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Hafnar: "Il progetto di Varese mi affascina"


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- Lei però, che è fin troppo esperto del campionato italiano, crede che il "vincere" rappresenti un obiettivo realistico?

«Perché no ? - ribatte convinto Hafnar -. Intanto cominciamo con l'innalzare la mentalità del gruppo, iniziarne a dirci che il traguardo è vincere il più possibile e alleniamoci forte per raggiungere l'obiettivo. Poi quello che succederà nel futuro, non può essere previsto da nessuno. Ricordo che, lo scorso anno, Siena veniva indicata da tutti come la favorita numero uno, la squadra destinata ad "ammazzare" le altre avversarie. Invece tutti sanno com'è finita. La cosa importante sarà fare gruppo sul campo, pensare con umiltà alle piccole cose che rendono grande una squadra. Cose che segnano il confine tra una squadra di "nomi" e un gruppo vero».

- Americani, italiani, argentini, uno sloveno: ci vorrà tempo per mettere insieme tante anime...

«Si tratta di una cosa difficile. Però non mi va di chiedere pazienza ai tifosi, mi sembrerebbe di cercare alibi, per questa ragione abbiamo cominciato molto presto a lavorare e al via dovremo essere pronti per puntare a una partita per volta, credendo nell'obiettivo prefissato. Solo leggendo tutti insieme la stessa pagina del libro, possiamo crescere e scrivere un bellissimo capitolo finale».

Massimo Turconi

Giusta mentalità. Speriamo sia così.

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