Jump to content

Calcio e basket, due pesi e due misure


Lucaweb

Recommended Posts

di ANTONIO TRIVERI

Basta una coincidenza per scardinare le rare certezze e ingigantire le molteplici incomprensioni.

L’abbinamento, in effetti, è fortunato per chi è avvezzo a vivere lo sport con la purezza della passione e l’orgoglio dell’appartanenza, perchè il primo weekend agonistico del nuovo anno offrirà ai piedi del Sacro Monte il doppio confronto a maggior tasso di rivalità: sabato il cestistico Varese-Cantù, domenica il calcistico Varese-Como.

Stavolta, però - e qui sta tanto la primizia quanto l’anomalia - lo show andrà in scena a... parti invertite. Ovvero con handicap insolitamente più pesanti per i tifosi della palla a spicchi.

Stupefacente la contraddizione, riconducibile al sempreverde concetto dei due pesi e delle due misure, perchè l’accesso al PalaWhirlpool sarà per la prima volta riservato ai soli residenti nel Varesotto, mentre al "Franco Ossola" i fans comaschi in possesso della discussa Tessera del Tifoso (oltre duecento) potranno liberamente accomodarsi persino nei Distinti, giusto laddove abitualmente "risiedono" le frange più colorate e urlanti della tifoseria biancorossa.

Il paradosso acquisisce ulteriore consistenza se si pensa che nel tempio del basket l’accesso sarà inibito ai tifosi ospiti nonostante l’esistenza di una "gabbia" in plexiglas appositamente eretta e costata poco meno di 200 mila euro, mentre nel regno della pedata ai sostenitori lariani sarà caldamente consigliato di sistemarsi proprio in curva Sud, giusto in quel settore bollato dalle autorità competenti come fuorilegge e pertanto "off limits" dall’inizio della stagione.

Eppure il quartiere è lo stesso, ugualmente complessa la gestione dei flussi, medesime le strade, identici prefetto e questore, sovrapponibili financo gli ultras, in molti casi presenti tanto alle partite di pallacanestro quanto ai match di calcio.

E allora perchè? Perchè ci si ingarbuglia nelle pieghe delle disposizioni e delle norme in materia di sicurezza finendo per inciampare in biasimevoli antilogie e deplorevoli distinguo?

Il ricorso al buon senso, spesso improvvidamente dimenticato, parrebbe la taumaturgica soluzione. Invece si preferisce l’imposizione di restrittivi dettami pur senza aver prima preteso i necessari strumenti: emblematico, nell’occasione, l’obbligo di esibire la carta d’identità per chiunque acquisti in prevendita il tagliando valido per il derby Varese-Cantù anche se nel basket il biglietto nominativo è ancora un oggetto cartaceo non identificato...

Significativa pure la metamorfosi generatasi per la Tessera del Tifoso, prima pomposamente pubblicizzata come unica via per circoscrivere le devianze degli ultras e ora usata come scaltro grimaldello o furbo passepartout dagli stessi supporters più caldi che non sono incappati nei famigerati Daspo.

Insomma, sabbie mobili sulle quali è impossibile galleggiare per i tutori dell’ordine e nelle quali s’inabissano gli antichi valori dello sport e i sogni di spettacolo dei club che faticosamente invogliano gli imprenditori a indossare i sempre più scomodi panni dello sponsor.

Che dite, cari politici, è o non è l’ora di ravvedersi dalla schizofrenia legislativa?

Link to comment
Share on other sites

×
×
  • Create New...