sfera di cristallo per stabilire chi dei due avesse fatto più strada. E senza alcuna felice intuizione, si sa, non c’è affare che tenga. Così ci ritroviamo Poeta da avversario ma il play non è il solo pericolo per la Cimberio, possedendo Teramo un "centro" grosso come James Thomas (quello che un tempo stava alla Fortitudo) il quale, con Jesse Young, nazionale canadese ma irlandese di passaporto, diventa materia buona per verificare la tenuta dei lunghi biancorossi sotto i tabelloni. La società abruzzese, già ben attrezzata di squadra, grazie anche a esterni di grande affidabilità, nel non farsi mancare proprio nulla, s’è accaparrata nelle ultime ore un buon "quattro" come Jurak, a dimostrazione delle sue manifeste ambizioni. Resta, si diceva, da scoprire la vera Varese. «Che, in questa gara, potrà avere qualche chance, solo se riuscirà a controllare i ritmi degli avversari e a evitare folate dannose. Se così non fosse, saremmo spacciati», parola di Pillastrini. Link to comment Share on other sites More sharing options...
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