Lucaweb Posted November 25, 2009 Share Posted November 25, 2009 di Massimo Turconi Eccolo, Niccolò, piombare, addirittura con un mese d’anticipo, sul campionato di serie A. Eccolo, Niccolò, strappare i primi applausi veri, convinti, meritati anche al piano di sopra. Nello scorso campionato Martinoni aspettò l’ottava giornata per segnalare la sua presenza al mondo del basket. Accadde a Pavia, il 23 novembre del 2008: 17 punti, 1 rimbalzo e 4 recuperi in una prestazione determinante per la vittoria varesina. Quest’anno, giusto per smentire i soliti scettici, Martinoni ha fermato le rotative già al terzo appuntamento: 18 punti frutto di alcune giocate di pazzesco talento. Infatti, ai cultori del gesto non sarà sfuggito uno “spin” con le dita che ha lasciato di stucco persino un saltatore come Pervis Pasco, il quale, sicuramente, dopo aver preso canestro da Nick si sarà domandato: “Ma da dove diavolo avrà fatto uscire la palla?”. «Me lo chiedo anch’io, quando ripenso a quel gesto che - ironizza Martinoni - è figlio della lotta per la sopravvivevnza. Quando hai a che fare con gli americani, gente che per stopparti è capace di saltare due o anche tre volte consecutivamente, devi affinare le armi ed escogitare sempre qualcosa di nuovo per evitare le trappole». - Trappole che lei ha scansato: non altrettanto si può dire della squadra... «Le prestazioni individuali, pur soddisfacenti, non contano nulla quando non sono corroborate dal successo finale. Tuttavia, ammetto che nemmeno io mi aspettavo di disputare una gara così tosta. L’assenza di Slay mi ha caricato e responsabilizzato, ma poi, sul parquet, i minuti di gioco te li devi meritare. Nella circostanza credo di esserci riuscito, ma si tratta solamente del primo passo e non va dimenticato che, con il coach Stefano Pillastrini, uno che non ha paura di rischiare con i giovani, sei sempre messo alla prova. Per fortuna». - Dunque, ricapitoliamo: bene, anzi benissimo nel quintetto che ha aperto il match, un po’ meno, nelle scorse settimane, uscendo dalla panchina. Motivo? «Partire dalla panchina, ed essere subito pronto e produttivo era già difficile in LegAdue; figuriamoci in serie A. Poi, questo non è soltanto l’inizio del campionato, ma anche della mia avventura nel basket che conta davvero. Però, attenzione, io mica mi rassegno al ruolo di panchinaro felice dello spazio ritagliato. L’obiettivo vero, e credo del tutto comprensibile, è quello di “fregare” il posto a qualcuno del quintetto. Questa, del resto, penso sia la motivazione che deve animare in maniera fortissima quelli che stanno seduti e li deve spingere ad allenarsi sempre meglio. Così facendo, con questa mentalità di lavoro, migliorano sensibilmente il livello di competizione in allenamento e il ventaglio di scelte a disposizione dell’allenatore». - Ventaglio che, con la recente aggiunta di Antonelli, incomincia a farsi interessante. Sorpreso dal positivo impatto offerto dal suo compagno in quella che abbiamo definito la “coppia monella”? «No, nessuno stupore. Perché Ricky, l’estate scorsa, ha lavorato in maniera incredibile sia dal punto di vista fisico che tecnico. E’ un ragazzo che nelle ultime due stagione ha compiuto passi da gigante e tanti altri ne farà perché è sorretto da una grandissima voglia di arrivare: un elemento che spesso fa la differenza». - Nick & Rick, 28 punti e una dozzina di rimbalzi, alla sfida contro Montegranaro: come suona? «Suona un po’ esagerata perché, dai, mica può essere che tocchi davvero a noi il compito di risolvere le gare. Non adesso, per lo meno. Battute a parte, rappresenta un’ovvietà affermare che il vero “oro” di Varese sia rappresentato dai suoi uomini del quintetto, ma è altrettanto ovvio che se questi ultimi, per ragioni fisiche, non sono presenti, tocchi ad altri vestire i panni dei protagonisti. In realtà, noi aspettiamo che Slay, Thomas, Cotani e Gergati si rimettano in sesto al più presto. Sia perché la Cimberio ha estremo bisogno di loro, sia perché, complice le loro assenze, lavorare in settimana è brutto e deprimente. Il pregio di Varese è la forza della squadra che, senza di loro, perde tantissimo. Quindi, per Montegranaro, speriamo di averli, altrimenti sarà durissima». - In conclusione: l’università come procede? «Non c’è la domanda di riserva?». Link to comment Share on other sites More sharing options...
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