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di GIANCARLO PIGIONATTI

Se si toma a reti vuoto da una specie di tonnara, ci si

devo poi nascondere. Vergogna o smacco, è la stessa

cosa. La realtà è impietosa per Napoli e abbastanza tenera

per Varese: una specie di abisso, definito nei 10 punti

che separano le due squadre in classifica, non ammette

discussioni. Nessuna minaccia, non serve. L'annotazione

di una differenza oggettiva di valori, evidentemente, si

impone, alla vigilia di un match, persino surreale, per una

Cimberio cui è vietato sbagliare, pena una figuraccia da

ricordare per un pezzo.

Napoli si trova ancora sotto zero: sin qui "0 sole mio" ha

deliziato soltanto gli avversari con un "sacco e una sporta"

per quelli che, una volta, erano orgogliosi partenopei.

La Martos, in questi mesi, è parsa una compagnia di

sventura, messa insieme per una pretesa sopravvivenza

duna grande piazza, fallita ma ritrovatasi nel grande

basket grazie a una disinvolta compra-vendita di un diritto

sportivo, mollato da Rieti: roba da mercato delle vacche.

Fortunatamente non viviamo ai piedi del Terminillo,

qui la famiglia Castiglioni garantisce da nove anni una

continuità che, nonostante una retrocessione, non ha

spogliato questa provincia storica della sua più bella passione.

C'è stato, per la verità, un periodo nel quale la specialità

della casa biancorossa era "risuscitare i morti". Ricordate?

C'erano avversari, belle sepolti, da nere crisi e

poi, proprio contro Varese (pure con squadre credibili),

riprendevano a vivere e a sperare. Ironia del caso? Nelle

condizioni di Napoli, in una certa stagione, c'era Reggio

Calabria, benefica di punti con molte squadre: altro che

Stretto? Poi arrivò laggiù Varese, nel frattempo i calabresi

avevano cambiato nomi e volti, dopo aver eliminato giovani

e avventizi, affidandosi a gente reclutata qui e là ma

capace nel proprio mestiere. Morale, i biancorossi lasciarono

per strada punti che dovevano essere strenne natalizie.

Corsi e ricorsi Napoli, infatti, ha lievitato il suo organico

con qualche uomo nuovo ed esperto, ora si invoca

Travis Best, nemmeno fosse l'uomo dei miracoli, alla San

Gennaro per intenderci.

Giocherà. Laggiù. scaldando l'ambiente a palla, puntano

a una decisa e brusca svolta. Ti pareva, sta arrivando

Varese. Vittima, si fa per dire, d'un calendario che pone

questo match nel momento meno favorevole: due. tre domeniche

la solo la rassegnazione sembrava affollare il palasport

di Napoli, mentre adesso, improvvisamente, l'atmosfera

è da "carica dei Sioux".

Tecnicamente, però, non c'è gara, almeno alla distanza: la Cimberio vanta un organico più ampiamente attendibile e dotato, in più ha

coscienza dei propri valori che, se ben interpretati, come

a Siena, in fin dei conti, dovrebbero pesare nel conto finale.

Domani, sicuramente, Varese si troverà con un po' di

pressione addosso nell'essere favorita e marcia, non è

un caso se Pillastrini, da tempo, sta tempestando i suoi,

come in quegli spot da "pubblicità progresso", sulle insidie

di una gara scontata soltanto in apparenza. Bisogna

invece sudarsela, azzerando la classifica, soprattutto

quella di Napoli, da affrontare alla pari

Due punti conquistati

laggiù sarebbero come l'acqua nel deserto per

una squadra che, per viaggiare a giro di orizzonte (anche

per frontiere più ambiziose) deve muovere la classifica,

soprattutto quando le è chiesto di imporre sul

campo la propria superiorità. Conterà parecchio l'approccio

al match, ben sapendo che, si dovrà soffrire,

almeno sin quando Napoli troverà rifornimento nella

sua panchina, un po' a corto di elementi probanti.

Possiamo contare sugli uomini di Pillastrini? Crediamo

di sì: essi non sono "bauscioni" né "fresconi", al contrario

sono atleti veri e umili, sempre alla ricerca di al tentazioni

personali e di squadra. Se così non fosse, Varese

non avrebbe ottenuto successi sonanti contro Treviso

e Montegranaro in trasferta e tatto un figurone a Siena.

In sintesi, ci attendiamo un bel successo.

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