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Senza Slay la Cimberio alza bandiera bianca


Lucaweb

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di Giuseppe Sciascia

Salta al secondo assalto la "fortezza PalaWhirlpool", con Biella che sfata uno storico tabù sotto le Prealpi festeggiando a suon di triple sul campo di una Cimberio pesantemente menomata nel suo scacchiere tattico dall’assenza di Ron Slay.

La sospensiva sul verdetto del Tas (se ne riparlerà eventualmente tra un mese) non è bastata a Varese per poter contare sul suo bomber, bloccato invece dal più classico dei "colpi della strega" e costretto in panchina nell’occasione in cui il suo mix tra tecnica ed atletismo sarebbe stato utilissimo alla squadra di Pillastrini.

A cercare di surrogare il "fatturato" offensivo dell’ala di Memphis ci provano fino in fondo i "giovani leoni" Martinoni ed Antonelli, che pur con gli "svolazzi" classici dell’età si battono al massimo delle loro possibilità (6/14 dal cmampo, 4/4 ai liberi, 8 rimbalzi, 2 stoppate e 24 di valutazione per il mancino; 4/5 al tiro, 3 rimbalzi e 13 di valutazione in 17’ di grande vigore per l’atleta del 1988) contribuendo in maniera fattiva a tenere a lungo in partita una Varese che - senza il finalizzatore Slay - perde moltissimo anche in regia, laddove il "costruttore di gioco" Childress - orfano del suo bersaglio preferito - si perde troppo spesso nei suoi attuali limiti atletici sui due lati del campo. Troppo poco il fatturato di un solo punto con 0/6 al tiro in 28’ per lo statunitense, che ha bisogno di compagni da attivare (ed in effetti i "boys" Niccolò e Riccardo beneficiano spesso e volentieri dei suoi passaggi illuminanti) per nascondere le difficoltà nel traffico, mentre in difesa gli affanni sul lucido Smith (4/6 al tiro, 5/8 ai liberi e 4 assist per il metronomo dell’Angelico) sono evidenti.

Se poi all’indisponibilità assoluta di Slay si aggiungono anche le condizioni precarie di Cotani e Gergati (ossia i due ex che contro l’Angelico avrebbero avuto il ruolo dei "guastatori), ecco che la coperta a disposizione di coach Pillastrini diventa decisamente troppo corta per sperare in un "miracolo a Masnago".

Soprattutto perchè Biella trova una di quelle serate "magiche" in cui i fucilieri segnano sempre e comunque ad occhi chiusi, complice anche qualche affanno nelle rotazioni (specie sul lato debole) di una Cimberio a volte "graffiante" (leggi i 19 recuperi) ma troppo spesso punita negli ultimi secondi di azione dalla fluida circolazione di palla biellese (eloquente il 13/23 complessivo dall’arco), in grado di esaltare le doti di terminale di un Aradori ormai perfettamente calato nei panni del protagonista (gran partita per il bresciano che chiude con 7/11 dal campo e 29 di valutazione). Ed inoltre senza Slay la Cimberio "balla" decisamente a rimbalzo, almeno nella ripresa, quando l’11-19 pro-Biella consente agli ospiti di raccattare preziosi secondi tiri e amministrare il ritmo con sagacia.

Dal canto suo Varese è vissuta principalmente di folate, un paio delle quali firmat da Morandais che almeno in attacco ha fatto la sua parte, mentre Thomas - viste le esecuzioni meno lucide del solito - ha dovuto crearsi spazi e tiri per conto proprio con esiti piuttosto alterni. Visti i piani tattici "saltati" per l’assenza dell’ultima ora i padroni di casa hanno corso più e meglio del solito (utile in tal senso la spinta di Passera) per cercare di trovarsi il meno possibile a lavorare a difesa schierata, dove l’arma del tiro da fuori ha funzionato relativamente poco (9/27 da 3, soprattutto nell’ultimo quarto tante conclusioni "aperte" ma senza esito).

Al contrario l’Angelico ha lavorato bene di "cappa e spada", punendo cinicamente tutte le sbavature dei padroni di casa - comunque generosi nei loro sforzi - anche grazie ad un Fred Jones a tratti incontenibile (9/16 dal campo, 7 rimbalzi e 3 assist), capace spesso e volentieri di cavare le castagne dal fuoco inventando "dal nulla" delle giocate di assoluta onnipotenza atletica.

Nel complesso dunque la Cimberio ha ben poco da rimproverarsi, considerando la cattiva stella sotto cui è nata la gara e la prova di alto profilo dell’Angelico che è parsa davvero ben altra squadra rispetto a quella battuta 3 settimane fa in precampionato. Resta però una "macchia" casalinga da cancellare in fretta per i biancorossi, che in un campionato così incerto ed equilibrato non possono permettersi troppi "ruzzoloni" a Masnago, specie considerando le difficoltà oggettive di imporre il "sistema tecnico" della squadra lontano dal PalaWhirlpool. Domenica a Montegranaro la "rimpatriata" degli ex Pillastrini, Childress, Thomas e Slay potrebbe essere l’occasione per cancellare subito il meno 1 in media inglese. Sperando che "Madama Sfortuna" non ci rimetta lo zampino: in questo mese la Cimberio ha già dato...

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