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Aperitivo per due, l’amaro per uno


Lucaweb

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di GIANCARLO PIGIONATTI

Dall'aperitivo per due all'amaro per uno. S'inizia a mezzogiorno e si finisce all'una e mezzo passate per Cimberio e Virtus Bologna, domani a Masnago, sotto i riflettori della tivù. Il primo passaggio su Sky ha portato bene agli uomini di Pillastrini, maramaldi con l'Armani Jeans, ora di scena c'è un'altra big, per organico e storia. Siena, si sa, è come Alfredo Binda, andrebbe pagata per non partecipare, anche se adesso resta affiancata da Avellino nella cui gradazione di forza, al di là del nome, vanno collocate Caserta e Biella, mentre Benetton e "Vu nere" fanno gerarchia, con Milano e Roma, pur attardate. Su di giri è Cantù, non certo trascendentale nelle amichevoli di quest'estate con Varese ma concreta quando si fa sul serio. Così offre il campionato sin qui, almeno per i piani alti, non senza futuri avvicendamenti a metà classifica che poi, terra terra, vale i play off. I biancorossi in corsa per una salvezza pacifica, possono ancora osare ad alzare la testa, a patto di non gettare in pattumiera altri punti in casa, sennò l'affanno ingoierà la serenità.

L'anatomia delle sconfitte a Masnago non ha fatto accapponare la pelle ai periti settori: la Cimberio, tra assenti, stralunati, spaesati e sofferenti, è partita ad handicap nelle due precedenti gare e ha concluso col fiato grosso e uno schiaffone in pieno muso. Come dire che nel basket non c'è il catenaccio né tantomeno uno 0-0 da strappare con le unghie tra barricate, bisogna fare anche canestro e se ti mancano gli uomini giusti nei momenti in cui occorrono per spaccare una partita o per ricucire uno strappo, subisci di brutto l'avversario, che già s'annuncia più forte.

Che cosa allora dovrebbe cambiare domani, di fronte alla Virtus, per una Cimberio ancora priva di Slay e con Galanda malandato? Se meno dà meno, siamo al punto di prima, anzi di domenica scorsa, si potrebbe osservare: perché mai Varese dovrebbe spuntarla stavolta? .Qualche motivo per credere però esiste, chiamalo, se vuoi, cauto ottimismo: per esempio Morandais non è più zoppicante e Tusek ha più confidenza con i compagni. Vuoi mettere, di questi tempi, due condizioni del genere, sempre che Galanda - sin qui tra i più in grazia di Dio (cestisticamente parlando) con Martinoni e Antonelli - riesca almeno ad abbozzare una sua presenza. Thomas, ormai, convive con i suoi fastidi, può allora non essere una comparsa.

Si diceva di Tusek, che si sente dentro un ragazzo, almeno lo dice lui e a chi non gli crede, temendone il logoramento, fa notare quanto di buono fece nella scorsa stagione ad Avellino, peccato che, domenica scorsa, non abbiamo visto... il gol dell'ex. Ora lo sloveno promette le sue triple, magari dall'angolo, in faccia a Hurd e Fajardo. Lo dimostri e, chissà, potrebbe rimanere qui, sino alla fine della stagione. Un altro motivo ,che fa sperare, nasce dalla differenza tra Avellino e Bologna: l'una è una squadra effervescente, fatta da americani che saltano come grilli e in libertà cui i compagni, soprattutto i due lunghi polacchi, danno man forte compensandone gli eccessi. Quella irpina ricorda le squadre in tournée, votate al divertimento, ne sa qualche cosa coach Pancotto, mandato brutalmente a quel paese, domenica scorsa, da Porta e dal giovane polacco, quando ha richiamato la squadra a una condotta rigorosa.

E' diversa la Virtus Bologna, almeno stando alle prime impressioni, secondo le quali, nella stessa gara, non riesce a nascondere una faccia sofferente, da fatica spesa per portare a casa la pagnotta.

Certo, possiede talenti in più (di Varese) ma anche i soliti "mestieranti", tra i quali il più temibile, a nostro giudizio, resta Vukcevic che Lardo, a volte, dimentica in panchina. Non ci fanno impazzire Koponen e Penn, mentre Blizzard è un libro aperto e Moss alterna svarioni a prodezze, come Hurd. Morale, Bologna, che ha nel buon Maggioli, tonante qui, l'anno scorso, con Jesi, un "centro" vero, possiede mezzi e numeri per accaparrarsi il pronostico; ma dovrà fare i conti con gli uomini di Pillastrini i quali, schiumanti di rabbia e rivalsa, sono decisi a offrirle un amaro, naturalmente di marca.

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